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Malattie neurologiche

Malattie neurologiche

Le malattie neurologiche hanno un impatto sulla sostenibilità del sistema socio-sanitario e la frequente presenza di disabilità nei soggetti affetti ha gravi conseguenze economiche e sociali per le famiglie.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha rilevato un incremento delle patologie neurologiche dovuto in parte all'invecchiamento della popolazione e alla mancanza di trattamenti terapeutici risolutivi e in parte alla scarsa efficacia di misure preventive.

L'aumento delle conoscenze dei meccanismi di malattia e dei fattori di rischio ha contribuito a prevenire le malattie vascolari e infettive del sistema nervoso, mentre per la maggior parte delle altre patologie neurologiche è ancora necessario acquisire nuove evidenze scientifiche ed epidemiologiche per sviluppare terapie e interventi preventivi efficaci.

L'Istituto Superiore di Sanità (ISS) promuove la ricerca sulle malattie neurologiche per approfondire la conoscenza delle cause e dei meccanismi di malattia, individuare nuovi bersagli terapeutici, sviluppare procedure per la diagnosi precoce e lo screening di soggetti a rischio e dare impulso allo sviluppo di nuove terapie e strategie preventive per migliorare la gestione e la qualità di vita dei pazienti neurologici.

In particolare, svolge attività di ricerca sulle malattie neurodegenerative, sulle patologie neurologiche caratterizzate da alterazioni della mielina e sulle malattie neurologiche rare per migliorarne la diagnosi e la conoscenza tra gli operatori sanitari.

L'ISS si occupa inoltre della trasferibilità delle conoscenze scientifiche nella pratica clinica interagendo con istituzioni, operatori sanitari e associazioni di pazienti e familiari.

Indietro Verso una migliore comprensione del ruolo della vitamina D nell’organismo sano e nelle patologie immunomediate ed infettive.

La carenza di vitamina D è considerata sempre più un problema di salute pubblica globale, essendo diffusa in tutti i continenti ed in tutte le fasce di età. Un numero elevato e in costante aumento di studi osservazionali suggerisce una correlazione inversa tra le concentrazioni sieriche di vitamina D e il rischio di malattie acute e croniche, tra cui patologie autoimmuni, malattie cardiovascolari, diabete, alcuni tumori. Alte concentrazioni sieriche di vitamina D, al contrario, sono state associate a protezione da mortalità. Si ritiene quindi che la carenza di vitamina D possa essere un importante fattore di rischio di malattia modificabile. Su questa base, è stato fatto negli ultimi anni un notevole investimento – su scala mondiale - in studi clinici per valutare l’efficacia preventiva o terapeutica della somministrazione di vitamina D, i cui risultati però in molti casi non hanno confermato le aspettative. Restano quindi aperti numerosi interrogativi sulla vitamina D, alcuni dei quali sono attualmente oggetto di accese controversie scientifiche. Ad esempio, non esiste un consenso internazionale su quale sia la concentrazione ematica di vitamina D ottimale. Inoltre, i meccanismi molecolari e cellulari alla base degli effetti protettivi della vitamina D in un così ampio spettro di malattie sono ancora poco conosciuti. In questo ambito, è attiva una linea di ricerca volta a studiare il “sistema della vitamina D” - che include gli enzimi responsabili della sintesi della sua forma biologicamente attiva e la proteina di trasporto ematica (vitamin D binding protein) – in cellule dell’immunità innata di individui sani e affetti da patologie immunomediate (in particolare la sclerosi multipla) e infettive (infezione da HIV).   

Riferimenti bibliografici e links:

  • Bouillon R. Vitamin D status in Africa is worse than in other continents.Lancet Glob Health. 2020 Jan;8(1):e20-e21. doi: 10.1016/S2214-109X(19)30492-9
  • Gauzzi MC. Vitamin D-binding protein and multiple sclerosis: Evidence, controversies, and needs. Mult Scler. 2018 Oct;24(12):1526-1535. doi: 10.1177/1352458518792433
  • Evento AISM e ISS: Insieme per la sclerosi multipla, ISS 11 giugno 2018. Stand “Sole e Vitamina D”