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Prescrizione sociale, disponibile la traduzione italiana della guida Oms
È disponibile la traduzione italiana del documento “A toolkit on how to implement social prescribing”, pubblicato a maggio 2022 dall’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) con l’obiettivo di fornire a organizzazioni, decisori e singoli professionisti sanitari una guida pratica per l’attuazione di un programma di prescrizione sociale da offrire ai cittadini e pazienti dei servizi sanitari. Come descritto nella guida, la prescrizione sociale è una pratica che permette ai professionisti sanitari di promuove il ben-essere dei cittadini e degli assistiti, indicando servizi e risorse presenti e attivi nella comunità locale in cui vivono. Questo approccio, salutogenico e biopsicosociale, è stato validato dalle prove scientifiche relative all’impatto dei fattori socio-economici sulla salute e risponde all’ipotesi che affrontare i determinanti sociali sia cruciale per migliorare i risultati di salute e qualità della vita.
Benché sia una pratica relativamente nuova nell'assistenza sanitaria, risultato di una alleanza e collaborazione con molteplici partner della comunità locale e il settore sanitario, la prescrizione sociale è una pratica già in uso in diversi Paesi europei ed extraeuropei, in particolare nel Regno Unito dove a livello locale è una realtà organizzativa ben consolidata.
Il documento dell’OMS, oltre a fornire strumenti operativi, illustra un modello organizzativo di assistenza sanitaria (territoriale e ospedaliera) basata sulla promozione della salute e sulla prevenzione con l’intervento precoce rispetto alle scelte comportamentali favorevoli alla salute e protettive nei confronti delle malattie cronico-degenerative. L’utilizzo, organizzato e accompagnato, delle risorse culturali e sociali, già presenti nei territori, valorizza l’esperienza di sé e la relazione con l’altro e con la comunità. Molte sono le pratiche salutogeniche prescritte: movimento e attività fisica, alimentazione salutare, gestione dello stress e dei comportamenti a rischio (es. fumo, alcol…), esperienze artistiche e culturali, opportunità di socializzazione…
Un modello di prescrizione sociale
Un percorso classico di prescrizione sociale prevede che il professionista sanitario delle cure primarie, accertata la necessità del proprio assistito/paziente di avvalersi di questo approccio, lo indirizzi a un operatore di collegamento (link worker) fra il servizio sanitario e i servizi e le risorse presenti nella comunità. L’operatore di collegamento (un professionista dei servizi sociali, del terzo settore o una figura coinvolta ad hoc) lavora con l’assistito/paziente per sviluppare un piano di ben-essere personalizzato e appropriato ai suoi bisogni e invia la persona a uno specifico servizio della comunità per partecipare ad attività individuali o di gruppo, dall’attività fisica alle attività artistiche, occupazionali o di volontariato, dal supporto abitativo alla consulenza per l’accesso al credito. I progressi legati alla partecipazione all’attività vengono riportati periodicamente all’operatore di collegamento e al professionista sanitario. Un sistema di monitoraggio, in capo ai servizi sanitari o un’organizzazione affidataria, valuterà l’andamento della adesione e dei miglioramenti relative alla salute della popolazione e sosterrà il modello organizzativo e le collaborazioni per promuove l’equità di accesso.
La prescrizione sociale rappresenta una concreta interpretazione delle comunità locali che promuovono ben-essere sostenibile, come indicato nell’ultimo aggiornamento della “Carta della Promozione della Salute” (OMS, Carta di Ginevra, 2021). I punti di forza della prescrizione sociale sono principalmente due: mettere al centro la persona e i suoi bisogni, concentrandosi sulle competenze e le potenzialità; fornire un collegamento a servizi che, nella maggior parte dei casi, sono già disponibili nelle comunità locali, quindi in grado di generare un impatto significativo a un costo relativamente basso.
In quest’ottica, le comunità locali sono premessa e risultato di società attente alle ricadute sulla salute e all’equità.
I destinatari
Sebbene la prescrizione sociale possa giovare a chiunque, gli studi indicano che le persone più fragili sono quelle che possono trarne maggiori benefici. In particolare:
• persone con patologie croniche o con fattori di rischio per queste
• persone sole o socialmente isolate
• persone ad alto rischio di disturbi mentali
• persone vulnerabili, ad esempio a causa dell'età o della loro condizione socio-economica.
