Back Cancro, le leggi europee della prevenzione

1. Non fumare; se fumi, smetti. Se non riesci a smettere, non fumare in presenza di non-fumatori.
Il fumo è l'imputato numero uno, in Occidente, di circa il 30% di tutti i tipi tumore e di oltre il 90% di quelli al polmone. Nel ventesimo secolo, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa 100 milioni di persone nel mondo sono morte a causa di malattie correlate al fumo (cancro, patologie respiratorie, malattie cardiovascolari). Questo vuol dire che circa la metà dei fumatori muore a causa di questa abitudine, un quarto di loro rischia di morire prematuramente nel corso della mezza età (tra i 35 e i 69 anni), con una speranza di vita inferiore di 20-25 anni. Chi fuma, ancora secondo l'OMS, corre un rischio di cancro al polmone maggiore dalle 20 alle 30 volte rispetto ai non fumatori, ma non sono solo i polmoni ad essere minacciati: più del 50% dei casi di neoplasia della pelvi renale e della vescica sono dovuti al tabacco; il rischio di sviluppare un tumore all'esofago, alla laringe, alla faringe e alla cavità orale è maggiore per i fumatori di 6 volte e di circa 4 volte per il tumore del pancreas. Anche i tumori dello stomaco, del fegato, della cervice uterina, del rene, della cavità nasale e la leucemia mieloide sono una conseguenza del fumo di tabacco. Per di più, è stato calcolato che il fumo passivo potrebbe incrementare del 20% il rischio di cancro ai polmoni. I fumatori nel mondo sono circa un miliardo, in Europa 230 milioni (il 30% dell'intera popolazione europea) e in Italia, secondo i dati dell'ultima indagine Doxa commissionata dall'Osservatorio Fumo, Alcol e Droga (OSSFAD) dell'ISS, oltre 12 milioni, vale a dire il 26,2% della popolazione adulta: il 30,0% degli uomini e il 22,2% delle donne.
2. Evita l'obesità.
L'alimentazione è responsabile, nei Paesi occidentali dove la dieta è in genere ipercalorica, ricca di grassi, carboidrati e proteine animali, di circa il 30% di tutti i tipi di cancro. In particolare, secondo l'OMS, sarebbero da attribuire all'obesità, nell'Europa occidentale, l'11% di tutti i tumori del colon, il 9% di quelli al seno, il 39% delle neoplasie all'endometrio, il 37% di quelle all'esofago, il 25% dei cancri renali e il 24% di quelli alla cistifellea. Attualmente, più di un miliardo di persone adulte nel mondo sono in soprappeso e, tra queste, circa 300 milioni sono clinicamente obese. Tra i bambini, poi, l'obesità sta dilagando come una vera e propria epidemia: all'incirca 22 milioni di piccoli sotto i 5 anni in tutto il mondo sono in soprappeso e il problema si sta estendendo anche nei Paesi in via di sviluppo. Circa la metà della popolazione europea adulta risulta in sovrappeso, con un 20-30% di obesi. In Italia l'ISTAT ha contato 16 milioni di individui in sovrappeso e oltre 4 milioni di obesi, distribuiti, secondo quanto attesta il Progetto cuore dell'ISS tra il 18% degli uomini e il 22% delle donne. La percentuale di bambini e adolescenti obesi o in soprappeso si attesta, sempre secondo l'ISTAT, su una media del 24,2%, con punte del 36% in Campania, del 27% in Sicilia, Calabria, Molise e Abruzzo.
3. Fai ogni giorno attività fisica.
Trenta minuti al giorno di moderata attività fisica (per esempio una passeggiata a passo svelto) sono sufficienti per abbassare del 50% il rischio di sviluppare un cancro al colon (oltre che per prevenire la salute da una serie di altre patologie e disturbi). Un effetto protettivo che aumenta al crescere del livello di attività fisica. La sedentarietà, al contrario, si legge nel World Health Report 2002, che causa ogni anno nel mondo circa 2 milioni di decessi, aumenta il rischio di cancro del 30%, causando, nello specifico il 10-16% dei casi di tumore del seno e del colon, oltre che il 22% di disturbi al cuore. Secondo il progetto COMPASS, uno studio pilota nato da un'iniziativa congiunta CONI e UK Sport, condotto in 7 Paesi europei, il record di popolazione che pratica un qualche tipo di sport o attività fisica spetta alla Finlandia dove il 97% della popolazione maggiore di 16 anni si tiene in forma svolgendo sport o un qualche tipo di attività fisica, seguono la Svezia con il 78%, l'Irlanda e la Spagna con, entrambe, il 74%, la Gran Bretagna con il 72% e i Paesi Bassi con il 63%. L'Italia, fanalino di coda, si attesta sul 28%. Secondo un'indagine ISTAT del 2001 il 19,2% della popolazione italiana pratica sport in modo continuativo e il 14,4% fa passeggiate a piedi di almeno un chilometro o in bicicletta con cadenza settimanale, mentre il 10,6% pratica sport in maniera saltuaria.
