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Comunicato n. 15/2004 - Raggi ultravioletti e protezione solare
I ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con i maggiori esperti italiani sul tema della fotoprotezione, fanno il punto sull'efficacia dei prodotti di protezione solare, fornendo consigli per evitare fastidiose 'scottature'.
Quanto dura un prodotto e quanto è efficace. Per rispondere a questo quesito, come chiede la recente direttiva UE che vuole sia indicato, per maggiore trasparenza e chiarezza nei confronti dei consumatori, sui prodotti solari il cosiddetto periodo di validità post-apertura, nasce il primo progetto pilota di Valutazione e stabilità dei prodotti solari, illustrato il 18 giugno all'Istituto Superiore di Sanità nel corso del workshop -Raggi ultravioletti e protezione solare-. A condurre lo studio sono il Dipartimento del Farmaco e dal Dipartimento Ambiente e Prevenzione Primaria dell'ISS, lo studio, svolto in collaborazione con l'Associazione italiana delle industrie di profumeria (Unipro) e della durata di oltre un anno, si propone di valutare se, una volta aperti, i prodotti solari dotati di fattori di protezione dai raggi ultravioletti mantengano le capacità schermanti nel tempo.
Nel corso del workshop, i ricercatori dell'Istituto insieme ai maggiori esperti italiani sul tema della fotoprotezione, discuteranno di numerose tematiche: dalla prevenzione dei danni cutanei dovuti al sole (dall'eritema ai tumori) alle regole di protezione solare dei bambini fin dalla nascita; dall'invecchiamento precoce della pelle esposta ai raggi ultravioletti all'efficacia, al corretto impiego e alla scelta più appropriata dei cosmetici di protezione solare fino ai rischi dell'abbronzatura indotta dalle lampade a raggi ultravioletti per uso estetico.
La sabbia, il sole e il calore in spiaggia sono agenti che potrebbero contribuire a una cattiva conservazione di creme e oli solari e ad un calo delle capacità protettive - spiega Luigi Gagliardi, direttore del Reparto di Sicurezza Cosmetici del Dipartimento Farmaco dell'ISS e responsabile della ricerca - Con simulazioni d'uso in laboratorio analizzeremo le capacità filtranti e l'eventuale contaminazione microbiologica dei prodotti nel tempo. Ad intervalli regolari saranno valutate le proprietà microbiologiche del prodotto e di stabilità del filtro UV, nonché il dosaggio di quest'ultimo nel tempo. Il vaglio analitico dei dati ottenuti consentirà la comprensione di eventuali processi degradativi a carico dei componenti strutturali, delle sostanze funzionali e, soprattutto, dei filtri impiegati.
Verrà presentato oggi, nel corso del workshop -Raggi ultravioletti e protezione solare-, il primo Progetto Pilota di Valutazione della stabilità dei prodotti solari. Effettuato dal Dipartimento del Farmaco e dal Dipartimento Ambiente e Prevenzione Primaria dell'ISS, lo studio, svolto in collaborazione con l'Associazione italiana delle industrie di profumeria (Unipro) e della durata di oltre un anno, si propone di valutare se i prodotti solari dotati di fattori di protezione dai raggi ultravioletti mantengano le capacità schermanti nel tempo.
Le stime dell'Unipro attestano per il 2003 un incremento della spesa per i solari dell'11% rispetto al 2002, con un fatturato nazionale che sfiora i 300 milioni di euro. Un trend decisamente in salita che, se da un lato è indice della passione degli italiani per la 'tintarella', dall'altro non esime i consumatori dal comportarsi con prudenza, né gli esperti dell'industria cosmetica dall'impegno a sviluppare protezioni sempre più adeguate e misurate sulle esigenze individuali.
L'industria del settore cosmetico" - afferma Alberto Donati, Presidente dell'Unipro - supporta il mondo scientifico con l'obiettivo di fornire prodotti sempre più efficaci e utili per i consumatori, divulgare le informazioni sull'uso corretto dei prodotti solari e sugli effetti del sole, nonché di condividere metodi analitici, che possono essere anche di aiuto e crescita per le aziende.
Nel corso del workshop, i ricercatori dell'Istituto insieme ai maggiori esperti italiani sul tema della fotoprotezione, discuteranno di numerose tematiche: dalla prevenzione dei danni cutanei dovuti al sole (dall'eritema ai tumori) alle regole di protezione solare dei bambini fin dalla nascita; dall'invecchiamento precoce della pelle esposta ai raggi ultravioletti all'efficacia, al corretto impiego e alla scelta più appropriata dei cosmetici di protezione solare fino ai rischi dell'abbronzatura indotta dalle lampade a raggi ultravioletti per uso estetico.
