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L'impegno dell'ISS per l'Uganda
In una regione afflitta da più di 20 anni da una sanguinosa guerra civile, il Nord Uganda, l'Istituto Superiore di Sanità è impegnato da oltre 10 anni, insieme alla clinica prenatale dell'ospedale St. Mary's Lacor, in un progetto di ricerca e lotta all'AIDS. Per realizzare l'obiettivo il Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell'ISS ha messo a punto un sistema di sorveglianza sentinella tra le donne in gravidanza, tramite il quale effettua il monitoraggio della diffusione dell'infezione da HIV e supporta l'ospedale St. Mary's Lacor nell'implementazione del programma di prevenzione della trasmissione materno-infantile dell'infezione. In particolare, sostiene, sia da un punto di vista finanziario che tecnico-scientifico, le attività legate alla pianificazione delle sessioni di educazione sanitaria e la promozione del counselling e test volontario per l'infezione da HIV. Infine, fornisce un supporto tecnico-scientifico all'ospedale anche per altri aspetti legati al programma di prevenzione materno-infantile come un laboratorio di sierologia, la raccolta, l'inserimento e l'analisi dei dati per il monitoraggio, la valutazione del programma e la diffusione dei risultati.
Di seguito sono sintetizzati i progetti in cui i ricercatori del Dipartimento del Farmaco che lavorano nel campo dell'AIDS sono impegnati sia a livello nazionale che internazionale:
1. Il Progetto Nazionale per la Sorveglianza sul Trattamento Antiretrovirale in Gravidanza: una rete nazionale di ostetrici facente capo al Gruppo di Studio Nazionale SIGO sull'Infezione da HIV; una rete di infettivologi, ostetrici e pediatri operante nel Lazio (Gruppo Laziale per lo Studio della Donna HIV Positiva in Gravidanza e del suo Bambino) e un gruppo di centri infettivologici direttamente coordinati dall'Istituto Superiore di Sanità. Sono queste le tre differenti reti per la raccolta dei dati di cui si avvale il progetto Nazionale per la Sorveglianza sul Trattamento Antiretrovirale in Gravidanza che è stato avviato alla fine del 2001. Allo studio partecipano oltre 30 centri clinici su tutto il territorio nazionale, con una casistica complessiva di più di ottocento segnalazioni raccolte nei primi tre anni. Lo studio raccoglie importanti informazioni sugli aspetti demografici e clinici, dati di sicurezza nella madre, andamento clinico ed immunologico dell'infezione da HIV, uso di farmaci antiretrovirali durante la gravidanza ed il parto, ricoveri e relative patologie responsabili, nonché dati sugli esiti e sulla durata della gravidanza. Le informazioni ottenute hanno rilevanza particolare in quanto descrivono un fenomeno precedentemente esplorato in maniera soltanto parziale a livello nazionale.
2. Progetto microbicidi: molecole che, in forma di gel, pomata, o crema applicate nella vagina o nel retto prima del rapporto sessuale, sarebbero potenzialmente in grado di bloccare la trasmissione per via sessuale dell'HIV ed eventualmente di altri microrganismi sessualmente trasmissibili. Allo scopo di incrementare l'efficacia a e la diffusione di questi prodotti, il Dipartimento del Farmaco dell'ISS da diversi anni sperimenta i microbicidi mediante progetti di ricerca di respiro europeo (EMPRO e ANRS) e mondiale (collaborazione con gli NIH statunitensi). I microbicidi verrebbero quindi utilizzati come strategie terapeutiche preventive, che potrebbero offrire una realistica opportunità di tenere sotto controllo l'epidemia. La possibilità di disporre di microbicidi ad uso topico, sia di tipo vaginale che rettale, pensati quindi sia per le donne che per tutte le persone con comportamenti a rischio di contrarre l'infezione per via sessuale, risulta di fondamentale importanza soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
3. La Prevenzione della Trasmissione Materno-infantile dell' HIV: mettere a punto strategie per prevenire la trasmissione verticale dell'HIV, la principale modalità con la quale i bambini contraggono l'infezione in Uganda. E' questo l'obiettivo a cui lavorano dal 1997 i ricercatori del Dipartimento del Farmaco insieme con l'ospedale St. Francis Nsambya. I frutti di questa stretta collaborazione sono: lo studio multicentrico PETRA e lo studio multicentrico SIMBA. Il primo svolto in collaborazione con l'UNAIDS e con le principali istituzioni scientifiche europee e australiane ha dimostrato l'efficacia di regimi antiretrovirali brevi nel prevenire la trasmissione perinatale. Mentre SIMBA (Stopping Infection from Mother-to-child via Breastfeeding in Africa) ha dimostrato per la prima volta che, in presenza di una profilassi antiretrovirale somministrata ai bambini, anche le donne HIV-positive, nei Paesi in via di sviluppo, possono allattare al seno senza correre il rischio di trasmettere il virus attraverso il latte materno. Dal 2003, inoltre, l'ISS collabora con il progetto DREAM della Comunità di S. Egidio in Mozambico, al fine di mettere a punto nuove strategie per la prevenzione della trasmissione postnatale dell'HIV inserite in un contesto più ampio che comprende non solo attività di prevenzione, ma anche strategie di trattamento per le donne, i loro partners e i bambini HIV-positivi.
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