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Alcol, 'debolezza' femminile
Le donne che consumano alcol rappresentano nel 2002 il 60% circa della popolazione femminile. E sono proprio loro a pagare, in termini di salute, un prezzo più alto degli uomini, essendo dotate di un organismo più vulnerabile. Motivo di questa diversità è la loro differente struttura corporea e, quindi, una ridotta capacità di metabolizzare l'etanolo, che viene ossidato da un enzima, l'alcol deidrogenasi (ADH). Non riuscendo a metabolizzare bene questa molecola, le donne sono in grado di eliminare solo la metà dell'alcol che riesce a smaltire un uomo. Come dire che a parità di quantità ingerite le donne sperimentano in misura doppia gli effetti negativi dell'alcol.
Il picco più alto di consumatrici si registra nella fascia di età dai 25 ai 44 anni dove si passa dal 64,7% di bevitrici del 1998 al 68% del 2001, e in quella delle donne 'mature', tra i 45 e i 64 anni, dove si è passati dal 62,2% del 1998 al 68% del 2001. Proprio queste fasi della vita, per alcune donne, possono coincidere con i timori per la perdita della giovinezza, la riduzione della fertilità, la mancata realizzazione dei progetti giovanili, l'elaborazione di esperienze inadeguate in termini di relazione, di vita affettiva e familiare o che hanno portato a rotture di legami importanti. Donne che, spesso, si sentono 'divise' tra la necessità di affermarsi nel mondo del lavoro e quella di soddisfare i ruoli tradizionali di moglie e madre. Situazioni che possono creare disagi e conflitti e che, se non opportunamente canalizzate, possono predisporre all'alcoldipendenza. Non è certo un caso che i livelli più elevati di dipendenza da alcol si riscontrino tra le casalinghe e le pensionate.