'PREVISIONI SOLARI'
Si chiama Indice Universale della Radiazione UV Solare (UV-INDEX) ed è uno strumento operativo importante finalizzato alla riduzione del rischio associato con l'eccessiva esposizione alla radiazione ultravioletta (UV). Dal 2003 viene riportato da vari mezzi d'informazione italiani (televisione, giornali, internet) sotto forma di un bollettino che contiene il valore massimo dell'indice previsto nell'arco della giornata per le diverse località o aree geografiche (nord, centro, sud). Tuttavia, mentre una buona parte degli italiani è al corrente dell'esistenza di tale indice, sono una minoranza coloro che conoscono il suo significato e la sua utilità. Invece, i rischi e i danni indotti dall'eccessiva esposizione alla radiazione solare, in particolare quella UV, sono talmente importanti da essere stati oggetto, soprattutto nel corso degli ultimi dieci anni, di attenta valutazione e considerazione da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), da cui è scaturito il documento Global Solar UV Index, a Practical Guide.
L'Indice Universale della Radiazione UV Solare (UVI) - spiega Gianni Francesco Mariutti, del Dipartimento Tecnologie e Salute e responsabile dell'area Buonsenso al Sole del sito ISS (www.iss.it), che presenta le mappe dell'UV-INDEX di questi giorni relative all'Italia e all'Europa - descrive il livello di radiazione UV solare sulla superficie terrestre. I valori dell'indice variano da zero in su: più è alto il valore dell'indice, maggiore è il potenziale di danno per la pelle e per gli occhi e minore è il tempo necessario perché detto danno accada.
L'Istituto Superiore di Sanità - va avanti Mariutti - nell'ambito del Progetto Nazionale di Prevenzione del Rischio dalla RUV, promosso dal Ministero della Salute, ha ritenuto che la pubblicazione integrale del documento dell'OMS, tradotto in italiano, sul proprio sito internet, possa facilitare i cittadini, gli operatori dell'informazione e gli operatori sanitari nella comprensione dei concetti e della filosofia della protezione dalla RUV contenuti nel documento, che i soli dati numerici e grafici dei bollettini quotidiani non sono in grado di fornire.
In una sessione dello stesso sito, inoltre, vengono presi in esame gli aspetti sanitari più rilevanti connessi con l'abbronzatura della pelle mediante sorgenti artificiali di radiazione ultravioletta (lampade abbronzanti). Secondo i dati in possesso delle associazioni di categoria, in Italia sono circa 13.000 gli esercizi commerciali autorizzati (solarium e centri estetici) che utilizzano apparecchiature provviste di lampade abbronzanti. Inoltre, un numero non trascurabile di palestre, negozi di acconciature e alberghi sono dotati di tali apparecchiature.
L'abbronzatura artificiale costituisce, tuttavia, una problematica articolata e complessa, la cui importanza è testimoniata, fra l'altro, dalle attività e dalle pubblicazioni di organizzazioni internazionali di riferimento quali l'OMS, la Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP), Euroskin etc . A tale riguardo, si segnala la recente pubblicazione dell'OMS Artificial Tanning Sunbeds, Risks and Guidance (2003), quella dell'ICNIRP Health Issues of Ultraviolet Tanning Appliances for Cosmetic Purposes (Problemi sanitari connessi con l'uso di apparecchiature abbronzanti per scopi estetici) e il fatto che l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) classifica l'esposizione alla RUV dei lettini solari come modalità di esposizione probabilmente cancerogena.
Per saperne di più, si può consultare l'area -Buon senso al sole- del sito
UN DECALOGO PER I BAMBINI AL SOLE
I bambini sono più vulnerabili all'esposizione a fattori ambientali, compresa quella ai raggi solari. In occasione del workshop dedicato ai "Raggi ultravioletti e la protezione solare" organizzato dall'Istituto Superiore di Sanità, il professore Giuseppe Fabrizi, del Dipartimento di dermatologia pediatrica dell'università Cattolica del Sacro Cuore di Roma (Policlinico Gemelli) e Presidente della società europea di dermatologia pediatrica presenta le regole per una corretta fotoprotezione nei bambini. Eccone una breve sintesi:
<*>non esporre il bambino fino a sei mesi di età*>
<*>non esporlo al sole tra le 11 e le 16*>
<*>l'esposizione dovrà essere effettuata camminando*>
<*>la prima protezione deve essere praticata attraverso gli indumenti (vestiti di cotone, di lino o jeans) Occorrerà ricordare che gli indumenti bagnati proteggono di meno. Il coefficente di protezione degli indumenti infatti diminuisce quando essi sono umidi.*>
<*>bisognerà proteggere il bambino dai colpi di sole facendogli indossare un cappello a larghe falde, che ripari bene il cuoio capelluto, le orecchie, il viso e la nuca.*>
<*>nei momenti in cui il bambino non ha il cappello, occorrerà bagnare ripetutamente i capelli e dovrà comunque ogni tanto essere messo all'ombra*>
<*>il bambino dovrà indossare occhiali da sole*>
<*>utilizzare un filtro solare con coefficente di protezione superiore a 15 per una pelle normale, che sia anche fotostabile e resistente all'acqua e al sudore*>