4. Mangia ogni giorno frutta e verdura: almeno cinque porzioni. Limita il consumo di alimenti contenenti grassi di origine animale.
L'OMS raccomanda di assumere porzioni di frutta e verdura almeno 5 volte al giorno, praticamente ad ogni pasto e al posto degli snack consumati tra i pasti, per un minimo di 400 grammi quotidiani (escluse le patate e gli altri tuberi) per prevenire numerose malattie croniche e ridurre il rischio di cancro. Numerose ricerche, coordinate dall'International Agency for Research on Cancer (IARC), hanno, infatti, concluso che frutta e verdura aiutano a prevenire del 5-12% il rischio di tutti i tipi di tumore e del 20-30% il cancro del tratto gastrointestinale. Il consumo europeo, tuttavia, è nettamente inferiore a quello raccomandato, attestandosi, secondo l'OMS, all'incirca sui 200 g in media di disponibilità al giorno, e, per gli italiani specificatamente, secondo l'Istituto nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), su meno di 3 porzioni al giorno. Colpa anche dei pasti fuori casa sempre più numerosi, che fanno sparire frutta e verdura dalle nostre tavole.
5. Se bevi alcolici, che siano birra, vino o liquori, modera il loro consumo a due bicchieri al giorno se sei uomo, ad uno se sei donna.
I bevitori accaniti rischiano dalle 10 alle 100 volte di più, rispetto a chi non ha mai bevuto alcolici, di ammalarsi di cancro della cavità orale, della faringe, dell'esofago e della laringe. Ma anche fegato, seno e colon - retto sono minacciati a partire da un consumo di circa 30 g al giorno (3 bicchieri). La conferma giunge da uno studio, pubblicato nel gennaio scorso sulla rivista Cancer, in base a cui l'alcol stimolerebbe la produzione di un fattore di crescita che, a sua volta, favorisce lo sviluppo dei vasi sanguigni nei tumori. L'etanolo, poi, può aumentare la dimensione del cancro e i livelli del fattore angiogenico VEGF (fattore di crescita vascolare endoteliale). La Regione europea dell'OMS detiene il record del più alto consumo di alcol nel mondo con una media di poco più di 9 litri a persona in un anno. L'Italia, tuttavia, è il primo dei 51 Paesi afferenti alla Regione Europea ad aver raggiunto l'obiettivo di una diminuzione del 25% del consumo pro-capite di alcol nel periodo prefissato 1981-2000. Nonostante ciò, siamo ancora lontani dal livello di consumo ritenuto auspicabile dall'OMS per il 2015, pari a 6 litri l'anno per tutta la popolazione al di sopra di 15 anni e a 0 litri per quella di età inferiore. Nel nostro Paese, infatti, il consumo pro capite annuale si aggira sui 7,5 litri e, oltretutto, aumentano i giovani consumatori: nel 2001, l'ISTAT ne ha contati 870mila di età compresa tra i 14 e i 16 anni, 22mila in più rispetto al 2000 e 89mila in più rispetto al 1998. Tra questi, sono circa 400mila quelli che abusano soprattutto di birra, vino e aperitivi alcolici.
6. Presta attenzione all'eccessiva esposizione al sole. È di importanza fondamentale proteggere bambini e adolescenti. Gli individui che hanno la tendenza a scottarsi al sole devono proteggersi per tutta la vita dall'eccessiva esposizione.
Ogni anno nel mondo, secondo l'OMS, insorgono tra i 2 e i 3 milioni di tumori della pelle (non melanoma) e almeno 132.000 melanomi, seguendo un trend in crescita dal 1970. Abbassandosi il livello dell'ozono, l'atmosfera perde sempre più la sua funzione di filtro protettivo e una maggiore quantità di radiazione solare UV raggiunge la superficie terrestre. E' stato stimato che una diminuzione del 10% nei livelli di ozono si traduce in un aumento di 300.000 tumori della pelle (non melanomi) e di 4.500 melanomi cutanei. L'incidenza del melanoma è maggiore nelle popolazioni bianche (con occhi chiari e capelli biondi o rossi) con punte da record in Australia, dove il tasso annuale supera dalle 10 alle 20 volte i tassi europei. Va inoltre considerato che, come si legge nel "Global Solar UV Index, a Practical Guide" dell'OMS (2002), riportato sul sito tematico dell'ISS "Buon senso al sole", le radiazioni UV sono riflesse o diffuse in misura variabile dalle diverse superfici, per esempio, la neve fresca può riflettere l'80% della radiazione UV, la sabbia asciutta circa il 15% e la schiuma del mare circa il 25%.
