Veterinary public health

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Veterinary public health

Veterinary public health

The complex relationship between human health, animal populations and the environmental contexts in which they intersect, directly or through the food chain, is the cornerstone of the veterinary public health (Sanità Pubblica veterinaria, SPV) activity and the areas of veterinary medicine which contribute most to human health and well-being.

It covers multiple aspects of the human / animal relationship, such as: animal health and welfare, the development and management of veterinary drugs, veterinary intervention in the event of disasters, veterinary urban hygiene, health management of wildlife. Therefore, the SPV is a decisive component of the unitary vision of the concept of health which takes the name of One Health, a modern conception of the relationships between human, animal and environmental health.

Zoonoses, or diseases communicable from animals to humans, are one of the most consolidated areas of SPV. Over 70% of emerging human diseases have a zoonotic origin. They range from "historical" diseases such as rabies and salmonellosis, to diseases that have emerged in recent decades (ebola, SARS, HIV / AIDS, resulting from the monkey immunodeficiency virus, hepatitis E, prion diseases). The interdisciplinary approach of One Health is crucial for the study and management of zoonoses.

Priority activities of the Istituto Superiore di Sanità (ISS, the National Institute of Health in Italy) are research on the etiology, pathogenesis and epidemiology of zoonoses, in particular of those with food and vector transmission, and integrated medical-veterinary surveillance systems, also in collaboration with experimental zooprophylactic institutes. Important aspects of the ISS activity in the SPV are also the integrated approach to antibiotic resistance and the safety of veterinary drugs and feed, on which the healthiness of food of animal origin depends.

Other activities concern animal experimentation and its alternatives with the development of innovative experimental models, also in accordance with the principle of 3R (Replacement, Reduction, Refinement) and the technical-scientific evaluation activity regarding the welfare of the animals being tested.

Back Botulismo alimentare


Il botulismo alimentare è un’intossicazione dovuta all’ingestione di tossina preformata in un alimento. Si tratta quindi di un vero e proprio avvelenamento, che produce una sintomatologia paralitica dei nervi cranici e che può portare alla morte per paralisi respiratoria. Per provocare la malattia è sufficiente ingerire un quantitativo minimo di tossina.
A livello mondiale, seppur rara, il botulismo alimentare rappresenta la forma predominante, con il 90% dei casi associati al consumo di conserve preparate in ambito domestico. La tipologia di alimento correlato ai casi di botulismo varia secondo le abitudini alimentari delle popolazioni coinvolte e la casistica subisce andamenti mutevoli e variazioni dipendenti da eventi sociali come per esempio le crisi economiche o l’immigrazione. Negli USA, in Georgia, Spagna e Italia gli alimenti maggiormente coinvolti sono conserve di vegetali. In Polonia sono prevalentemente coinvolte conserve a base di carne. Nei Paesi scandinavi, Alaska, Canada e Giappone invece i casi sono dovuti quasi esclusivamente al consumo di conserve tipiche a base di pesce.
Dall’analisi dei dati epidemiologici raccolti dal Centro Nazionale di Riferimento per il Botulismo è possibile effettuare alcune considerazioni peculiari della situazione italiana:
<*>La prevalenza dei casi di botulismo alimentare riportata in Italia è tra le più alte dell’UE. <*>La maggior parte dei casi è concentrata nel sud, dove è più spiccata la produzione di conserve tradizionali. <*>Si registrano frequenti casi fra gli studenti che dal sud si trasferiscono per motivi di studio al nord, dove consumano le conserve preparate dalla mamma. Questo fenomeno coinvolge maggiormente la popolazione maschile. <*>Da alcuni anni si registrano casi fra gli extracomunitari specialmente provenienti dai paesi dell’est Europa. Tali casi, concentrati soprattutto nei periodi successivi alle festività, coinvolgono principalmente la popolazione maschile che consuma conserve tipiche del proprio paese di origine prodotte in loco e trasportate in Italia. Molti di questi casi, soprattutto i più lievi, non vengono tuttavia notificati anche a causa della posizione di clandestinità di alcune fasce di immigrati. <*>Una cospicua parte delle allerte per botulismo segnalate dal Rapid Alert System for Food and Feed (RASFF) è riconducibile a conserve prodotte/distribuite in Italia.

Prevenzione e controllo del botulismo alimentare

Affinché un prodotto rappresenti un rischio per il botulismo devono verificarsi i seguenti eventi: <*>Le materie prime devono essere contaminate. <*>Il prodotto deve subire processi di sanificazione inefficaci alla distruzione delle spore. <*>Le caratteristiche chimico-fisiche del prodotto devono permettere la germinazione delle spore, il loro sviluppo e la conseguente tossinogenesi. <*>L’alimento deve essere consumato senza essere sottoposto a cottura.

Le misure di prevenzione del botulismo alimentare sono essenzialmente incentrate nel rispetto delle corrette pratiche igieniche nella preparazione delle conserve e nel controllo della germinazione delle spore, della crescita e della tossinogenesi dei clostridi produttori di tossine botuliniche.
L’acidificazione fino al raggiungimento di un pH inferiore a 4,5 e la riduzione del contenuto di acqua libera fino ad un valore minore di 0,93 (mediante aggiunta di sale o di zucchero) sono le due misure di contenimento più facilmente attuabili anche a livello domestico. I prodotti sott’aceto, quelli in salamoia (con contenuto salino dell’ordine del 10-15%), le marmellate e le confetture di frutta quindi non sono pericolosi.
Per tutte le altre conserve è necessario operare trattamenti di sterilizzazione al calore surriscaldato (121°C per almeno 3 minuti) che sono applicabili soltanto a livello industriale.
Negli ultimi anni è fortemente aumentata la domanda di prodotti il più possibile simili a quelli freschi, che subiscono solo blandi trattamenti termici e che sono privi di conservanti. Questi prodotti, detti pronti al consumo o REPFED (Refrigerated Processed Food with Extended Durability), date le loro caratteristiche chimico fisiche, permettono lo sviluppo e la tossinogenesi dei clostridi produttori di tossine botuliniche e possono essere consumati in sicurezza soltanto se durante tutta la loro vita commerciale sono stati conservati a temperatura di refrigerazione. Già in fase di acquisto di questi prodotti deve essere letta con attenzione l'etichetta e devono essere rispettate le indicazioni di conservazione e modalità di consumo indicate dal produttore.
Il congelamento, bloccando tutte le attività metaboliche microbiche, previene la germinazione delle spore, il loro sviluppo e la conseguente tossinogenesi, rendendo i prodotti sicuri. E' importante però congelare solo prodotti salubri. Infatti il congelamento blocca le attività microbiche, a non bonifica i prodotti eventualmente deteriorati e non può pertanto essere utilizzato come sistema di sanificazione delle conserve alimentari.
Altri metodi per il controllo del rischio botulismo negli alimenti prevedono l’uso di sostanze conservanti come i nitriti, i nitrati, il sorbato di potassio, la nisina, il lattato di sodio. Questi metodi tuttavia possono essere applicati soltanto in sicurezza soltanto a livello industriale.



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