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ISS, studi in corso sul rapporto tra il lindano e gli estrogeni
ISS 6/07/07
Dottoressa Maranghi, che cosa è il lindano?
Il lindano è un insetticida persistente, utilizzato negli anni Settanta e bandito in quanto possibile fattore di rischio per la salute della popolazione. Anche dopo il bando, tuttavia, può essere presente come contaminante degli alimenti e dei mangimi, come ha evidenziato l’Authority sulla sicurezza alimentare nel 2005. È infatti ancora incluso nei programmi di monitoraggio nazionale a causa della sua elevata permanenza nell’ambiente e della sua capacità di bioaccumulo nella catena alimentare. Viene ancora utilizzato nei Paesi extraeuropei e i residui si trovano soprattutto negli alimenti ad alto contenuto lipidico quali il pesce e il latte. Ha effetti sul sistema riproduttivo, nervoso, immunitario ed epatico.
In che cosa consiste l’esperimento che è stato condotto dai ricercatori dell’Iss?
Il nostro lavoro si è basato sulla verifica delle possibili interazioni che una sostanza può avere su bersagli cellulari sinora non riconosciuti. L’esperimento è stato fatto su topine gravide, trattate durante la gravidanza e precisamente nella fase di formazione del sistema riproduttivo del feto con una dose di lindano, che può realisticamente essere avvicinata a una possibile esposizione attraverso il consumo di alimenti contaminati. Senza che si vedesse alcuna tossicità nelle madri o alcuna malformazione congenita, le topine esposte in utero mostravano effetti sullo sviluppo del sistema riproduttivo femminile fino alla maturità sessuale, con alterazione della struttura ovarica, pubertà precoce, alterazioni del peso dell’utero. Tutti parametri direttamente influenzati dagli ormoni estrogeni.
Qual è stato il meccanismo d’azione evidenziato dall’esperimento?
L’esperimento è stato riprodotto in un modello in vitro: un modello costituito da una linea cellulare umana derivata dalla prostata comunemente impiegata nelle indagini miranti a evidenziare effetti specifici a carico dei recettori per gli ormoni. Il lindano ha mostrato di bloccare la crescita di tali cellule e l’effetto è stato mediato dal recettore estrogeno beta. In pratica anche l’indagine sulle cellule umane ha confermato il dato innovativo sul coinvolgimento del recettore estrogeno beta negli effetti riproduttivi di contaminanti alimentari.
Ci sono persone più a rischio per l’esposizione ad IE?
Ci sono più rischi quando il sistema endocrino è più suscettibile e vulnerabile. Quindi la donna in gravidanza, la vita intrauterina, il bambino. Andrebbero considerate anche le persone anziane in cui l’omeostasi ormonale subisce variazioni legate all’età.
In quale direzione si sta muovendo la ricerca?
È necessario potenziare la ricerca per la prevenzione, in particolare sui fattori di rischio alimentari e ambientali per la salute di donne in età fertile e bambini. A tale scopo gli studi di tossicologia sperimentale possono dare importanti conoscenze sui meccanismi e sui marcatori precoci di effetto, come testimoniato dai risultati della nostra ricerca. Tuttavia, anche gli “effetti collaterali” sembrano essere potenzialmente interessanti per sviluppi a scopo terapeutico. Un’inibizione della crescita cellulare della prostata, infatti, non è di certo un evento positivo; tuttavia lo studio di molecole che presentino questo meccanismo non è da sottovalutare in vista di un problema sempre più frequente negli uomini di mezza età, come l’iperplasia benigna che può svilupparsi in forma tumorale.