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“ERA”, l’Atlante della mortalità evitabile: morire meno si può grazie alla prevenzione
Diminuiscono in Italia i decessi per mortalità evitabile: almeno 100mila persone sono sopravvissute grazie alla riduzione di questo fenomeno dal 1995 ad oggi, con un decremento costante di anno in anno. Vale a dire che si muore meno ad esempio di infarto, di alcuni tipi di tumore e di tutte quelle patologie contrastabili grazie ai miglioramenti della diagnostica e della terapia o grazie all’adozione di corretti stili di vita. E’ quanto emerge da “ERA- Atlante 2006- Contesto Demografico e Mortalità Evitabile”, il volume presentato all’ISS nel corso di un convegno, consultabile da oggi on line sul sito
L’analisi della mortalità evitabile, cioè della conclusione della vita in età in cui non si dovrebbe morire e per cause che possono essere attivamente contrastate dal sistema sanitario pubblico, è l’importante segnale di politica sanitaria elaborato da ERA 2006 - Atlante per USL – afferma Susanna Conti, direttora dell’Ufficio di Statistica dell’ISS - Dal punto di vista delle grandi politiche di intervento, è la prevenzione primaria (quella da effettuarsi prima dell’insorgere della malattia o del verificarsi dell’incidente) ad essere il vero segnale della elaborazione di ERA (Epidemiologia e Ricerca Applicata): in tutte le quasi 200 aree territoriali delle Usl osservate ha uno spettro di azione che tocca, direttamente o indirettamente, almeno la metà della quantità di vita potenziale persa , ma arriva in alcune situazioni a coprirne intorno al 70%
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Nonostante negli ultimi anni la situazione della mortalità evitabile stia costantemente migliorando (non a caso l’Italia è uno dei paesi più longevi al mondo), ancora nel 2002, ultimo dato ufficialmente disponibile, quasi 70 mila persone sono morte per cause evitabili, come dire che un morto ogni 10 di quell’anno aveva tra 5 e 69 anni di età e la causa di morte era fra quelle che la letteratura scientifica riconosce come comprimibile con politiche pubbliche adeguate; solo per fare alcuni esempi, sono contrastabili: le morti per tumore al polmone, attraverso una lotta al tabagismo, quelle per tumore al seno, con la diffusione di screening per diagnosi precoce, quelle per infarto, attraverso uno spettro di azioni vasto, che va dagli interventi sugli stili di vita al miglioramento della diagnostica e della cura, alla tempestività dei soccorsi.
La mortalità evitabile è un fenomeno molto complesso, che sarebbe semplicistico attribuire direttamente a meriti o carenze specifiche e immediatamente individuabili dei servizi sanitari – conclude la ricercatrice - Morire per tumore al polmone, cirrosi o per infarto è soprattutto la conseguenza di stili di vita (abitudini al fumo o al bere o cattiva alimentazione eccetera) che si protraggono normalmente per decenni. Per contrastare questi eventi è necessario pertanto fare progetti lungimiranti e impegnativi soprattutto da parte delle autorità sanitarie e soprattutto nelle aree più sfavorite, quelle che richiedono maggiori sforzi
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