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Infezioni sessualmente trasmesse: progetto Iss per migliorare la diagnosi e l’assistenza
Iss 1 ottobre 2021 - Diagnosi precoce, miglioramento dell’assistenza e offerta di test gratuiti per la prevenzione e il controllo delle infezioni sessualmente trasmesse (IST): sono questi gli obiettivi del progetto CCM “Sperimentazione di nuovi modelli organizzativi integrati ospedale-territorio per la prevenzione e il controllo delle IST: percorsi diagnostico-assistenziali agevolati ed offerta di screening gratuiti mirati”, coordinato dal Centro Operativo AIDS (COA) dell’ISS e finanziato dal Ministero della Salute, presentato oggi presso l’Università Sapienza di Roma.
“Il progetto - spiega la dott.ssa Barbara Suligoi responsabile del COA - si propone di definire a livello nazionale nuove reti multidisciplinari integrate ospedale-territorio (hub-spoke), al fine di facilitare l’accesso dei cittadini con (o a rischio di) IST ad un’assistenza altamente specializzata nella diagnosi e cura delle IST ed allineata alle linee guida più recenti. Inoltre, il progetto vuole valutare la fattibilità e la sostenibilità di interventi di prevenzione, come le campagne gratuite di screening, dirette in particolare a popolazioni chiave: giovani, maschi che fanno sesso con maschi, migranti, donne, persone a rischio per infezione da HIV. Inoltre valuterà l’offerta gratuita di specifiche prestazioni diagnostiche ad alto impatto clinico-preventivo, interventi di informazione mirata a popolazioni target, al fine di ridurre l’incremento delle IST nel nostro Paese”.
Oltre al centro coordinatore, sono stati coinvolti l’Università Sapienza di Roma e 6 centri pubblici di riferimento per le IST situati in strutture ospedaliere/universitarie di grandi città: 3 al nord, 1 al centro e 2 nelle isole. Tali centri sono stati selezionati anche perché posizionati a diversi livelli di avanzamento logistico-organizzativo relativamente all’attivazione di reti per le IST: alcuni infatti hanno pianificato o stanno pianificando dei programmi mirati alle IST a livello regionale, provinciale o comunale, mentre altri non hanno ancora predisposto nulla in questo settore.
“L’integrazione tra il centro IST-hub e le strutture del territorio-spoke – conclude Suligoi - potrebbe costituire un modello innovativo trasferibile e adattabile ad altre realtà regionali, contribuendo ad uniformare un percorso diagnostico-assistenziale agevolato per le IST a livello nazionale. Riteniamo infatti che sia urgente abbattere le barriere all’accesso ai servizi per le IST nel nostro Paese, consentendo di allinearci ai livelli standard di altre nazioni europee”.
Questo progetto risponde infatti alla necessità di delineare il miglior modello assistenziale possibile per conseguire gli obiettivi indicati come prioritari dalle agenzie internazionali (WHO, ECDC, UNAIDS) e nazionali per la prevenzione e il controllo delle IST, obiettivi intesi anche a prevenire e ridurre la circolazione dell’HIV.