Home
Tumori: i dati dell’ISS sullo screening cervicale
ISS 27 luglio 2011
Le donne italiane si sottopongono regolarmente allo screening cervicale ma resiste un decific abbastanza alto in alcune regioni. E’ questo in sintesi il dato che emerge dal
Nello screening cervicale la quota di adesione spontanea è rilevante: a livello nazionale si stima infatti che
quasi quattro donne su dieci (38%) abbiano eseguito il test di screening al di fuori del programma organizzato. Considerando solo le Asl che hanno partecipato alla sorveglianza per l’intero periodo 2007-2010 (pool omogeneo), si osserva che la copertura complessiva al test di screening è rimasta sostanzialmente stabile tra il 2007 al 2009 e leggermente migliorata nel 2010.
La copertura al test di screening è maggiore nelle donne di 35-49 anni (82%), in quelle coniugate (79%) e
conviventi (80%) e nelle italiane rispetto alle straniere (77% vs. 69%). La copertura tende a crescere all’aumentare del livello d’istruzione ed è maggiore nelle donne che riferiscono di non avere difficoltà economiche. L’analisi multivariata conferma le associazioni rilevate.
I dati sul tumore
Nel mondo, quello del collo dell’utero è il secondo cancro della donna per frequenza e, in Italia rappresenta quasi il 2% di tutti i tumori maligni femminili. Secondo le rilevazioni dei Registri tumori, nel periodo 2003-2005 nel nostro Paese si sono verificati 8,6 casi per 100.000 donne: un dato che, rispetto al passato, è in lenta ma continua diminuzione, in parte attenuata dall’invecchiamento della popolazione. Con questa incidenza bisogna attendersi che, nell’arco della propria vita, una donna ogni 147 sarà destinata ad ammalarsi di cancro del collo dell’utero e una ogni 874 a morirne. Nel 2007, i decessi per cancro della cervice uterina in Italia sono stati ancora 471. Eppure, almeno teoricamente, la mortalità per cancro del collo dell’utero sarebbe del tutto evitabile grazie alla diagnosi precoce con Pap test, la cui esecuzione è raccomandata ogni tre anni alle donne, a partire dai 25 anni fino ai 64 anni di età. In Italia, il ministero della Salute raccomanda ai servizi sanitari (vedi il documento completo o il vademecum) l’esecuzione di screening di popolazione, cioè un programma organizzato in cui le donne nella fascia d’età a rischio vengono invitate a intervalli regolari per fare il Pap test. Tuttavia il Pap test viene effettuato anche al di fuori di programmi organizzati, su iniziativa personale della donna, nell’ambito del rapporto con il proprio ginecologo o in altri contesti. L’Osservatorio nazionale screening svolge il monitoraggio dell’andamento di questi programmi: nel 2009 le donne italiane di 25-64 anni, residenti in aree dove è attivo un programma di screening organizzato, erano più di 13 milioni (78,4% della popolazione target). L’estensione dei programmi è ormai ampia nelle Regioni del Nord e del Centro Italia e gradualmente aumenta anche in quelle meridionali. Il sistema Passi rileva, richiedendolo direttamente alle donne, se e quando è stato effettuato il Pap test e se è stato eseguito all’interno del programma di screening organizzato dalla Asl oppure su iniziativa personale.