TEMA

Salute globale e disuguaglianze di salute

Ricerca sulle malattie ad alto impatto globale

Lo studio delle malattie ad alto impatto globale è affrontato attraverso l’uso di diversi strumenti di ricerca che comprendono studi clinici e sorveglianza in Italia e all'estero per la definizione di strategie terapeutiche e preventive sicure ed efficaci; studi volti a individuare i migliori protocolli diagnostici e terapeutici; studi di monitoraggio e ottimizzazione dell’aderenza terapeutica ai trattamenti o protocolli raccomandati; studi di laboratorio sui fattori biologici di predisposizione e protezione dalle malattie; studi di coorte sulla storia naturale della malattia e sui determinanti di malattia e mortalità; studi rivolti allo sviluppo di farmaci innovativi, di nuove strategie terapeutiche e vaccinali.



Indietro Verso una migliore comprensione del ruolo della vitamina D nell’organismo sano e nelle patologie immunomediate ed infettive.

La carenza di vitamina D è considerata sempre più un problema di salute pubblica globale, essendo diffusa in tutti i continenti ed in tutte le fasce di età. Un numero elevato e in costante aumento di studi osservazionali suggerisce una correlazione inversa tra le concentrazioni sieriche di vitamina D e il rischio di malattie acute e croniche, tra cui patologie autoimmuni, malattie cardiovascolari, diabete, alcuni tumori. Alte concentrazioni sieriche di vitamina D, al contrario, sono state associate a protezione da mortalità. Si ritiene quindi che la carenza di vitamina D possa essere un importante fattore di rischio di malattia modificabile. Su questa base, è stato fatto negli ultimi anni un notevole investimento – su scala mondiale - in studi clinici per valutare l’efficacia preventiva o terapeutica della somministrazione di vitamina D, i cui risultati però in molti casi non hanno confermato le aspettative. Restano quindi aperti numerosi interrogativi sulla vitamina D, alcuni dei quali sono attualmente oggetto di accese controversie scientifiche. Ad esempio, non esiste un consenso internazionale su quale sia la concentrazione ematica di vitamina D ottimale. Inoltre, i meccanismi molecolari e cellulari alla base degli effetti protettivi della vitamina D in un così ampio spettro di malattie sono ancora poco conosciuti. In questo ambito, è attiva una linea di ricerca volta a studiare il “sistema della vitamina D” - che include gli enzimi responsabili della sintesi della sua forma biologicamente attiva e la proteina di trasporto ematica (vitamin D binding protein) – in cellule dell’immunità innata di individui sani e affetti da patologie immunomediate (in particolare la sclerosi multipla) e infettive (infezione da HIV).   

Riferimenti bibliografici e links:

  • Bouillon R. Vitamin D status in Africa is worse than in other continents.Lancet Glob Health. 2020 Jan;8(1):e20-e21. doi: 10.1016/S2214-109X(19)30492-9
  • Gauzzi MC. Vitamin D-binding protein and multiple sclerosis: Evidence, controversies, and needs. Mult Scler. 2018 Oct;24(12):1526-1535. doi: 10.1177/1352458518792433
  • Evento AISM e ISS: Insieme per la sclerosi multipla, ISS 11 giugno 2018. Stand “Sole e Vitamina D”


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Tematica

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