Chemical substances and health protection

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Chemical substances and health protection

Chemical substances and health protection

The use of chemicals in modern society, in almost all production processes, makes the chemical sector one of the most important and globalized in the world economy. However, the essential contribution of these substances must be balanced with the identification of potential costs. These include the intensive use of water and energy as well as possible risks and negative impacts on the environment and human health. The diversity and potential gravity of these impacts make the management of chemicals an essential cross-cutting issue for sustainable development.

Consumers and users, if properly informed, can make a significant contribution to reducing risks, including through an informed choice of products and their responsible use.

The limitation of any damage to health and the environment can be guaranteed by the evaluation and management of substances throughout the entire life cycle, from production, to disposal, to reuse.

The Istituto Superiore di Sanità (ISS, the National Institute of Health in Italy) has a leading role in the Italian and European context in research, evaluation, management, control and regulation in the sector of chemicals and products and helps to protect human health by promoting innovation and competitiveness.

The ISS assesses the dangers and risks associated with substances and chemicals and is the national reference for the prevention and surveillance of dangerous exposures and intoxications, and for the national control plans and coordinates the network of national laboratories.

It also represents the technical-scientific interface of the European Chemicals Agency (ECHA), addressing emerging issues related to the health of the population.



Back Pericoli ed effetti sulla salute di sostanze usate nel settore tessile e delle calzature

A partire dalla fine del secolo scorso le conoscenze degli effetti sulla salute di sostanze, per lo più sensibilizzanti, usate nel settore del tessile e delle calzature che a contatto con la pelle possono causare dermatiti da contatto e dermatiti da contatto su base allergica, sono notevolmente migliorate. Tali sostanze esercitano la propria azione attivando meccanismi che possono essere ricondotti alle proprietà intrinseche delle sostanze utilizzate nella filiera tessile.

L’Allegato I del Regolamento 1272/2008/CE relativo a classificazione, etichettatura ed imballaggio delle sostanze e delle miscele (Regolamento CLP) che stabilisce i criteri di classificazione, etichettatura ed imballaggio di sostanze e miscele pericolose, al punto 3.4.1.2 definisce una sostanza sensibilizzante per la pelle come “una sostanza che, a contatto con la pelle, provoca una reazione allergica”.

Per produrre la reazione allergica di sensibilizzazione della pelle è necessario un primo contatto, l’induzione, in cui il sistema immunitario riconosce la sostanza come estranea all’organismo e potenzialmente pericolosa attivando una risposta immunitaria specifica. I sintomi clinici possono poi apparire se l’esposizione successiva è sufficiente a scatenare una reazione cutanea visibile (fase di elicitazione o scatenamento). Come conseguenza di questo meccanismo, i test predittivi seguono solitamente uno schema in cui vi è una fase di induzione della reazione seguita da una fase di elicitazione standardizzata, per cui si ricorre in generale ad un test epicutaneo, il patch test, che consiste nell’applicare la sostanza potenzialmente sensibilizzante su una piccola parte di cute al fine di produrre un eczema in una zona limitata del corpo.

Tuttavia, la diagnosi di dermatite da contatto causata da prodotti tessili è probabilmente sottostimata a causa del numero limitato dei patch test standard disponibili per le sostanze note presenti nei tessuti e per l’impossibilità di individuare tutte le sostanze chimiche utilizzate per tingere o rifinire i capi in quanto non sempre vengono dichiarati sull’etichetta.

Il Ministero dello Sviluppo Economico, il 4 gennaio 2018, con la pubblicazione del decreto Decreto Legislativo n. 190 del 15 novembre 2017, ha introdotto sanzioni per le violazioni alle disposizioni previste dalla direttiva 94/11/CE concernente l’etichettatura dei materiali impiegati nei principali componenti delle calzature destinate alla vendita al consumatore, e dal Regolamento (UE) n. 1007/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 settembre 2011, relativo alle denominazioni delle fibre tessili, all’etichettatura ed al contrassegno della composizione fibrosa dei prodotti tessili per garantire al consumatore un’informazione corretta e consapevole sulla composizione del prodotto da acquistare.


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