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Malattie neurologiche

Malattie neurologiche

Le malattie neurologiche hanno un impatto sulla sostenibilità del sistema socio-sanitario e la frequente presenza di disabilità nei soggetti affetti ha gravi conseguenze economiche e sociali per le famiglie.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha rilevato un incremento delle patologie neurologiche dovuto in parte all'invecchiamento della popolazione e alla mancanza di trattamenti terapeutici risolutivi e in parte alla scarsa efficacia di misure preventive.

L'aumento delle conoscenze dei meccanismi di malattia e dei fattori di rischio ha contribuito a prevenire le malattie vascolari e infettive del sistema nervoso, mentre per la maggior parte delle altre patologie neurologiche è ancora necessario acquisire nuove evidenze scientifiche ed epidemiologiche per sviluppare terapie e interventi preventivi efficaci.

L'Istituto Superiore di Sanità (ISS) promuove la ricerca sulle malattie neurologiche per approfondire la conoscenza delle cause e dei meccanismi di malattia, individuare nuovi bersagli terapeutici, sviluppare procedure per la diagnosi precoce e lo screening di soggetti a rischio e dare impulso allo sviluppo di nuove terapie e strategie preventive per migliorare la gestione e la qualità di vita dei pazienti neurologici.

In particolare, svolge attività di ricerca sulle malattie neurodegenerative, sulle patologie neurologiche caratterizzate da alterazioni della mielina e sulle malattie neurologiche rare per migliorarne la diagnosi e la conoscenza tra gli operatori sanitari.

L'ISS si occupa inoltre della trasferibilità delle conoscenze scientifiche nella pratica clinica interagendo con istituzioni, operatori sanitari e associazioni di pazienti e familiari.

Indietro Differenze di genere e salute nei caregiver familiari

Studio pilota: “Differenze di genere nello stato di salute di due popolazioni di Caregiver familiari”, approvato dal Comitato Etico ISS il 28/06/2021.

Con il termine "Caregiver" familiari si intendono tutti i familiari che, in maniera gratuita e continuativa nel tempo, si prendono cura di un loro congiunto malato e/o disabile non autosufficiente. In Italia non si ha un dato ufficiale sul loro numero, ma una indagine multiscopo su campione dell’ISTAT, nel 2018 ha riportato una percentuale pari a circa l’8% della popolazione nazionale. Così come nel resto del mondo, anche in Italia è la donna ad assumersi maggiormente il ruolo di Caregiver familiare (fino a circa il 75%). Di solito sono donne di età compresa tra 45 e 64 anni che svolgono anche un lavoro fuori casa o che nella maggioranza dei casi hanno abbandonato la propria attività lavorativa per dedicarsi, a tempo pieno, alla cura.

Il Centro di Riferimento per la Medicina di Genere, sta effettuando, nel biennio 2021-2022, uno studio pilota dal titolo: “Differenze di genere nello stato di salute di due popolazioni di Caregiver familiari”, con l'obiettivo principale di ricercare: 

  • se il ruolo di Caregiver familiare possa, in alcuni casi, far aumentare il rischio di sviluppare determinate patologie rispetto alla popolazione generale 
  • se esistano differenze genere-specifiche

A tal fine, è in corso il reclutamento dei Caregiver familiari tramite le associazioni di pazienti e loro familiari e i centri medici partecipanti allo studio, su tutto il territorio nazionale. Ai Caregiver familiari viene chiesto di compilare un questionario on line volto a misurare alcuni determinanti di salute sia mentale (depressione, ansia, stress) che fisica (percezione dello stato di salute e dati soggettivi riguardanti la presenza di determinate patologie da quando è iniziata l'attività di cura).

Lo studio pilota si è concluso a Settembre 2023. Vedi una sintesi dei risultati dello studio Stress salute e differenze di genere nei caregiver familiari pubblicati sul Notiziario ISS.

In preparazione il proseguimento dello studio "Stress, salute e differenze di genere nei caregiver familiari".

mail: caregiver.mdg@iss.it