Indietro I giovani e il fumo di tabacco


Il consumo di tabacco ha raggiunto le dimensioni di un’epidemia globale che uccide quasi 6 milioni di persone ogni anno, di cui più di 600.000 sono non fumatori che muoiono per il fumo passivo (WHO, 2014). L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che, se non saranno attuate efficaci politiche di contrasto, entro il 2030 moriranno ogni anno oltre 8 milioni di fumatori e più dell’80% di questi decessi prevenibili sarà tra le persone che vivono nei paesi a basso e medio reddito (WHO, 2014). Ogni anno il fumo uccide circa 700.000 persone in Europa, questo dato rende il consumo di tabacco il principale rischio evitabile per la salute (Ministero della Salute (a), 2014). Inoltre milioni di cittadini dell'UE soffrono di malattie correlate al fumo, tra cui cancro, malattie cardiovascolari e malattie respiratorie. Circa il 50% dei fumatori muore in media 14 anni prima e chi fuma è affetto per più anni da condizioni precarie di salute (WHO, 2014).


Tra le politiche proposte dall’OMS nel piano di azione per contrastare e prevenire le patologie non trasmissibili è stato individuato l’incremento del prezzo del tabacco attraverso un innalzamento delle tasse come il più efficace intervento per incoraggiare i fumatori a smettere e per prevenire l’iniziazione al fumo di sigarette nei giovani (WHO, 2014).


In Italia anche il sistema normativo è considerato un buon deterrente per contrastare l’abitudine al fumo. Attualmente sul territorio nazionale è consentito fumare liberamente solo nei luoghi aperti (compresi i parchi pubblici, le spiagge e gli stadi) oltre che ovviamente nelle residenze private e nelle sale fumatori. A partire dal novembre 2013 è stato esteso il divieto di fumare nelle pertinenze delle scuole.<...>



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