Prevenzione primaria delle Malformazioni Congenite
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Le malformazioni congenite (MC) sono un importante gruppo di malattie rare e rappresentano un rilevante problema di sanità pubblica, sia per ciò che riguarda le dimensioni del fenomeno, sia per la gravità degli esiti che spesso sono cronici e invalidanti. Inoltre contribuiscono in modo significativo al totale della natimortalità (20-25%), della mortalità perinatale (45%) e della mortalità infantile (3-4%). Contribuiscono al 45% della mortalità perinatale e comprendono circa il 15% delle interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) dei casi già inclusi nei Registri Malformazioni Congenite. Dati epidemiologici sono disponibili anche nella Relazione sullo Stato Sanitario del Paese.
Come indicato dai dati del Registro Nazionale Malattie Rare fra i casi di malattie rare, con esordio e diagnosi entro il 14 anno di vita (età pediatrica), circa il 44% appartiene a MC. Le MC non letali spesso richiedono interventi medico-chirurgici e riabilitativi e sono spesso associate a gravi conseguenze cliniche a lungo termine, che determinano condizioni di invalidità anche grave. Alcune inolte fanno parte di un complesso sindromico per il quale spesso la diagnosi appropriata e tempestiva risulta difficoltosa.
La malformazioni congenite sono in parte patologie rare aventi eziologia multifattoriale caratterizzate da breve tempo di latenza tra esposizione e manifestazione clinica (6-8 mesi), e ciò permette analisi su eziologia e patogenesi a partire dalle attività di sorveglianza (epidemiologia analitica) tramite raccolta, registrazione, archiviazione ed elaborazioni statistiche. L’attività di sorveglianza nei Registri permette di conoscere la prevalenza, l’incidenza e le fluttuazioni nello spazio e nel tempo delle malformazioni (epidemiologia descrittiva) e valutare l’efficacia di azioni di prevenzione nel campo della salute riproduttiva.
Le malformazioni congenite possono essere: di esclusiva origine genetica (es. acondroplasia); di origine complessa o multifattoriale, ossia con una determinazione solo parziale da fattori genetici in associazione a fattori ambientali (es. schisi orofacciali, ipospadia, ecc.); di origine ambientale. Per questi motivi è possibile attuare strategie di prevenzione primaria grazie alla possibilità di intervenire sui fattori di rischio, che in questi casi sono noti e modificabili. Alcune malformazioni congenite, hanno origine da complesse interazioni tra i geni e l’ambiente, comprese le esposizioni ad alcuni fattori di rischio (ad esempio, i contaminanti ambientali e degli alimenti e le esposizioni occupazionali) e da specifici stili di vita (ad esempio, alcol, esposizione al fumo di tabacco, alimentazione inappropriata). Pertanto, in accordo con quanto evidenziato dal Piano nazionale della Prevenzione è fondamentale che anche per le MC, laddove ne esistano i presupposti, siano attuati interventi di prevenzione primaria attraverso l’allontanamento e il contenimento dei fattori di rischio, con particolare attenzione ai soggetti maggiormente esposti e vulnerabili. Per le specifiche malformazioni per le quali è noto un nesso causale, le azioni di prevenzione primaria devono essere attuate sia nel periodo pre-concezionale che durante il periodo peri-concezionale.
Le misure di sanità pubblica per la prevenzione primaria si avvalgono di misure basate sull’evidenza, la cui efficacia si manifesta solo quando sono attuate prima del concepimento: queste consistono nella promozione degli stili di vita corretti nella popolazione femminile in età fertile e più in generale nelle coppie che non escludono la possibilità di una gravidanza. In particolare vanno contenuti alcuni fattori di rischio come l’esposizione a sostanze teratogene e genotossiche (farmaci, xenobiotici ambientali e occupazionali, interferenti endocrini, ecc.) e posta l’attenzione verso fattori protettivi come una supplementazione appropriata di acido folico a cui si raccomanda di combinare una alimentazione sana ed equilibrata ricca di folati alimentari, contenuti principalmente nella verdura a foglia verde, alcuni frutti, legumi e cereali integrali; sono da bandire il consumo di alcol e il fumo attivo e passivo.
È possibile ottenere una riduzione del rischio di insorgenza di alcune difetti congeniti acido folico-sensibili fino al 70% come i difetti del tubo neurale (DTN), e per altre malformazioni fino al 30%. Come suggerisce la Raccomandazione ufficiale AIFA-ISS per la prevenzione dei difetti congeniti, una donna che programmi o non escluda una gravidanza, deve assumere acido folico in quantità adeguata – 0,4 mg al giorno – almeno un mese prima del concepimento e fino al terzo mese di gravidanza.
EUROCAT insieme a EUROPLAN, integrando le varie azioni puntuali sui fattori di rischio in una strategia coerente per la prevenzione primaria delle malformazioni congenite, hanno sviluppato la prima serie completa di Raccomandazioni, che forniscono una descrizione sintetica delle principali azioni sociosanitarie evidence-based suddivise in specifiche aree di intervento:
- Farmaci e medicamenti - farmaci teratogeni, servizi di informazione sugli agenti teratogeni, farmacovigilanza post-marketing;
- Alimentazione e stili di vita - acido folico, folati e altre vitamine; fumo, alcol, sostanze di abuso, rischi connessi al sovrappeso e sottopeso, tutela della sicurezza alimentare secondo criteri scientifici aggiornati;
- Servizi sanitari - counselling genetico, profilassi vaccinale, prevenzione e trattamento delle patologie croniche con possibili ricadute sulla gravidanza;
- Esposizioni ambientali - esposizioni domestiche e occupazionali, biomonitoraggio, sorveglianza epidemiologica.
Le Raccomandazioni tradotte in italiano sono state discusse nell’ambito delle attività del Network Italiano Promozione Acido Folico.
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