<*>ripetere le applicazioni degli antisolari più volte durante l'esposizione al sole (almeno due o tre volte al giorno)*>
<*>adattare il fattore di protezione al fototipo della pelle del bambino ed al fatto che presenti o meno efelidi o nevi multipli. Più il fototipo è chiaro (bambino rosso-biondo che si procura spesso eritemi solari o scottature) e più bisogna proteggere il bambino dal sole, per evitare le ustioni solari che aumentano notevolmente il rischio del melanoma in età adulta.*>
<*>E' assolutamente sconsigliabile esporre il piccolo al sole in caso di fotodermatiti e fotoallergie (dalle luciti all'orticaria solare) o malattie ben più importanti quali il lupus e lo xeroderma pigmentoso. Il sole è benefico invece in presenza di altre patologie dalla pelle quali dermatite atopica, psoriasi, acne adolescenziale, seborrea, dermatite seborroica e vitiligine. E' comunque indispensabile rivolgersi al dermatologo prima di andare in vacanza.*>
LA SCELTA SOLARE
Creme, lozioni, latti, oli, gel, spray. Per il viso e per il corpo, per adulti o bambini. La scelta è ampia. L'efficacia e la sicurezza dei cosmetici di protezione solare non si basa solo sul tipo e la quantità delle molecole-filtro (chimiche o fisiche) contenute, ma sull'intera preparazione cosmetica - dichiara Carla Scesa, docente di tecnologie cosmetiche all'università di Urbino e Cattolica di Roma - infatti in base al tipo di prodotto si può ottenere una maggiore protezione, a parità di filtri presenti, sia dai raggi UV-B eritemigeni che UV-A fotoinvecchianti. È bene stabilire con il dermatologo il proprio fototipo per scegliere il fattore di protezione solare più indicato e preferire i prodotti contenenti sia filtri UV-B che filtri UV-A.
Esaminando le forme cosmetiche in commercio è possibile considerare ulteriori parametri di scelta. Ecco i suggerimenti della professoressa Carla Scesa.
OLI SOLARI: sono i più antichi veicoli cosmetici (derivanti dagli oli naturali quali il mallo noce o l'olivo), che permettono un'ottima dispersione dei filtri solari (quasi tutti liposolubili) e non richiedono la presenza di conservanti. Non garantiscono tuttavia elevate protezioni per la loro estrema spalmabilità e la formazione di un film trasparente, idroresistente ma sottile. Sono idonei per i fototipi più scuri o per chi è già abbronzato. Costituiscono il veicolo ideale per la protezione dei capelli dai danni fotoindotti (secchezza, indebolimento, perdita del colore).
STICK, LIPOGEL O GEL ANIDRI : simili agli oli ma in forma solida, sono spesso ricchi di vaselina o oli minerali e la loro applicazione è limitata a zone cutanee ristrette perché appiccicosi e untuosi. Gli stick sono indicati per piccole aree sensibili e per coprire le macchie scure "da sole" già esistenti ed evitare il peggioramento.
IDROGEL: gelatine a base acquosa, o meglio idroalcolica (con alcol etilico). Belli da vedere, danno un immediato senso di fresco. Tuttavia formano un film trasparente, non abbastanza omogeneo e garantiscono bassa protezione. Inoltre la presenza di alcol è da sconsigliare a bambini, pelli sensibili, pelli aride o senescenti. La forma gel è invece ottima sui capelli (effetto lucidante e fissante) o come prodotti doposole (in questo caso l'alcol non è più necessario) ad azione riparatrice sui danni solari, rinfrescante, lenitiva e idratante, con forti percentuali di fitoderivati e sostanze attive.
EMULSIONI: sono i veicoli d'eccellenza poiché contengono sia una fase acquosa che una componente lipofila (oli, cere ecc.). Questo permette di avere anche una elevata presenza di filtri, sia fisici che chimici, di modulare la formazione di un film (spessore protettivo) sulla superficie cutanea, di garantire la resistenza al dilavamento e al sudore. Sono da preferire le emulsioni a fase continua lipofila (acqua in olio) o le recenti acqua in silicone, ad elevata gradevolezza applicativa. Le più diffuse e leggere emulsioni a fase continua acquosa (olio in acqua) sono gradevoli, ma resistono meno a bagni e sudore e richiedono la presenza di maggiori quantità di conservanti (additivi potenzialmente allergizzanti) per evitare contaminazioni microbiche. Da consigliare a chi desidera una forte valenza cosmetica, le emulsioni uniscono alla protezione solare numerose funzionalità, tra cui: idratazione, protezione dai radicali liberi, azione antirughe e molte altre. Da evitare le microemulsioni (all'aspetto trasparenti) per la loro elevata capacità di assorbimento cutaneo.
PASTE E CREME DENSE: indicate per i bambini, sono ottime le emulsioni ipoidriche (acqua in olio) a base prevalente di filtri fisici, con azione cutanea di superficie, povere di conservanti e additivi, senza profumo e rigorosamente controllate sotto il profilo della fotostabilità.
ACQUE SOLARI: liquidi in spray rinfrescanti e profumati, a basso e bassissimo livello di protezione solare. Contengono miscele di acqua, filtri chimici, essenze profumate e alcol. Da evitare in presenza di pelle chiara o sensibile. Rispondono più a una moda che a un reale bisogno di protezione dai raggi solari.