TEMA

Clima, ambiente e salute

Contaminanti chimici e biologici

L’Obiettivo di sviluppo sostenibile n.3 delle Nazioni Unite “Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età” prevede entro il 2030 di ridurre di 1/3 la mortalità prematura da malattie non trasmissibili di natura ambientale, legate a contaminanti di origine naturale (tossine) o prodotti dalle attività umane (industriali, agricole, di allevamento).

Le attività dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in questo settore si concentrano nel determinare i contaminanti per caratterizzare l’esposizione ambientale della popolazione e quella interna all’organismo (biomonitoraggio) durante le attività quotidiane.

L’ISS studia anche gli effetti sulla salute, i meccanismi di tossicità e valuta i rischi per la popolazione esposta incluse le fasce più vulnerabili per predisporre piani di prevenzione e protezione della salute.



Indietro Il Programma di Sorveglianza sulla Salute della Popolazione residente nei pressi del Termovalorizzatore di Torino (SPoTT): lo studio di biomonitoraggio

Il piano di sorveglianza SPoTT nasce per volontà della Provincia di Torino a seguito della costruzione in zona Gerbido (To) di uno dei più grandi impianti per combustione di rifiuti in Europa. L’impianto, in funzione dal 2014, ha la capacità di bruciare oltre 100 000 tonnnelate/anno di rifiuti e trasforma il calore in energia elettrica e termica.
Lo studio, attuato da ASL-TO1 e ASL-TO3 con ARPA Piemonte e ISS, ha lo scopo di creare un sistema di sorveglianza per valutare eventuali effetti avversi correlabili alle attività del termovalorizzatore. Il programma prevede la determinazione dell’esposizione della popolazione a metalli, IPA, diossine e PCB. L’esposizione è misurata tramite biomonitoraggio su residenti nell’area previsionale di ricaduta delle emissioni (gruppo di esposti) e su residenti in altra area (gruppo di controllo), per un totale di circa 400 persone. Lo studio prevede la determinazione degli inquinanti prima dell’entrata in funzione del termovalorizzatore, e a distanza di uno, tre e sette anni dalla sua entrata in funzione. Ad oggi non è stato evidenziato alcun impatto delle attività del termovalorizzatore sull’esposizione della popolazione.


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