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ERA, materiali e metodi
Una causa di morte viene detta “evitabile” quando si conoscano interventi capaci di ridurre il numero di decessi da essa provocati, con particolare riferimento all’età non avanzata. La mortalità evitabile si distingue in tre categorie, che si differenziano a seconda del tipo di intervento in grado di contrastare le varie cause. Vi è quindi la mortalità evitabile con interventi di prevenzione primaria (ad esempio il tumore al polmone attraverso la lotta al tabagismo), quella evitabile attraverso interventi di prevenzione secondaria (ad esempio il tumore al collo dell’utero attraverso la diffusione di screening per la diagnosi precoce) e quelli evitabili attraverso interventi di igiene e assistenza sanitaria (le gravi patologie cardiache che si giovano di tempestivi interventi di soccorso).
Per confrontare la situazione della mortalità evitabile in aree diverse e di piccole dimensioni (in Italia ci sono USL con poche decine di migliaia di persone) sono state seguite appropriate metodologie statistiche, in particolare i dati sono calcolati su base triennale e non annuale, per rendere più stabili e robuste le evidenze anche per realtà di piccole dimensioni; gli indicatori sono inoltre standardizzati, cioè depurati dagli effetti dovuti alla diversa struttura per età delle popolazioni.
L’indicatore appositamente progettato per l’Atlante ERA è il numero medio, per persona di età compresa tra 5 e 69 anni, di giorni perduti ogni anno per decessi evitabili; il numero di giorni persi viene calcolato come distanza in giorni tra il momento del decesso per cause evitabili e l’età media alla morte rilevata nel triennio in esame, pari a 76.5 anni. Questo vuol dire che un decesso evitabile di un bimbo di 6.5 anni ha portato alla perdita di un lungo periodo di vita potenziale (70, dato da 76.5 – 6.5) mentre un decesso evitabile di una persona di 70 anni ha comportato la perdita di un periodo di vita potenziale pari a 6.5 anni. L’indicatore riflette quindi le diverse età in cui sono deceduti i morti per cause evitabili, dando un peso maggiore alle morti più precoci.
Per meglio apprezzare le differenze nei periodi di vita potenziale persi per cause evitabili si è scelto di usare come unità di tempo il giorno; suddividendo quindi il totale in giorni dei periodi di vita potenziale persi a causa della mortalità evitabile in parti uguali tra i circa 47 milioni di italiani di età compresa tra 5 e 69 anni, il risultato è di poco superiore a 10 giorni all’anno (11.1). Questo numero, a prima vista molto piccolo, riassume in sé 210.000 casi di morte evitabile avvenuti nel triennio 2000-2002.