In questi gruppi, la prescrizione sociale mette i destinatari in condizione di prendersi cura della propria salute e del proprio ben-essere e riduce la pressione sui sistemi sanitari. Inoltre, questa pratica può contribuire ad aumentare l'equità nella salute, riducendo le disuguaglianze di salute all'interno di una comunità locale.
Le fasi
Il documento individua le sette fasi chiave per l’attuazione di un programma di prescrizione sociale. Ogni fase descritta è corredata di esempi pratici e strumenti operativi tratti da esperienze già realizzate in diversi Paesi con l’obiettivo di supportare chi desideri mettere in pratica questo approccio.
Fasi chiave della prescrizione sociale:
• Analizzare la situazione
• Costituire un gruppo di riferimento centrale per l’attuazione
• Sviluppare un piano di lavoro per l’attuazione
• Mappare le risorse della comunità locale
• Coinvolgere tutti (settori sanitario, sociale e del volontariato, operatori di collegamento)
• Formazione degli operatori di collegamento
• Monitoraggio e valutazione.
• L’ordine in cui le fasi vengono realizzate può variare a seconda del contesto e delle circostanze specifiche.
In Italia
Nel nostro Paese sono stati avviati percorsi pilota di programmi di prescrizione sociale per ri-orientare i servizi sanitari in un’ottica di cure primarie di prossimità, di alleanze-reti tra servizi (ospedale e territorio) e soggetti istituzionali e informali della comunità locale. Il Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2020-2025, per esempio, ha previsto la realizzazione di azioni per l’attivazione e il monitoraggio di gruppi di cammino di cittadini, di gruppi di attività fisica/motoria AFA/AMA), di gruppi di esercizio fisico strutturato e di luoghi di lavoro che promuovono pratiche salutari. Il Piano della Cronicità prevede i percorsi di salute diagnostico-assistenziali per pazienti con patologie croniche con un’attenzione alla promozione di comportamenti salutari. Le Case delle Comunità, in dialogo con le amministrazioni comunali e il terzo settore, sostengono i cittadini e i pazienti proponendo pratiche di promozione della salute, valorizzando le risorse e le relazioni di prossimità del territorio in cui abitano.
Diversi sono anche i progetti italiani di pratiche culturali riconosciuti a livello europeo:
• la rete di MTA – Musei Toscana per l’Alzheimer
• il progetto nazionale Nati per Leggere
• il programma nazionale Dance Well per le persone con il Parkinson
• la rete “Archivi e salute” che ha avviato una sperimentazione di prescrizione sociale creativa per anziani con demenza e Alzheimer.
Infine, anche lo studio multinazionale coordinato dall'OMS “Music and Motherhood” ha valutato la fattibilità dell’attuazione in Danimarca, Italia e Romania di un intervento di canto di gruppo a sostegno di madri con sintomi di depressione post partum, già sperimentato con successo nel Regno Unito. L’esperienza italiana, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione con i servizi consultoriali territoriali della ASL Città di Torino, dell’AULSS 6 Euganea e della ASL Roma 2 e con l’associazione CCW-Cultural Welfare Center, può essere considerata un case study multicentrico di potenziale prescrizione sociale.
Il CCW, nato durante il lockdown in risposta alle sfide di salute accentuate dalla pandemia, tra le proprie linee di intervento agisce nella ricerca-azione e diffonde ricerche internazionali, cooperando con alleati strategici come le Fondazioni Compagnia di S. Paolo e Monte dei Paschi di Siena. Nel 2020 CCW ha tradotto e diffuso in Italia, in collaborazione con DoRS Regione Piemonte e Fondazione Medicina a Misura di Donna, il rapporto “What is the evidence on the role of the arts in improving health and well-being? A scoping review” pubblicato dall’OMS nel 2019. Il documento riconosce un ruolo importante delle arti nella promozione della salute e nella prevenzione e trattamento delle malattie sia nel caso di partecipazione spontanea sia nel caso in cui le persone siano indirizzate alle attività artistiche nell’ambito di programmi di prescrizione sociale, e ha generato nel nostro Paese una svolta su questa risorsa in termini di consapevolezza e modelli di intervento.
L’auspicio è che la disponibilità della traduzione italiana del Kit, curata da ISS, CCW e DoRS Regione Piemonte, in collaborazione con Centro BACH-Università̀ di Chieti e Pescara, Centro per la Salute del Bambino e Fondazione Medicina a Misura di Donna, possa favorire la diffusione di questo tipo di esperienze e pratiche anche nel nostro Paese.
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