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Indietro Addio a Paolo Del Giudice, uomo colto e garbato

3 maggio 2021 - Ci ha lasciati Paolo Del Giudice, un fisico teorico che aveva dedicato la sua vita a spiegare i meccanismi di comprensione del cervello. Con noi dal 1990, aveva cominciato la sua attività scientifica presso il Laboratorio di fisica. Uomo colto e garbato, appassionato divulgatore, certo che la crescita del sapere e la democrazia fossero un connubio inscindibile, si è sempre speso per una visione scientifica che coniugasse teoria e sperimentazione al servizio della salute pubblica.

Paolo Del Giudice ha avviato ex novo all’ISS un’attività di ricerca e sviluppo basata sull’uso dei metodi di fisica teorica e simulazioni numeriche per la comprensione di sistemi biologici complessi. Le sue attività nel settore delle neuroscienze computazionali hanno coniugato strumenti tipici della fisica computazionale con la fisica teorica. Sviluppando modelli per la comprensione del comportamento delle reti neuronali a diretto confronto con la realtà sperimentale, ha perseguito l’obiettivo di decodificare i processi che sono alla base dell’apprendimento e delle funzioni cognitive. In aggiunta a questa attività sinergica tra teoria ed esperimento, Paolo Del Giudice è stato tra i fondatori del nascente settore dell’hardware neuromorfo che mira all’implementazione di reti simil-biologiche in chip, contribuendo alla realizzazione dei primi esempi di neuroprostetica.

Queste attività dal profondo carattere innovativo sono state sempre condotte, come era nella natura di Paolo Del Giudice, con curiosità intellettuale e lucidità tecnica, così come appare nei suoi importanti lavori scientifici. Ma la qualità più preziosa era la sua capacità di tessere fitte reti di collaborazioni nazionali e internazionali, collaborazioni che in modo naturale si sono trasformate in progetti di ricerca di respiro internazionale, ma anche in profonde relazioni di amicizia e di stima.

Ma Paolo era anche un uomo straordinario, innamorato della ricerca di base e della fisica teorica, che erano la sua cifra intellettuale, non ha mai dimenticato il valore sociale della scienza e quello della sanità pubblica. Un uomo appassionato e concreto, vicino a tutti i giovani che ha incontrato nel suo cammino e che avevano a disposizione la sua mail per qualsiasi dubbio, consiglio, bibliografico, tecnico, umano.

E non sono pochi quelli che, nelle aule universitarie dove teneva le sue lezioni, hanno maturato la scelta di lavorare nel mondo della ricerca. Ha tessuto legami profondi tra l’ISS e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, per i quali ha gestito numerosi progetti comuni e sinergici, e con diverse università, tra cui La Sapienza e Roma 3 dove teneva da molti anni corsi.

L’onestà intellettuale e un profondo senso etico lo hanno contraddistinto nel suo lavoro di scienziato, di docente e nelle sue relazioni personali. Ha espresso questi valori anche nella sua attività di rappresentanza di una comunità scientifica, rappresentando i ricercatori nel Comitato Scientifico dell’ISS, presente durante il Commissariamento nelle attività demandate al Consiglio di Amministrazione.

Non è facile salutare Paolo, non sarà facile immaginare di fare a meno del suo sorriso e del suo consiglio, ma è alla memoria che possiamo fare appello, ricordando ciò ci ha lasciato in eredità e cioè la testimonianza che si può vivere e lavorare in ogni istante per fare in modo che il mondo in cui viviamo sia un posto migliore.


Sala Stampa

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