Come l’infezione da HIV e le co-infezioni da HBV e HCV ad essa associate impattano le popolazioni “fragili”, si evolvono e si diffondono in Italia
La continua sorveglianza dell’infezione da HIV e delle co-infezioni da HBV e HCV nelle popolazioni “fragili” e nella popolazione generale è uno strumento fondamentale per attuare interventi di sanità pubblica tempestivi al fine di limitarne la diffusione e, al tempo stesso, di ottimizzare e personalizzare efficaci strategie preventive e terapeutiche. Il CNAIDS è impegnato a istituire un sistema di sorveglianza per le varianti di HIV.
Il virus HIV è caratterizzato da un’estesa variabilità genetica, responsabile dell’estrema diversificazione dei virus circolanti in sottotipi, che variano a seconda delle aree geografiche. Il sottotipo B è predominante negli USA, in Europa ed in Australia. Il sottotipo C è diffuso nella penisola indiana, dell’Africa Australe e del Corno D’Africa, e, da solo, è responsabile di circa il 50% delle infezioni nel mondo. Il sottotipo A è prominente nell’Est Europa e in Asia Centrale. Infine, il sottotipo D è presente nella zona orientale dell’Africa a sud del Sahara. I rimanenti sottotipi hanno diffusione locale in diverse regioni geografiche, soprattutto nell’Africa Sub-sahariana occidentale e in Asia, ove si registra la presenza di più sottotipi. L’infezione con vari sottotipi genera, inoltre, forme ricombinanti (CRF) il cui numero è in costante aumento, aggiungendo ulteriore complessità all’eterogeneità di HIV che appare significativamente superiore rispetto a quanto inizialmente ritenuto.
La distribuzione globale dei ceppi di HIV è in continua evoluzione, favorita da scambi commerciali, viaggi, missioni militari e migrazioni. In particolare, nei paesi occidentali, compresa l’Italia, le infezioni sostenute da sottotipi non-B sono in continuo aumento. Poiché l’HIV continua a circolare a livello globale, l’attuale distribuzione geografica è destinata a modificarsi nel breve-medio periodo. La presenza di numerosi sottotipi e CRF può avere importanti ripercussioni sulla sanità pubblica. Infatti, le varianti dei vari sottotipi virali e le CRF possono mostrare differenti capacità di trasmissione, di elusione della risposta immune dell’ospite, di resistenza alla terapia antiretrovirale e di progressione della malattia. Inoltre, la variabilità genetica del virus può avere impatto sulla sensibilità dei test usati per la diagnosi di laboratorio e la misurazione della carica virale del virus nel sangue.
Le popolazioni “fragili” sono maggiormente esposte all’infezione da HIV e alle co-infezioni da HBV e HCV (i virus delle epatiti), anche essi virus geneticamente molto variabili e presenti, come l’HIV, con numerose forme genetiche e differente prevalenza nel mondo.
In questo contesto, il CNAIDS si è fatto promotore di un programma nazionale di monitoraggio dei sottotipi e delle forme ricombinanti di HIV e dei virus HBV e HCV che circolano nella popolazione generale italiana e in popolazioni “fragili”, quali quelle dei migranti e dei detenuti, così come suggerito dall’Unione Europea e dall’OMS.