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Faq -Tasso di Incidenza per stato vaccinale e per diversa gravità della malattia da Covid-19: come si calcola
Ecco come vengono ottenute le incidenze riportate settimanalmente dall’Iss
11 gennaio 2021 -
Qual è l’incidenza settimanale di diagnosi, ricoveri e decessi per Covid?
Ogni settimana l’Iss pubblica le incidenze aggiornate, suddivise per età e status vaccinale, nel cosiddetto ‘report epidemiologico esteso’. All’interno sono presenti due tabelle, una con i ‘numeri grezzi’ relativi all’epidemia e una con i tassi di incidenza standardizzati per età e l’efficacia vaccinale aggiustata per età.
Come si calcola l’incidenza?
Per il calcolo delle incidenze non è possibile utilizzare le numerosità della popolazione indicate nella tabella con i numeri assoluti così come riportati, perché devono essere corrette per tenere conto di fattori come la diversa struttura per età e il periodo che intercorre tra la diagnosi e lo sviluppo delle conseguenze gravi della malattia. Come indicato nelle note del report, ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi riportati nella tabella si riferiscono al periodo della diagnosi per tener conto del tempo necessario all’aggravamento e dei ritardi di notifica. Il denominatore usato per il calcolo dei tassi è inoltre costituito dalla copertura vaccinale nei periodi di riferimento di ciascun outcome, ed è pesato per popolazione rispetto ai numeri ‘grezzi’, tiene conto cioè del fatto che il rischio cambia in funzione dell’età.
Perché bisogna usare una popolazione ‘standardizzata’?
Usare popolazioni cosiddette ‘standardizzate’, cioè stratificate per fasce di età, è necessario per ottenere un confronto il più possibile omogeneo tra vaccinati e non vaccinati. Questo perché la copertura vaccinale, il tempo dalla somministrazione ed il numero di dosi ricevute nel tempo, cambia per le diverse fasce di età. La stratificazione per età è quindi un criterio importante per un confronto più attendibile. Il calcolo del tasso complessivo totale che è quindi una misura che deve riassumere i valori specifici per ciascuna fascia di età viene calcolato come media pesata delle diverse incidenze (e cioè come tasso standardizzato sulla base della popolazione italiana del 2021 stratificata per età). Tale stratificazione e standardizzazione sono poi particolarmente importanti per i casi che sono stati ospedalizzati, ricoverati in terapia intensiva o che sono deceduti. Questo in quanto, al crescere dell’età, il rischio di questi eventi aumenta in maniera naturale sia per la ridotta risposta immunitaria che per la presenza di possibili comorbidità. Si segnala che dal tasso standardizzato, considerando la popolazione totale non stratificata per fascia di età, non è possibile ricavare il numero dei casi osservati. Questo può essere fatto utilizzando i tassi specifici e la popolazione riportata per ciascuna fascia di età. Bisogna quindi di porre particolare attenzione nel “ricalcolare” il numero dei casi dai tassi standardizzati totali. Si segnala inoltre che le popolazioni di riferimento per il calcolo dei tassi di ospedalizzazione, di ricovero in terapia intensiva o di decesso riferiscono a periodi diversi rispetto alla popolazione usata per il calcolo del tasso delle diagnosi complessive in quanto questi eventi richiedono un tempo più lungo per una loro osservazione.
Ma quindi il report è in ritardo rispetto alla situazione attuale?
Per i calcoli vengono scelti periodi temporali che tengono conto dei ritardi che sono intrinseci agli esiti (ad esempio i decessi si verificano ad esempio diversi giorni dopo le infezioni) , ma le proporzioni vengono mantenute al completamento dei dati individuali. Il calcolo delle incidenze è quindi rappresentativo.
Nei calcoli i vaccinati con due dosi vengono considerati non vaccinati?
No, nelle tabelle si distingue tra vaccinati con una dose, con due dosi da meno di 120 giorni, con due dosi da più di 120 giorni e con dose aggiuntiva/booster.