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Al via la Strategia Mondiale per la riduzione del consumo nocivo di alcol

Pubblicato 21/05/2010 - Modificato 10/02/2020

ISS 21 maggio 2010

di Emanuele Scafato, Direttore del Centro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per la Promozione della salute e la Ricerca sull'Alcol e dell'Osservatorio Nazionale Alcol-CNESPS dell'Istituto Superiore di Sanità

Dopo decenni di discussioni e un lungo processo di consultazione e di creazione di consenso le Nazioni afferenti all'Assemblea Mondiale della Sanità riunita nella sede di Ginevra dell'Organizzazione Mondiale della ha adottato la prima strategia globale per ridurre l'uso rischioso di alcol.
L'OMS stima che l'alcol è causa di 2,5 milioni di morti l'anno, 320mila tra i 15 ed i 29 anni. Il 3,8 per cento di tutte le morti sono attribuibili all'alcol nel mondo, il doppio in Europa con un sempre più evidente impatto causale su patologie importanti come il cancro, le patologie vascolari, quelle epatiche e nei giovani gli incidenti stradali, i suicidi, la violenza'. L'alcol è il terzo fattore di rischio importante per morti premature e disabilità nel mondo, il secondo in Europa, la parte del mondo con i più elevati consumi alcolici ed il più elevato impatto registrato in termini di disabilità, mortalità prematura e malattia.
La risoluzione adottata all'unanimità da 193 Stati membri condivide la necessità e l'urgenza di azione e di una articolata strategia di prevenzione. Le raccomandazioni, redatte dopo due anni di dibattito, non sono vincolanti, ma servono come orientamento per tutte le nazioni nel mondo.

Attraverso alcuni principi che fanno da guida la strategia sollecita una attenta valutazione delle opzioni che le politiche di prevenzione e di controllo sull'alcol devono considerare per superare le barriere che impediscono la fruizione del diritto della persona a vivere in un ambiente protetto dalle conseguenze negative dell'alcol. Un invito alla responsabilità, quello dell Strategia, che sintetizza l'approccio da perseguire nel breve, medio e lungo termine; responsabilità dell'individuo, della famiglia ma anche responsabilità etica delle imprese, del modno della produzione, della distribuzione, del marketing e delle stesse istituzioni invitate a seguire le buone pratiche basate sull'evidenza e sull'efficacia delineate attraverso un manuale predisposto per i policy makers al quale il Centro OMS per la Ricerca sull'Alcol dell'ISS ha contribuito identificando le azioni efficienti da produrre quale base per la cornice legale e scientifica della strategia.

Responsabilità, ma anche incremento della consapevolezza e catalizzazione dell'azione comunitaria orientate a tutelare in particolare i bambini, gli adolescenti, le donne e gli adulti che scelgono di non consumare.
Dieci aree di azione che evidenziano le priorità da perseguire attraverso convinte opzioni di policy ed interventi che ribadiscono le evidenze scientifiche disponibili. Nella strategia si sottolinea, ad esempio che vi è una forte evidenza che un basso limite per la concentrazione di alcol nel sangue (0,02-0,05 per cento) è efficace nel ridurre incidenti alcol al volante e che l'alcol è oggi più abbordabile - minore è il prezzo, maggiore è il consumo e più elevato il livello di danni derivanti che possono essere arginati attarverso la fissazione di un prezzo minimo per unità di alcol capace di influire sulla riduzione del consumo e sui danni alcol-correlati. Ventiquattro pagine dense di indicazione anche relative alle misure legislative e alle politiche di controllo da adottare e che tentano di contrastare i fattori che favoriscono il rischio e che non proteggono, ad esempio, i minori dagli effetti negativi di una società in cui l'alcol ha assunto un valore di uso, per gli effetti che produce sull'individuo, e non solo di consumo.

Le conseguenze negative dell'uso rischioso e nocivo di alcol si registrano anche a livelli bassi di consumo rappresentano un onere per le famiglie, le società e impattano sui sistemi sociali e sanitari spesso ignorati nonostante l'evidenza che l'onere sostenuto sia in crescita. Un fenomeno la cui gravità è oggi condivisa da 193 Stati membri e che richiede un forte sostegno finanziario alla prevenzione e un investimento reale nella ricerca e nel monitoraggio che oggi, anche in Italia, destina risorse inadeguate rispetto all'investimento che sappiamo destinato dal mondo della produzione al marketing delle bevande alcoliche e che supera di 160 volte quello oggi destinato alla prevenzione e alla tutela dal rischio alcolcorrelato.
Obiettivi negletti in particolare per gli anziani ed i minori che la strategia riconosce come i più vulnerabili ed i più esposti al danno alcolcorrelato che richiede un serio e strutturato approccio rivolto alla identificazione precoce e all'intervento attraverso gli strumenti, come l'AUDIT, che il Centro OMS, l'Osservatorio Nazionale Alcol-CNESPS in collaborazione con la Società Italiana di Alcologia OMS hanno da anni contribuito a validare anche in Italia e che oggi è più che mai indispensabile integrare nella pratica clinica e ambulatoriale quotidiana attraverso una formazione del personale sanitario che oggi è carente sulla base dei riscontri fatti a livello europeo conclude Scafato con la speranza che la sensibilità e la cultura della prevenzione del rischio e del danno prevalga su quella della cura tardiva della dipendenza e si affermi nell'interesse della collettività.
Il Centro OMS per la Ricerca sull'Alcol dell'Istituto Superiore di Sanità collaborerà per il prossimo triennio per il monitoraggio internazionale dell'implementazione delle alcohol policy che deriveranno dall'adozione Global Strategy to reduce the harmful use of alcohol ed ha ricevuto l'incarico di coordinare la definizione del prossimo Piano d'Azione Europeo sull'Alcol che partirà nel corso della riunione delle 53 National Counterparts afferenti alla Regione Europea dell'OMS prevista a Madrid nei giorni 14-16 giugno sotto l'egida della Presidenza spagnola della EU.


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