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Sostanze chimiche e tutela della salute

Sostanze chimiche e tutela della salute

L’impiego di sostanze chimiche nella società moderna, pressoché in tutti i processi produttivi, rende il settore chimico uno dei più importanti e globalizzati dell'economia mondiale. Il contributo essenziale delle sostanze deve essere comunque bilanciato con l’identificazione dei potenziali costi. Questi includono l'uso intensivo di acqua ed energia nonché i possibili rischi e impatti negativi sull'ambiente e sulla salute umana. La diversità e la potenziale gravità di tali impatti rendono la gestione delle sostanze chimiche una questione trasversale essenziale per lo sviluppo sostenibile.

I consumatori e gli utilizzatori, se adeguatamente informati, possono contribuire sensibilmente alla riduzione dei rischi, anche attraverso una scelta consapevole dei prodotti e il loro utilizzo responsabile.

La limitazione di eventuali danni per la salute e per l’ambiente può essere garantita dalla valutazione e gestione delle sostanze lungo l’intero ciclo di vita, dalla produzione, allo smaltimento, al  riutilizzo.

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha un ruolo guida nel contesto italiano ed europeo nella ricerca, valutazione, gestione, controllo e regolamentazione nel settore delle sostanze e dei prodotti chimici e contribuisce a tutelare la salute umana promuovendo, al tempo stesso, l'innovazione e la competitività.

L’ISS valuta i pericoli e i rischi connessi a sostanze e prodotti chimici ed è riferimento nazionale per i Piani di prevenzione e sorveglianza delle esposizioni pericolose e delle intossicazioni e per i Piani nazionali di controllo e coordina la Rete dei laboratori nazionali.

Rappresenta inoltre l’interfaccia tecnico-scientifica dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) affrontando problematiche emergenti legate alla salute della popolazione.



Indietro Quali sono le fibre tessili

Le fibre tessili si distinguono in fibre naturali, artificiali e sintetiche.

Le fibre naturali includono quelle di origine animale (e.g. seta, lana) utilizzate per la loro capacità isolante e quelle di origine vegetale, costituite essenzialmente da cellulosa (e.g. canapa, juta, lino, cotone), molto resistenti al lavaggio e capaci di subire lavorazioni meccaniche ed industriali prima di poter essere utilizzate.

Le fibre artificiali furono introdotte verso la fine del secolo XIX e derivano da una trasformazione chimica della cellulosa (viscosa, acetato, rayon).

La richiesta di fibre tessili con costi più contenuti ha coinciso con lo sviluppo dei trattamenti industriali petrolchimici per la valorizzazione dei sottoprodotti derivanti dalla distillazione del petrolio ed ha portato all’ottenimento di fibre tramite sintesi chimica (e.g. nylon, poliuretani, poliammidi, poliesteri, acrilico). Queste ultime sono sensibili al calore ma resistenti alla luce, leggere e caratterizzate da un’elevata resilienza.

Il cuoio è il materiale ricavato dalla pelle degli animali che, in seguito ad un processo denominato “concia”, viene resa imputrescibile. Nella grande maggioranza dei casi, il cuoio è ottenuto dalla pelle di animali allevati ed abbattuti a scopi alimentari e, pertanto, i cuoi di gran lunga più utilizzati sono quelli di bovini, ovini, caprini, suini, equini, pesci e, più raramente, di canguro, cervo e struzzo.

La varietà, il colore e la consistenza dei tessuti dipendono dall’abilità dei fabbricanti, dai processi di fabbricazione cui vengono sottoposti e dalle sostanze chimiche utilizzate. Durante il processo di fabbricazione, sia i prodotti tessili che il cuoio possono essere oggetto di una serie di trattamenti chimici e non chimici, tra cui preparazione e pretrattamento, tintura, stampa e raffinamento dei tessuti.


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