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Pet Therapy in Italia: un fenomeno in evoluzione. I dati del Centro-Nord

Pubblicato 04/02/2008 - Modificato 10/02/2020

ISS 04/02/08

Medico è quasi sempre il cane, in pochi altri casi il gatto o il cavallo, coadiuvati nella loro preziosa, inconsapevole attività da un team di umani (veterinari, psicologi, insegnanti). Pazienti sono perlopiù i bambini e gli anziani, affetti da disabilità fisiche e mentali. Si tratta della Pet Therapy, come viene genericamente chiamata la terapia che prevede l’utilizzo di animali domestici per assistere e migliorare lo stato fisico, sociale, emotivo e cognitivo di particolari pazienti. Di questa attività si è occupato l’Istituto Superiore di Sanità che, in collaborazione con la facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bologna, ha condotto un censimento di tutte le attività e terapie assistite con gli animali svolte nella regione Emilia Romagna, pubblicato in un Rapporto ISTISAN, a cura di Enrico Alleva, Direttore del Dipartimento di Biologia Cellulare e Neuroscienze dell’ISS, e Francesca Cirulli, ricercatrice presso lo stesso Dipartimento. Lo scopo: identificare il profilo professionale degli operatori, il percorso formativo degli animali impiegati, la tipologia degli utenti e dei loro disturbi, e la tipologia delle strutture in cui sono stati svolti i progetti.

Dal censimento è emersa una realtà assai eterogenea, sia per quanto riguarda le metodologie impiegate, che per i profili formativi degli operatori. A quest’ultimo proposito, è stato rilevato che la maggior parte degli operatori (86%) è in possesso della qualifica di Referee Pet Operator o di Operatore Pet Partner, conseguita in seguito a corsi strutturati in associazioni cui fanno capo soprattutto medici veterinari. Prevalentemente si tratta di laureati in Scienze dell’Educazione o Scienze della Formazione (23%), in Medicina Veterinaria (20%) e in Psicologia (14%).

I progetti assistenziali riguardano soprattutto attività di TAA (Animal-Assisted Therapies) e AAA (Animal Assisted Activities), rispettivamente: 59% e 23%. Il percorso formativo degli animali coinvolti, perlopiù cani provenienti da allevamenti amatoriali - ma anche da canili e da allevamenti professionali – consiste nel corso per Coppia Pet Partner Certificata, finalizzato ad ottenere cani con la certificazione SIUA (Scuola di Interazione Uomo Animale), nel caso di Operatore Pet Partner. Nel caso di Referee Pet Operator, invece, il percorso formativo dell’animale afferente al gruppo (ma non formante coppia certificata) consiste in corsi di Educazione di Base e Educazione alla Relazione.

I soggetti ai quali si rivolgono principalmente le attività e terapie assistite sono bambini e anziani. I bambini coinvolti sono in genere affetti da sindrome di iperattività, deficit di apprendimento, sindrome di Down, ritardo mentale, difficoltà di linguaggio e comunicazione di vario grado, nonché bambini ospedalizzati. Nel caso degli adolescenti si tratta di soggetti con handicap fisico o psichico e problematiche di disagio e disadattamento sociale. Tra gli adulti vi sono soggetti oligofrenici (nei quali si è verificato un arresto congenito o precoce dello sviluppo dell'intelligenza) con sintomi schizofrenici e disturbi relazionali, casi di autismo, psicosi, handicap mentale grave, demenza senile precoce e ritardo mentale. Negli anziani infine, le patologie abitualmente trattate sono la demenza senile e l’Alzheimer, gli stati d’ansia e quelli confusionali, le disabilità fisiche e mentali, i disturbi motori.

Gran parte delle strutture dove vengono attuati i progetti di Pet Therapy sono strutture pubbliche (84%), mentre il restante 16% delle strutture ha carattere privato. Complessivamente nella regione Emilia Romagna, tra il 2001 e il 2006 sono stati censiti 37 progetti di AAA, 92 progetti di TAA, 26 progetti di zoo antropologia didattica rivolta a bambini e adulti e 3 progetti di AAA che prevedono l’affido temporaneo o permanente del cane presso la struttura in cui vengono svolte le attività. Gli operatori coinvolti sono stati 41, mentre il numero totale degli animali afferenti agli operatori è pari a 56, di cui 43 cani. Il numero minimo stimato di soggetti che hanno beneficiato delle prestazioni erogate nel periodo 2001-2006 si attesta intorno a 407.


Gli altri studi

I risultati del censimento effettuato in Emilia Romagna sono suffragati da un altro studio effettuato da Matteo La Pira della facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Firenze, e da Laura Beani del Dipartimento di Biologia animale e Genetica dell’Università di Firenze, su un’area più estesa del Centro-Nord Italia. Le regioni coinvolte sono state Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo e Molise. La raccolta di informazioni per questa indagine è avvenuta attraverso la somministrazione di un questionario di autovalutazione a persone professionalmente coinvolte nella Pet Therapy. L’indagine ha inoltre preso in considerazione, accanto alle AAA e alle TAA, anche le attività di Educazione Assistita dagli Animali (EAA), volte a promuovere, attraverso progetti avviati prevalentemente nelle scuole materne o elementari, l’interazione dei bambini con l’ambiente e con il mondo animale.

Dai risultati è emerso che le figure professionali principalmente presenti in tutti i tipi di intervento sono gli operatori di Pet Therapy, seguiti dagli psicologi nelle TAA (19%) e dagli educatori professionali sia nelle EAA (24%) che nelle AAA (18%).

Per quanto riguarda la tipologia di utenza coinvolta è stato rilevato che si tratta di persone con disabilità psichica sia nelle TAA che nelle AAA (rispettivamente 67,6% e 37%), mentre nelle EAA nella totalità dei casi si tratta di bambini con difficoltà senza nessuna diagnosi precisa. L’età degli utenti coinvolti è per il 51,4% inferiore a 18 anni nelle TAA; nelle EAA è compresa tra i 6 e gli 11 anni (56%), mentre le AAA si rivolgono perlopiù a soggetti con un’età compresa tra i 60 e gli 80 anni (55.6%). Le strutture nelle quali viene attuato il maggior numero di progetti sono per le TAA le istituzioni per disabili (40,5%), nelle EAA le scuole elementari (88%) e nelle AAA le istituzioni geriatriche (48%).

Anche in questo caso risulta che le specie animale principalmente impiegata è il cane, utilizzato nell’80% degli interventi. Nelle TAA il 73% dei partecipanti ha dichiarato di aver riscontrato sporadicamente segnali di stress da parte dell’animale, mentre nelle AAA e nelle EAA la maggior parte (rispettivamente il 59,3% e il 68%) dichiara di non averli mai riscontrati. Dal censimento è risultato anche che la definizione degli obiettivi sia nelle TAA (100%) che nelle AAA (92,5%) è frutto di una cooperazione con gli altri membri dell’equipe, mentre nelle EAA la figura principalmente coinvolta è l’insegnante (52%), accanto sempre dall’equipe di lavoro (48%).


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