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Comunicato n.4/2005 - Trattamenti antifumo, l'ISS studia i metodi per abbandonare il vizio
L'ISS ha valutato l'efficacia dei trattamenti di dissuefazione dal fumo effettuati nei centri antifumo del Servizio Sanitario Nazionale. Lo studio, il primo in assoluto, è di natura epidemiologica, ma ha indagato anche sugli aspetti motivazionali, mostrando che la terapia sostitutiva con nicotina insieme a quella di gruppo è la strategia vincente.
Chi si sottopone al trattamento con nicotina associato alla terapia di gruppo ha una probabilità doppia di riuscire a smettere di fumare rispetto a chi utilizza altri metodi. Chi intraprende questa terapia, infatti, in oltre il 60% dei casi riesce a smettere definitivamente dopo 6 mesi. Sono risultati, comunque, abbastanza efficaci tutti i trattamenti osservati, soprattutto se protratti per almeno 6 mesi. Lo studio, condotto dall'Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia ASL RM E, in 41 centri antifumo sparsi sull'intera penisola, è il primo ad aver misurato l'efficacia dei trattamenti utilizzati per smettere di fumare.
Si tratta del primo studio volto a valutare l'efficacia dei trattamenti di dissuefazione dal fumo - dichiara Enrico Garaci, Presidente dell'ISS - Per quest'indagine sono stati arruolati oltre due mila fumatori grazie alla preziosa collaborazione dei centri antifumo che operano su tutto il territorio nazionale riuscendo così a disegnare una mappa dei tipi di interventi e della loro efficacia verificata a distanza di tre, sei e 12 mesi offrendo, così, uno strumento concreto per capire quali siano globalmente le strategie migliori per aiutare i cittadini a smettere di fumare.
Dopo tre mesi dalla visita al centro, i ricercatori sono riusciti a contattare l'84% dei pazienti (1736 su 2059) e il 45% di loro ha riferito di aver smesso di fumare. Al follow-up a sei mesi, è stato possibile ricontattare 1362 persone, pari al 66% della popolazione che ha iniziato un percorso terapeutico: la proporzione di persone che riferisce di aver smesso di fumare è pari al 39%. Gli astinenti a 12 mesi sono invece il 40% tra coloro che sono stati ricontattati (il 47%).
Nello specifico, queste sono state le percentuali di successo osservate per ciascuna tipologia di trattamento:
<*>nicotina e terapia di gruppo: 64.7% (a tre mesi); 61.8% (a sei mesi); 52.6% (a 12 mesi)*>
<*>nicotina e counselling: 42.4%(a tre mesi); 38% (a sei mesi); 43.7% (a 12 mesi)*>
<*>nicotina: 44.7% (a tre mesi); 38.3% (a sei mesi); 38.4% (a 12 mesi)*>
<*>bupropione e counselling e/o gruppo: 62% (a tre mesi); 42.4% (a sei mesi); 47% (a 12 mesi)*>
<*>counselling: 25.8% (a tre mesi); 32.5% (a sei mesi); 34% (a 12 mesi)*>
<*>gruppo: 44.5% (a tre mesi); 32.3% (a sei mesi); 33.5% (a 12 mesi)*>
Si è trattato di uno studio particolarmente complesso ma anche particolarmente completo e ricco -- ha spiegato Roberta Pacifici, ricercatore presso l'Osservatorio Fumo, Alcol e Droga (OssFAD) dell'ISS. Oltre ai risultati dei test abbiamo analizzato anche le motivazioni a smettere e lo sforzo più importante è stato quello di unire i dati quantitativi sul numero di fumatori trattati con le indicazioni e le analisi che derivavano dai test psicologici. Tutti i metodi, comunque, se protratti per almeno sei mesi hanno dato buoni risultati, tutti superiori al 30%. L'indagine ha mostrato, infatti, che la proporzione di astinenti a sei mesi va da un minimo del 32.3% per la terapia di gruppo ad un massimo del 61.8% per il trattamento con nicotina associato alla terapia di gruppo. Proprio quest'ultima, infatti, si è rivelata la strategia vincente per riuscire a dire addio alle sigarette, visto che le probabilità di mantenere l'astinenza dopo sei mesi di trattamento sono risultate in media più del doppio rispetto a coloro che si sono sottoposti ad altri tipi di intervento.
