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L'uso dei telefoni cellulari non aumenta il rischio di tumori cerebrali
ISS 17 Maggio 2010
A cura della dottoressa Susanna Lagorio
Reparto di Epidemiologia dei Tumori dell’ISS
Responsabile scientifico per l’Italia dello studio Interphone
Nel più grande studio epidemiologico condotto finora, l’uso del telefono cellulare non risulta legato allo sviluppo di tumori cerebrali. È il dato principale che emerge dall’articolo pubblicato dal gruppo di studio Interphone sull’International Journal of Epidemiology.
Lo studio Interphone, promosso e coordinato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), è stato realizzato tra il 2000 e il 2004 in 13 Paesi, tra i quali l’Italia. La direzione dello studio italiano è stata affidata all’Istituto Superiore di Sanità.
Interphone è uno studio caso-controllo basato su interviste, finalizzato a valutare la relazione tra uso del telefono cellulare e rischio di tumori cerebrali (gliomi e meningiomi) e di alcune altre neoplasie (neurinomi del nervo acustico e tumori delle ghiandole salivari).
Sono state intervistate oltre 10.700 persone, tra i 30 e i 59 anni di età (2.708 casi di glioma, 2.409 casi di meningioma e 5.634 “controlli” non affetti da tumore cerebrale). Ai partecipanti è stato chiesto se avessero mai usato un telefono cellulare, quando avevano iniziato, quante volte al giorno lo utilizzavano e quanto tempo duravano le telefonate.
Interphone è stato progettato con rigore e coordinato in modo efficiente; si sono adottate procedure uniformi nell’accertamento dei casi, nella selezione dei controlli e nelle interviste, basate su uno stesso questionario computerizzato, tradotto in otto lingue diverse. Ma l’aspetto più innovativo di Interphone consiste negli sforzi dedicati a verificare l’affidabilità del ricordo d’uso del telefono tra gli intervistati. Le informazioni sull’uso del cellulare raccolte attraverso le interviste, ad esempio, sono state confrontate con i dati di traffico telefonico registrato dagli operatori di rete in un campione di casi e controlli a cui era stato richiesto il consenso alla verifica.
Né per il glioma, né per il meningioma, si sono osservati incrementi di rischio in relazione alla durata dell’uso del cellulare, neppure tra gli utilizzatori a lungo termine (10 o più anni). Inoltre, non è stata rilevata alcuna tendenza all’aumento del rischio di tumore cerebrale all’aumentare del numero totale di chiamate e neppure all’aumentare delle ore cumulative d’uso.
Nell’insieme, lo studio non ha rilevato alcun incremento del rischio di tumori cerebrali legato all’uso dei telefoni mobili. Si tratta di un risultato particolarmente solido sia perché le dimensioni dello studio assicurano margini di errore davvero ridotti, sia perché l’omogeneità dei risultati ottenuti in tanti Paesi diversi contribuisce a rafforzarne la credibilità. Le osservazioni, inoltre, sono coerenti con i risultati degli esperimenti in laboratorio che non hanno finora dimostrato che i campi elettromagnetici a radiofrequenza usati nella telefonia cellulare abbiano effetti cancerogeni.
Interphone non ha rilevato alcun incremento del rischio di tumore cerebrale tra chi aveva iniziato ad usare il telefono cellulare 10-12 anni prima: si tratta di un’informazione rilevante, che prima di oggi non si aveva.
La ricerca prosegue in varie direzioni: dalla sorveglianza dell’incidenza di tumori cerebrali nella popolazione, a studi caso/controllo su tumori cerebrali e telefoni cellulari nei bambini, a studi prospettici di coorti di utilizzatori.
Che cos’è la IARC
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul cancro (IARC) fa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. La sua missione è quella di promuovere e coordinare ricerche internazionali sulle cause dei tumori nell’uomo e sui meccanismi di cancerogenesi, e di sviluppare strategie per la prevenzione e il controllo. L’Agenzia è impegnata in studi sia epidemiologici che di laboratorio, e divulga i risultati attraverso pubblicazioni, convegni, corsi e associazioni di ricerca.
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