Comprendere la progressione dell’infezione da HIV nella popolazione italiana e in quella dei migranti.
I migranti residenti in Italia sono spesso infettati da sottotipi di HIV differenti dal sottotipo B che è preponderante nel nostro Paese. L’identificazione di “marcatori” virali o immunologici in grado di predirre l’evoluzione della malattia nella popolazione generale rispetto a quella migrante è un aspetto chiave per allestire strategie terapeutiche più efficaci. Il CNAIDS è impegnato nell’identificazione di questi aspetti in soggetti migranti che hanno un diverso background genetico, immunologico e virologico.
La terapia antiretrovirale ha ottenuto un grande successo nel prolungare l’aspettativa di vita nelle persone sieropositive. I risultati migliori sono stati ottenuti in pazienti altamente aderenti alla terapia. Nei casi di bassa aderenza alla terapia, invece si verifica spesso un fallimento terapeutico con progressione della malattia. La velocità con la quale la malattia progredisce è un fenomeno complesso dovuto all'interazione di fattori ambientali, virali e dell’ospite. È quindi importante individuare i marcatori virologici e immunologici che predicono la velocità e modalità di progressione della malattia.
In questo contesto, persone di diversa etnia possono rappresentare popolazioni chiave per capire quali sono i marcatori virali e immunologici importanti per la progressione della malattia in diverse etnie. Numerosi marcatori di immunoattivazione sono stati associati alla morbidità e mortalità nelle persone infettate da HIV. Citochine e chemochine giocano un ruolo centrale nella risposta immune all’infezione da HIV, e il DNA provirale (misura dei serbatoi virali) è considerato un marker chiave per monitorare l’infezione. Poiché, le differenti forme genetiche di HIV possono determinare una differente progressione della malattia, il CNAIDS è impegnato ad identificare eventuali relazioni tra i livelli dei biomarcatori di infiammazione, dello stato immunologico e virologico del paziente, nella di progressione della malattia in pazienti in ART.
Lo studio potrà, quindi, fornire dati importanti per il management clinico dei pazienti, incluse le strategie terapeutiche efficaci nel controllo della progressione dell’infezione da HIV.