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Comunicato n° 18/2003 Fumo, tra i giovani il vizio in lieve diminuzione ma continua la pioggia di messaggi televisivi
Oggi all’Istituto i dati sul fumo. Le analisi mostrano che le -bionde- affascinano di meno i ragazzi. Ma la TV non aiuta: un’indagine OSSFAD mostra che sulla TV passa in media un atto-fumo ogni trentadue minuti. Presentata anche un’indagine Doxa sul fumo e i minorenni: Il 12% fuma e più di un quarto di loro usa i distributori automatici
Sono adolescenti tra i 13 e i 17 anni, in maggioranza ragazzi, abitano al nord e fumano in media 7 sigarette al giorno che comprano quasi sempre da soli. Non lo fanno per bisogno, ma per imitare i grandi, in particolare i loro beniamini televisivi. E, nonostante tutto, fumano meno rispetto a tre anni fa. E’ questo l’identikit del giovane italiano col vizio della sigaretta tracciato dall’Osservatorio su fumo, alcol e droga (Ossfad) dell’Istituto superiore di sanità in occasione del V Convegno nazionale su tabagismo e Ssn in corso oggi all’Iss.
Emergono anche alcuni dati confortanti. Il primo mostra che l’attrazione delle -bionde- sui giovani è in diminuzione e che a smettere o a non iniziare affatto sono soprattutto le ragazze, forse per paura degli effetti antiestetici che la nicotina esercita sulla pelle. Negli ultimi tre anni, infatti, nella fascia di età 15-24, i fumatori maschi sono passati dal 37,7 per cento al 32,6 e le femmine dal 30,4 al 20,17 per cento. La seconda buona notizia è che gli adolescenti non sono quasi mai dipendenti dal fumo, il che lascia aperta la porta alla possibilità di interventi efficaci. Raggiungono difficilmente, infatti, un alto grado di assuefazione che si instaura solo dopo alcuni anni, soprattutto nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni.
Ma come si compone l’universo dei minorenni che fumano? Secondo l’indagine campionaria commissionata dall’’Ossfad alla Doxa per verificare la diffusione dell’abitudine al fumo nella popolazione giovanile italiana sono stati presi in esame 498 ragazzi tra i 13 e i 17 anni, intervistati telefonicamente nel periodo marzo-maggio 2003. E’ emersa una quota di fumatori pari al 12 per cento, concentrata nella fascia di età più avanzata, quella cioè dei 16-17 anni e nelle regioni del nord-est, seguite da quelle del nord-ovest. Il consumo medio di tabacco si attesta sulle 7 sigarette al giorno senza grandi differenze tra maschi e femmine.
Altro problema è l’accesso. L’87 per cento dell’esercito dei giovani fumatori acquista personalmente le sigarette, mentre solo il 13 per cento se le fa comprare da altri. Non è irrilevante, però la quota di coloro che si servono presso i distributori, che è il 35 percento, di cui oltre la metà vi accede una volta alla settimana. La maggior parte di loro inoltre ha meno di 16 anni.
Ma la lotta al fumo, oltre a scontrarsi con le multinazionali del tabacco impegnate nell’elaborare strategie di vendita sempre più attraenti, inciampa anche su un altro potente ostacolo: la televisione, che continua a proporre modelli positivi del fumo. Non a caso l’Oms ha definito i film “veicoli di morte” e come slogan per la Giornata mondiale senza tabacco del 31 maggio 2003 ha scelto “Moda e Film liberi dal tabacco: azione!”. Un monitoraggio eseguito dall’Ossfad nel 2001 sulle sei reti nazionali principali (le 3 reti Rai e le 3 reti Mediaste) ha riscontrato la presenza di un atto-fumo ogni 24 minuti. La stessa indagine condotta due anni dopo, con la medesima metodologia, ha evidenziato un atto-fumo ogni 32 minuti (vedi tabella 5), una differenza cioè trascurabile (eccezion fatta per Italia Uno dimostratasi la rete in assoluto più libera da atti-fumo).
La ricerca dell’Ossfad ha inoltre evidenziato dettagli importanti: in film, cartoon e video musicali (i generi più seguiti dai giovani), il 62 per cento delle azioni è risultato associato a personalità positive, vincenti, eroiche; il 38 per cento a personalità negative, a perdenti e vittime. Inoltre il 71 per cento degli atti-fumo si è svolto in contesti di successo, convivialità e seduzione, che stimolano la partecipazione emotiva del telespettatore, mentre il 29 per cento a stati di ansia, sconfitta, attesa. Si è visto, infine che nella fiction si fuma soprattutto all’interno di ambienti privati: nel 63 per cento dei casi in casa e in auto, nel 37 per cento nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nei locali chiusi (vedi tabelle 7, 8 e 9).