Etologia applicata all'interazione uomo-animale (Pet therapy)
L’utilizzo degli animali a fini terapeutici ha radici molto antiche. Oggi è ormai diffusa la nozione che un animale da compagnia, oltre a garantire la sostituzione di affetti mancanti o carenti, possa favorire i contatti interpersonali attraverso meccanismi di facilitazione sociale. Negli ultimi decenni, inoltre, è stato dimostrato un effetto diretto del legame con un animale da compagnia su parametri psicofisiologici collegati alla saluta umana. La vicinanza con un animale da compagnia (pet) è stata associata con un minor rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, con una minore concentrazione di ormoni indicatori di stress, nonché con il rilascio di neurotrasmettitori capaci di facilitare i rapporti sociali (ossitocina).
In questo senso la relazione con un pet, aiutando ad affrontare condizioni di stress o di conflittualità, rappresenta un potenziale supporto per individui con problemi di comportamento sociale e di comunicazione, come bambini, anziani, disabili, pazienti psichiatrici. Ma cosa sappiamo dei benefici dell’interazione uomo-animale sulla cura di diverse patologie umane? Qual è il contributo della ricerca per assicurare interventi di alta qualità e basati su evidenze scientifiche? Quali sono le implicazioni etiche, le potenzialità e i limiti di applicabilità di tali approcci innovativi a determinate patologie umane? Queste e molte altre domande nascono dal sempre più crescente interesse nei confronti dell’interazione con l’animale finalizzata alla promozione della saluta umana, intesa dal punto di vista non solo fisico, ma anche sociale, emozionale e cognitivo.
Se il termine di Pet therapy ha per molti anni implicato approcci metodologicamente strutturati che si basano sull’interazione uomo-animale, questo termine è stato successivamente sostituito con quello più appropriato di Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), un termine generale per indicare diversi tipi di interventi: a valenza terapeutica, riabilitativa, educativa, didattica e ricreativa, che prevedono il coinvolgimento di animali domestici e che sono rivolti prevalentemente a persone affette da disturbi della sfera fisica, neuromotoria, mentale e psichica, ma possono anche essere indirizzati a individui sani. In base agli ambiti di attività, gli IAA si classificano in:
1. Terapia Assistita con gli Animali (TAA): intervento di supporto ad altre terapie (co-terapia) finalizzato alla cura di disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale rivolto a soggetti affetti da patologie fisiche, psichiche, sensoriali o plurime, di qualunque origine. L’intervento è personalizzato sul paziente e richiede apposita prescrizione, rilasciata dal medico di medicina generale, corredata da relazione del medico specialista o dello psicologo-psicoterapeuta. La riabilitazione equestre è una terapia assistita con gli animali che prevede l’impiego del cavallo.
2. Educazione Assistita con gli Animali (EAA): intervento di tipo educativo e/o rieducativo rivolto sia a soggetti sani che diversamente abili e a persone affette da disturbi del comportamento. L’EAA mira a migliorare il livello di benessere psico-fisico e sociale e la qualità di vita della persona, a rinforzare l’autostima e a ricreare il senso di normalità del soggetto coinvolto. Attraverso la mediazione degli animali domestici vengono attuati anche percorsi di rieducazione comportamentale. L’EAA trova quindi applicazione in diverse situazioni quali: prolungata ospedalizzazione o ripetuti ricoveri in strutture sanitarie; difficoltà dell’ambito relazionale nell’infanzia e nell’adolescenza; disagio emozionale; difficoltà comportamentali e di adattamento socio-ambientale; situazioni di istituzionalizzazione di vario tipo (istituti per anziani e per pazienti psichiatrici, residenze sanitarie assistenziali -RSA-, orfanotrofi, comunità per minori, carceri, ecc.); condizioni di malattia e/o disabilità che prevedano un programma di assistenza domiciliare integrata.
3. Attività Assistita con gli Animali (AAA): intervento ludico-ricreativo a carattere occasionale rivolto a varie categorie di utenti, sia a soggetti sani che diversamente abili, finalizzato a migliorare la qualità della vita. Nelle AAA la relazione con l’animale costituisce fonte di conoscenza, di stimoli sensoriali ed emozionali; tali attività sono rivolte al singolo individuo e/o ad un gruppo di individui (anziani, soggetti con disabilità intellettiva e/o fisica, minori ospitati in comunità di recupero, persone ospedalizzate, alunni nel contesto scolastico). Le AAA in alcuni casi sono propedeutiche all’EAA o alla TAA e sono finalizzate allo sviluppo di competenze attraverso la cura dell’animale, all’accrescimento della disponibilità relazionale e alla stimolazione dell’attività motoria.
Gli animali più utilizzati sono senza dubbio i cani che, grazie ad una lunghissima storia di co-evoluzione con gli esseri umani, hanno sviluppato un sistema comune di comunicazione con l’uomo. Durante l’ultimo decennio inoltre, all’interno del concetto del “Green care”, il ruolo terapeutico di cavalli, asini e dei cosiddetti “farm animals” è stato ampiamente finalizzato al miglioramento della qualità di vita di persone con problemi fisici, psichiatrici o sociali.
I potenziali benefici ricavabili da diversi tipi di interazioni uomo-animale sulla cura di diverse patologie ha dato il via adun fiorire di progetti e pubblicazioni sul tema, ma, sebbene le evidenze sull’efficacia di questi interventi in diverse popolazioni cliniche siano crescenti, gli studi scientifici che ne mostrino l’effettiva utilità sono ancora molto carenti. Iniziative che utilizzano soggetti animali a fini terapeutici spesso si basano su iniziative spontanee e sono caratterizzate da una notevole eterogeneità, sia per quanto riguarda il percorso formativo degli operatori, sia per la tipologia degli utenti e le metodologie adottate. E’ quindi particolarmente sentita l’esigenza di sviluppare metodologie appropriate e impieghi terapeutici mirati a specifiche patologie, incluse le psicopatologie.