Sovraccarico da informazioni

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Nell’era dell’informazione moderna, il sovraccarico è vissuto come flussi di informazioni distraenti e ingestibili: spam e-mail, notifiche e-mail, messaggi istantanei, tweet, aggiornamenti di Facebook o altre piattaforme. La necessità di utilizzare gli strumenti digitali può creare però un sovraccarico cognitivo che può avere un impatto negativo sul benessere psicofisico delle persone. Tra le cause del sovraccarico cognitivo, probabilmente vi è la rapida crescita di nuove informazioni prodotte, anche a causa della pandemia di COVID-19, nota anche come giornalismo di asserzione, che è una cultura della notizia continua in cui viene attribuito un premio alla velocità con cui le notizie possono essere pubblicate: questo porta a un vantaggio competitivo nella cronaca giornalistica, ma incide anche sulla qualità delle notizie riportate.
La pandemia inoltre ha costretto circa il 40% dei lavoratori europei dipendenti a lavorare da casa nel corso del 2020. Sebbene il lavoro agile abbia consentito una certa flessibilità, autonomia e creatività, molte persone lo hanno percepito più stressante rispetto al lavoro in presenza, poiché hanno subito un sovraccarico di tecnologia, dichiarando di sentirsi soffocati dall’uso di strumenti digitali; situazione che può comportare un’elaborazione inefficace delle informazioni, confusione, perdita di controllo, stress psicologico o persino un aumento dei sintomi depressivi.
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