Indietro Sorveglianza epidemiologica dei disturbi mentali gravi



Il progetto S.E.M.E. (Mental health epidemiological surveillance), finanziato dal Centro Nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM) del Ministero della Salute (dal 2008 al 2011) ha riguardato la realizzazione di una innovativa rete di sorveglianza sentinella dei disturbi mentali gravi costituita da 22 Centri di salute mentale (Csm) selezionati sul territorio nazionale e dislocati in 15 Regioni italiane, che garantiscono la sorveglianza di oltre 2 milioni di cittadini residenti (allegato I Centri di Salute Mentale del progetto).

Il progetto S.E.ME. si è proposto di: (i) costituire una rete di centri clinici sentinella in grado di rilevare e segnalare con elevato grado di affidabilità diagnostica e puntualità i nuovi casi dei principali disturbi psicotici (schizofrenia, disturbo schizofreniforme, disturbo schizoaffettivo, disturbo delirante), disturbi dell’umore con particolari caratteristiche di gravità (disturbo bipolare I ed episodio depressivo maggiore con sintomi psicotici o con recente anamnesi di tentato suicidio), anoressia nervosa; (ii) rendere disponibili, grazie a questa rete, dati accurati e riproducibili sui pazienti affetti dai suddetti disturbi mentali che si rivolgevano per la prima volta ai Csm inclusi nella rete stessa.

E’ stato realizzato un sistema di segnalazione via web, atto a consentire la trasmissione dei dati in tempo reale dai Centri di Salute Mentale (CSM) sentinella al centro di coordinamento dell’Istituto Superiore di Sanità. Due psichiatri referenti per ciascun centro clinico hanno partecipato presso l’Istituto Superiore di Sanità a un corso di formazione specifico sulle attività di diagnosi, raccolta dati e segnalazione richieste dalla sorveglianza. Ciascun CSM è stato dotato di un computer dedicato all’attività di sorveglianza. Gli psichiatri referenti hanno ricevuto un account e una password personale per accedere al sistema di segnalazione.

La sorveglianza è stata avviata il 22 marzo 2009.

Risultati

1) Realizzazione di un network di 22 CSM

La rete di 22 Csm ha dimostrato di essere in grado di segnalare, con soddisfacente affidabilità, tempestività e completezza, i dati relativi ai nuovi casi di disturbi mentali gravi giunti all’ osservazione. L’utilizzo, per l’individuazione dei casi, dell’intervista diagnostica SCID-I che costituisce lo standard di riferimento per la diagnosi dei disturbi mentali in base ai criteri diagnostici internazionali (DSM-IV) è un importante punto di forza del sistema, giacché le diagnosi psichiatriche formulate nella pratica clinica presentano limitate accuratezza e riproducibilità.
La rete di CSM del sistema S.E.ME. rappresenta una risorsa disponibile non solo per la prosecuzione dell’attività di sorveglianza già avviata ma anche per l’attivazione di nuove iniziative e per la promozione del confronto fra centri clinici.

2) Stima della frequenza dei nuovi casi di disturbi mentali gravi giunti ad osservazione nel corso di un anno (“incidenza trattata”)

L’”incidenza trattata” nel primo anno di sorveglianza è risultata pari a 17,7 casi per 100.000 abitanti del bacino di utenza (IC 95%: 15,8-19,6). A testimonianza della elevata accuratezza del sistema S.E.ME., il valore osservato, che pur non tiene conto dei casi trattati esclusivamente da professionisti privati o presso i reparti di ricovero, è tuttavia in linea con quanto riportato dai pochi studi italiani basati su dati rilevati da registri psichiatrici locali o da studi di popolazione condotti in piccole realtà locali (Tansella et al, 1995; Bebbington et al, 1989; Percudani et al, 2002).

3) Caratteristiche sociodemografiche e diagnosi psichiatrica dei casi segnalati

Sulla base delle caratteristiche socio-demografiche i nuovi pazienti affetti da disturbi mentali gravi giunti all’osservazione dei Csm partecipanti alla sorveglianza si caratterizzano come una popolazione svantaggiata: il 48% dei pazienti ha un grado di istruzione medio-basso (scolarità < a 8 anni), il 47% vive con la famiglia di origine, il 40% è disoccupato e quasi il 7% ha una pensione di invalidità o sociale mentre solo il 29% ha un’occupazione, il 38% riferisce difficoltà economiche da moderate a gravi e il 49% vive in condizioni economiche modeste.

I disturbi psicotici (schizofrenia, disturbo schizofreniforme, disturbo schizoaffettivo, disturbo delirante) sono stati i disturbi di più frequente osservazione (n=143; 42%), seguiti dai disturbi bipolari I (n=104; 30%), dal disturbo depressivo maggiore grave (n=65; 19%) e dall’anoressia nervosa (n=31; 9%).

4) Ricorso ai servizi di salute mentale

Tra i risultati dell’attività di sorveglianza, quello più importante da un punto di vista di salute pubblica è il riscontro di una latenza molto lunga, di alcuni anni, tra la comparsa dei primi sintomi del disturbo e il momento in cui i pazienti ricorrono ai servizi di salute mentale territoriali. La mediana della durata di malattia precedente al primo ricorso al Csm è risultata infatti pari a 4 anni.

Il ritardo nella ricerca del trattamento dopo l’esordio di un disturbo psichiatrico è un fenomeno diffuso nelle società economicamente avanzate (Wang et al., 2007). In Italia già lo studio ESEMeD alla fine del 2003 aveva evidenziato che solo il 17% delle persone affette da un disturbo mentale comune avevano fatto ricorso ai servizi sanitari nell’ultimo anno (de Girolamo et al., 2005). Più recentemente il rapporto 2009 del sistema di sorveglianza Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia (Passi) ha mostrato che nella popolazione generale, il 44% delle persone che riferivano di avere i due principali sintomi della depressione (umore triste e mancanza di interessi) non avevano consultato né chiesto aiuto a nessuno per questi problemi (Sistema di Sorveglianza Passi, 2009). Questo risultato del sistema S.E.ME desta preoccupazione, confermando che il problema esiste anche per i disturbi più gravi, con più elevato carico di sofferenza e disabilità. La crescente disponibilità di trattamenti efficaci e la migliore prognosi associata a interventi terapeutici attuati all’esordio anche nei disturbi mentali più gravi spingono alla ricerca di strategie capaci di motivare i pazienti al trattamento in una fase più precoce.

I risultati del progetto sono stati presentati l’8 aprile 2011 in occasione del convegno conclusivo del progetto. (allegato Risultati del progetto S.E.M.E.)


-Gigantesco A, Lega I, Picardi A, SEME Collaborative Group. The Italian SEME surveillance system of severe mental health disorders presenting to community mental health services. Clin Pract Epidemiol Ment Health 2012;8:7-11.



Per info
Antonella Gigantesco, Istituto Superiore di Sanità, Centro di Riferimento per le Scienze Comportamentali e la Salute Mentale

antonella.gigantesco@iss.it

 

 

 

 

 

 



Dipartimenti/Centri/Servizi

Centro di riferimento per le scienze comportamentali e la salute mentale

Target

Cittadino Operatore Sanitario

Tipologia

Documenti

Tematica

Salute Mentale Disturbi psichiatrici


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