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Indietro Livelli di colesterolo, per la prima volta i paesi asiatici superano i paesi occidentali

Livelli di colesterolo, per la prima volta i paesi asiatici superano i paesi occidentali

I livelli di colesterolo sono in netto calo nelle nazioni occidentali, ma in aumento nelle nazioni a basso e medio reddito, in particolare in Asia. E' quanto suggerisce la fotografia sui livelli globali di colesterolo scattata dal più grande studio mai condotto ad opera di un team internazionale di ricercatori dell'Imperial College di Londra che ha monitorato i livelli di colesterolo in oltre 100 milioni di persone in 200 Paesi. Lo studio, condotto  tra il 1980 e il 2018, è stato pubblicato sulla rivista Nature.

“I risultati di questa indagine, a cui il nostro Istituto ha partecipato con i dati del progetto Cuore, nell'ambito del Non Communicable Diseases Risk Collaboration (NCD-RisC) – dichiara Luigi Palmieri, del Dipartimento Malattie Cardiovascolari, Endocrino-metaboliche e Invecchiamento dell'ISS - rivelano che i livelli di colesterolo totale e non-HDL (il cosiddetto colesterolo 'cattivo') che è un importante marker di rischio cardiovascolare, sono diminuiti nelle nazioni ad alto reddito, soprattutto per l'uso diffuso di statine, in particolare quelle dell'Europa nord-occidentale, del Nord America e dell'Australasia, mentre sono aumentati significativamente nelle nazioni a basso e medio reddito, in particolare in Asia orientale e sud-orientale. La Cina, che nel 1980 aveva alcuni dei livelli più bassi di colesterolo non-HDL, ha subìto uno dei maggiori tassi di aumento del colesterolo non-HDL nel periodo di studio considerato di 39 anni”.
 

Il primato dei livelli più alti di colesterolo non-HDL, passa così da paesi quali Belgio, Finlandia, Groenlandia, Islanda, Norvegia, Svezia, Svizzera e Malta nel 1980 a quelli dell'Asia e del Pacifico, come Tokelau, Malesia, Filippine e Tailandia. Per avere un'idea di come lo scenario sia notevolmente mutato, il confronto del colesterolo tra 200 paesi, ha mostrato, ad esempio, che se nel 1980 le donne statunitensi erano al 50° posto della classifica mondiale per livelli alti di colesterolo, nel 2018 occupavano la 127esima posizione, mentre le donne cinesi che nel 1980 si classificavano al 152° posto, nel 2018, erano al 110° posto. Gli uomini del Regno Unito occupavano il 18° posto nel mondo nel 1980 e il 16° posto in Europa, per passare nel 2018, rispettivamente al 106° posto nel mondo e al 35° posto in Europa. Mentre gli uomini indiani si classificavano al 128° posto nel 1980 e al 128° posto nel mondo nel 2018.


 

Colesterolo 'buono' e colesterolo 'cattivo'


Il colesterolo è molto importante per il corpo umano; è il costituente fondamentale delle membrane delle cellule e di alcuni ormoni ed è importante per lo sviluppo e il funzionamento delle cellule del cervello. Tuttavia troppo colesterolo può portare a un accumulo nei vasi sanguigni. Il colesterolo è di diversi tipi. Lipoproteine ad alta densità (HDL), ovvero il colesterolo "buono", si pensa abbia un effetto protettivo contro l'infarto e l'ictus, pulendo il colesterolo "cattivo" in eccesso. Il colesterolo "cattivo", non-HDL, può invece bloccare l'afflusso di sangue e portare ad attacchi di cuore e ictus. Ed è proprio lui il responsabile di circa 3,9 milioni di morti in tutto il mondo. La metà dei quali avviene proprio in Asia orientale, meridionale e sudorientale.


 


 

 


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