Dall'analisi dei test psicologici utilizzati nel corso dell'indagine, inoltre, si sono potuti individuare alcuni fattori personali che, a prescindere dal tipo di trattamento, possono aumentare le probabilità di successo dei tentativi di smettere di fumare. Chi mostra un basso grado di dipendenza dal fumo e un normale stato dell'umore, chi si sente abbastanza forte da poter cambiare il proprio comportamento e le proprie abitudini, - spiega la Pacifici - chi si fida degli specialisti riconoscendo ai centri antifumo efficacia e affidabilità, ha senz'altro maggiori probabilità di successo.
Nello specifico, i ricercatori hanno osservato che i soggetti con una dipendenza molto forte dal fumo hanno circa il 50% di probabilità in meno di smettere di fumare a sei mesi; al contrario chi vive una relazione di coppia ha il doppio di probabilità di smettere rispetto ai single o ai separati, mentre chi si è già cimentato in precedenti tentativi di smettere di fumare presenta il 30% di probabilità in più di riuscire rispetto a chi non ha mai tentato.
Caratteristiche dei centri
Lo studio nazionale ha coinvolto 41 centri antifumo operanti nell'ambito del SSN in 16 regioni: 15 centri sono collocati all'interno delle Unità Operative di Pneumologia e Malattie Respiratorie, 15 sono collocati presso i Dipartimenti delle Dipendenze e 10 presso altri Istituti (medicina generale, medicina del lavoro...). Il 40% degli interventi effettuati nei centri attivi nelle U.O di Pneumologia è costituito dalla terapia con nicotina, il 33% dal counselling individuale e il 12% da terapia di gruppo. Nei centri collocati presso i Dipartimenti delle Dipendenze, la terapia con nicotina e quella di gruppo costituiscono rispettivamente il 30% e il 34% dei trattamenti, mentre la proporzione di interventi di counselling individuale è pari al 25%. Nei centri ubicati presso altri Istituti, la terapia con nicotina costituisce il 23% del totale degli interventi, il counselling e la terapia di gruppo rispettivamente il 35 e il 37%.
I dati relativi alle diverse tipologie di trattamento si riferiscono a 1307 persone (63%) tra quelle che hanno effettuato la prima visita presso il centro. In totale sono stati effettuati 2382 interventi, tre trattamenti in media per paziente. La terapia sostitutiva con nicotina costituisce il 31% dei trattamenti effettuati come anche il counselling individuale, la terapia di gruppo il 26% e il bupropione il 5%. Le terapie alternative costituiscono il 6% degli interventi: tra queste in circa il 43% dei casi si tratta di training autogeno.
Caratteristiche del campione
Le persone che hanno contattato i centri e iniziato un percorso terapeutico per la cessazione dell'abitudine al fumo, sono maschi nel 54% dei casi e hanno un'età media di 47 anni. Nel 66% dei casi si tratta di persone attive dal punto di vista lavorativo (impiegati o professionisti), il 46% ha un diploma di scuola media superiore e il 17% è laureato. Il 63% è sposato o convivente. Il 50% delle persone ha contattato il centro su indicazione del medico, mentre il 35% ha avuto indicazioni da amici o parenti. Il motivo principale che ha indotto le persone a contattare il centro è la presenza di problemi di salute (41% dei casi), il 34% delle persone decidono di iniziare un trattamento di disassuefazione per timore di eventuali future malattie, mentre il 20% dichiara di aver contattato il centro per motivi di autostima.
Per quanto riguarda l'abitudine al fumo, le persone che intraprendono una terapia di disassuefazione fumano in media da 29 anni, 24 sigarette al giorno e hanno iniziato all'età di 17 anni. Il 30% delle persone presenta una dipendenza da nicotina di livello medio e il 70% da forte a molto forte; inoltre, il 70% ha effettuato precedenti tentativi di smettere di fumare. Relativamente allo stile di vita, il consumo di caffè, in questa popolazione, è pari in media a tre tazzine al giorno; il 41% delle persone dichiara di bere più di due bicchierini di superalcolici alla settimana; infine, solo il 18% delle persone fa attività fisica regolarmente, mentre il 54% non pratica alcun tipo di attività fisica.