7. Osserva scrupolosamente le raccomandazioni per prevenire l'esposizione occupazionale o ambientale ad agenti cancerogeni noti, incluse le radiazioni ionizzanti.
CAREX, uno studio multicentrico europeo, ha rivelato che in Italia nel periodo 1990-93 4,2 milioni di lavoratori, pari al 24% degli occupati, sono stati "esposti" a sostanze che lo IARC ha definito ad azione cancerogena. Una media che non si discosta da quella europea dove dagli anni Novanta almeno 32 milioni di lavoratori (il 23% degli occupati) sono stati esposti a agenti cancerogeni e dove sembra che il 5% dei cancri sia da attribuire all'ambiente di lavoro. Le esposizioni più comuni sono state: a fumo passivo (770mila esposti), a radiazione solare (550mila), a fumi di scarico diesel (550mila), ad asbesto (350mila), a polveri di legno (300mila), a silice cristallina (260mila), a piombo e composti inorganici (220mila), a benzene (180mila), a cromo e composti (130mila) e a idrocarburi policiclici aromatici (130mila). Pericolosi per la nostra salute sono inoltre le polveri fini responsabili dell'inquinamento atmosferico, i residui di pesticidi, diossine ed estrogeni nel cibo e le radiazioni ionizzanti. In particolare, un'indagine coordinata dall'Università di Oxford e pubblicata di recente sul British Medical Journal, ha evidenziato che l'esposizione al radon, un gas radioattivo naturale presente nell'aria delle abitazioni, aumenta il rischio di contrarre un tumore polmonare, ed è responsabile in Europa di circa 20 mila casi l'anno di cancro ai polmoni, ovvero di quasi il 9% di tutti i tumori polmonari. Il rischio non sarebbe uguale per tutti, ma 25 volte più alto per chi fuma un pacchetto al giorno di sigarette rispetto a chi non fuma per niente. Sulla base dei risultati dello studio europeo, si può affermare che il 10% circa di tutti i tumori polmonari in Italia, dove la concentrazione media di radon nelle case è di circa 70 Bq/m3 (60 Bq/m3 in Europa), è attribuibile all'esposizione al radon.
8. Rivolgiti a un medico se noti la presenza di una tumefazione; una ferita che non guarisce, anche nella bocca; un neo che cambia forma, dimensioni o colore; ogni sanguinamento anormale; la persistenza di alcuni sintomi quali tosse, raucedine, acidità di stomaco, difficoltà a deglutire, cambiamenti inspiegabili come perdita di peso, modifiche delle abitudini intestinali o urinarie.
Quando la tosse persiste, quando un neo sembra strano perché di colore sfumato e forma irregolare, quando si nota del sangue nelle feci e nell'urina, come pure quando il sangue esce troppo spesso dal naso e quando la donna sente un nodulo al seno, è meglio consultare il proprio medico e, se necessario, procedere ad accertamenti. Potrebbe trattarsi, infatti, dell'inizio di un processo tumorale. Niente paura, se diagnosticati in tempo molti tumori sono curabili.
9. Le donne dai 25 anni in su dovrebbero partecipare a creening per il carcinoma della cervice uterina. Questo deve essere fatto all'interno di programmi organizzati, sottoposti a controlli di qualità.
Il tumore della cervice uterina (o collo dell'utero) è il più frequente tra le donne al di sotto dei 50 anni dopo quello al seno. L'OMS ha calcolato che ogni anno nel mondo vengono diagnosticati 466.000 nuovi casi di cervico-carcinoma e sono 230.000 le donne che ogni anno ne muoiono (80% provengono dai Paesi in via di sviluppo). L'incidenza nell'Unione Europea è di 30mila nuovi casi l'anno, con un massimo di 19 casi per 100mila donne in Portogallo e un minimo di 4 per 100mila in Lussemburgo (secondo quanto riportato nelle "Recommendations on cancer screening in the European Union" redatte nel dicembre 1999). In Italia si registrano annualmente quasi 4.000 casi, con 1.500 decessi (circa il 2,7% delle morti per tumore nelle donne). Il cancro al collo dell'utero è però anche l'unico guaribile al 100% se identificato per tempo grazie al pap test: un esame, tramite il quale vengono raccolte le cellule che normalmente esfoliano dal collo dell'utero e dal canale cervicale, al fine di individuare le cellule "sospette", quelle, cioè che potrebbero avere un'evoluzione tumorale. Tutte le donne tra i 25 e i 64 anni devono fare il pap test ogni 3 anni.
