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CS N°33/2013 Sopravvivenza ai tumori: Italia sopra la media europea
ISS 5 Dicembre 2013
In Italia i pazienti oncologici sopravvivono ai tumori di più rispetto alla media europea. Lo dimostra lo studio EUROCARE-5, condotto dai ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e dell’Istituto superiore di Sanità e pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet Oncology.
EUROCARE-5 è la più vasta indagine sulla sopravvivenza per tumore, che copre oltre il 50% della popolazione europea adulta (461 milioni) e il 77% di quella infantile (59 milioni).
L’Italia si è dimostrata essere tra i Paesi dove a 5 anni dalla diagnosi di un tumore si sopravvive di più. Le differenze maggiori si osservano per i tumori dello stomaco (sopravvivono a 5 anni dalla diagnosi il 32% di persone in Italia rispetto al 25% della media europea), del rene (67% contro il 61%), della prostata (89% contro il 83%), del colon (61% contro il 57%), e della mammella (86% contro il 82%).
Molte le differenze in Europa. Nonostante i miglioramenti nella diagnosi precoce e nel trattamento dei tumori dell’ultimo decennio la sopravvivenza varia notevolmente a seconda del Paese in cui si vive: in particolare in Europa occidentale si vive di più rispetto ai Paesi orientali.
Aumenta in generale la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi per tutti i tumori nei bambini: a 5 anni dalla diagnosi la sopravvivenza europea è del 79% nel periodo di studio (2005-2007) con un lieve aumento rispetto al passato (76 % nel periodo 1999-2001).
Il lavoro ha messo in luce la sopravvivenza ai dieci tumori più diffusi attraverso l’analisi dei dati provenienti dai registri di tumore di 29 Paesi europei per confrontare la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di oltre 10 milioni di adulti e 60.415 bambini europei diagnosticati tra il 2000 e il 2007 e osservati fino al 2008.
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Questo studio, che fa parte del più vasto progetto EUROCARE che sta monitorando la sopravvivenza ai tumori nei paesi europei da oltre 20 anni, sarà presentato oggi dai ricercatori nel corso di un incontro che si terrà nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles con l’obiettivo di individuare le cause di tali differenze geografiche e sviluppare misure correttive per il futuro.
I tumori degli adulti: la fotografia dell’Europa
La buona notizia è che il numero di adulti che sopravvivono almeno 5 anni dopo una diagnosi di tumore è aumentato costantemente nel tempo in tutta Europa - spiega Roberta De Angelis, ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità, tra gli autori dello studio - Questo è in gran parte da attribuirsi all’incrementata diffusione dei programmi di screening e ai progressi dei protocolli di cura. Tuttavia continuano a sussistere grandi differenze di sopravvivenza tra le regioni Europee, differenze che si vanno riducendo per alcuni tumori, in particolare per mammella, colon retto, prostata e melanoma della pelle, ma anche ampliando per altri, come ad esempio per i linfomi
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I paesi con la sopravvivenza più bassa per la maggior parte dei tumori si trovano in Europa orientale e in qualche caso il divario tra l’Est e l’Ovest si sta riducendo rispetto al passato. Per esempio si registrano miglioramenti nel confronto tra l’Europa orientale e occidentale nella sopravvivenza al cancro del seno: la differenza per questa patologia è diminuita di circa il 20% nel periodo 2005-2007 rispetto a una precedente analisi svolta sul periodo dal 1999 al 2001.
Anche in Europa occidentale ci sono dei Paesi che hanno una minore sopravvivenza rispetto alla media per molti tumori diffusi: si tratta di Regno Unito e Irlanda.
Se si guarda ad esempio al tumore del colon qui la sopravvivenza è del 52 % mentre la media europea è del 57%; per l’ovaio sopravvivono a 5 anni dalla diagnosi il 31% contro una media del 38%; per il rene la differenza è ancora maggiore (48 % verso 61 %).
In questo scenario l’Italia, insieme a Paesi come il Portogallo e la Spagna, è tra i Paesi a migliore sopravvivenza in Europa per la maggior parte dei tumori. Livelli elevati si riscontrano anche nei Paesi Nordici (ad eccezione della sola Danimarca) e i Paesi dell’Europa centrale: Austria, Belgio, Francia, Germania, Svizzera e Paesi Bassi.
Lo studio ha evidenziato anche che gli aumenti di sopravvivenza più significativi tra il 1999 e il 2007 sono avvenuti per il tumore della prostata (da 73% nel 1999-2001 all’82% nel 2005-2007), il tumore del retto (52 % rispetto al 58%) , il linfoma non-Hodgkin (54% rispetto al 60%).
Milena Sant, ricercatrice dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano spiega: Le ragioni delle differenze geografiche spesso non sono semplici da rintracciare. Se in generale potrebbe sembrare che maggiori siano gli investimenti in sanità maggiore è la sopravvivenza non è sempre così. Ad esempio la Danimarca pur avendo un buon sistema sanitario ha una sopravvivenza più bassa rispetto ad altri Paesi. Una riflessione - prosegue Milena Sant - riguarda il tumore della prostata. Per questa patologia è aumentata la sopravvivenza ma anche il numero delle diagnosi. Questo può dipendere dalla diffusione del test del PSA che identifica tutti i tumori alla prostata anche quelli asintomatici. Questo porta a registrare molti più casi di questo di tumore, anche quelli non maligni. È necessaria dunque una riflessione se non sia preferibile scegliere altri tipi di diagnosi. All’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ad esempio, vengono condotti programmi di sorveglianza attiva per individuare quali tumori della prostata siano davvero maligni
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I tumori nei bambini
Lo studio ha analizzato anche la sopravvivenza ai tumori nei bambini (da 0 a 14 anni). La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi per tutti i tumori equivale al 79% nel periodo di osservazione di studio (2005-2007) con un lieve aumento rispetto al passato (76 % nel periodo 1999-2001).
Gli aumenti più significativi della sopravvivenza ai tumori nell’infanzia riguardano l’Europa orientale, dove si è passati dal 65 % nel periodo 1999-2001 al 70% nel periodo 2005-2007 - spiega Gemma Gatta, ricercatrice dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, tra gli autori dello studio EUROCARE-5 - Tuttavia abbiamo osservato ancora grandi differenze in Europa, che vanno da un minimo del 70% in Europa orientale fino all’80% nei paesi del nord, del centro e del sud Europa
. Per i tumori del sangue come le leucemie e i linfomi non-Hodgkin, che rappresentano oltre un terzo dei tumori infantili - prosegue Gemma Gatta - il rischio di morte entro 5 anni dalla diagnosi è diminuito in media del 4-6% all’anno. Non tutti i principali tumori infantili però hanno visto questi miglioramenti. Ad esempio la sopravvivenza per i tumori del sistema nervoso centrale, il secondo tipo di cancro più comune nei bambini, rimane bassa (58%)
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