10. Le donne con più di 50 anni dovrebbero partecipare a screening per il carcinoma mammario. Questo deve essere fatto all'interno di programmi organizzati, sottoposti a controlli di qualità.
Ogni anno il carcinoma mammario fa registrare nel mondo oltre un milione di nuovi casi con un'incidenza nei Paesi europei di una donna ogni 16. Tradotto in numeri, il cancro al seno colpisce circa 200mila donne ogni anno in Europa e 31mila in Italia, provocando in quest'ultima 11mila vittime. L'incidenza più alta si registra nei Paesi Bassi con 120 casi per 100mila donne e la più bassa in Spagna e Grecia con 61-63 casi per 100mila. Nel nostro Paese 7 donne su 100 manifestano un carcinoma mammario durante il corso di una vita normale, ovvero entro gli 80 anni. Lo IARC ha valutato nel 2002 i risultati di 7 trial, concludendo che lo screening mammografico riduce la mortalità per cancro al seno del 35% nelle donne tra i 50 e i 69 anni.
11. Individui con più di 50 anni dovrebbero essere coinvolti nell'ambito di programmi organizzati e sottoposti a controlli di qualità, in screening per il cancro colorettale.
Con 940.000 nuovi casi l'anno, il cancro colorettale è la quarta neoplasia al mondo per incidenza, la seconda causa di morte per tumore negli uomini (dopo il cancro al polmone) e la terza per le donne (dopo quello al seno e al polmone). Ogni anno si registrano nei paesi Ue 138.000 nuovi casi di carcinoma colorettale. Tra questi, secondo le "Recommendations on cancer screening in the European Union", il numero maggiore si concentra in Irlanda, Austria e Danimarca con 58-61 casi per 100.000 uomini, mentre l'incidenza è più bassa in Grecia con 25 casi per 100mila. Per quanto riguarda l'Italia, dalla Relazione sullo stato sanitario del Paese elaborata dal Ministero della Salute, si apprende che l'incidenza di questa neoplasia presenta una marcata tendenza all'aumento: il numero stimato di nuovi casi l'anno è salito infatti dai 38.000 del 1990 ai 50.000 nel 1997-2000, negli individui tra i 50 e i 69 anni. Più in generale nei Paesi sviluppati, affermano all'OMS, l'incidenza del cancro colorettale è maggiore di 10 volte rispetto ai Paesi in via di sviluppo. Colpevole numero uno, nell'80% dei casi, sembra essere la dieta, soprattutto se ricca di grassi animali e di carne e povera di fibre. Al momento attuale si ritiene inoltre che la maggior parte dei carcinomi colonrettali si sviluppino a partire da una lesione precancerosa: il polipo adenomatoso. 
12. Partecipa ai programmi di vaccinazione contro l'epatite B.
L'Epatite B è un'infezione virale che colpisce il fegato, trasmissibile sessualmente o per contatto con sangue o liquidi del corpo infetti (attenzione a lamette, piercing, tatuaggi, trasfusioni di sangue e rapporti sessuali a rischio, interventi chirurgici o visite dal dentista). In tutto il mondo 400 milioni di persone, di cui 4 milioni vivono nell'Europa occidentale, hanno un'infezione cronica da virus dell'epatite B e sono a rischio di morte per cirrosi o cancro del fegato, malattia che uccide dalle 500.000 alle 750.000 persone l'anno. L'Hbv, infatti, è la principale causa (insieme all'Hcv) di cancro al fegato, malattia che nei paesi Ue si conta 30mila nuovi casi l'anno. Sebbene non esista nessuna cura per l'Epatite B, esiste un vaccino che può prevenire la malattia. In Italia grazie all'introduzione della vaccinazione obbligatoria, il numero dei nuovi casi è diminuito ad oggi di circa il 70%. Tuttavia, l'infezione non è stata ancora domata: i dati dell'ISS attestano, infatti, che gli italiani portatori cronici del virus sono 700-800mila e che i nuovi casi di infezione registrati ogni anno sono 10 per 100mila abitanti.
 
In Rete
European Code Against Cancer
World Cancer Report
Istituto Europeo di Oncologia
Lega Italiana Lotta ai Tumori
National Cancer Institute


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