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Terza età, gli over 65 pigri e in sovrappeso
ISS 3 dicembre 2010
Sono fuori forma, si muovono poco e non sono motivati a migliorare lo stile di vita. E’ questa la fotografia degli anziani scattata dall’ISS, partner italiano del progetto europeo CHANGE (Care of Health Advertising New Goals for Elderly people) che assieme ad altri quattro paesi membri dell’Unione Europea (Austria, Spagna, Polonia e Lituania) ha raccolto i dati sugli stili di vita della popolazione canuta. I dati completi saranno presentati il 3 dicembre 2010 presso l’Istituto Superiore di Sanità durante il workshop Invecchiare oggi: una sfida per il domani
organizzato dal Reparto Ambiente e Traumi.
Secondo il rapporto l’indice di massa corporea o Body Mass Index (BMI) calcolato sulla base dei parametri fisiologici registrati nel campione indica che la popolazione è tendente al sovrappeso: infatti nel complesso il 68% degli anziani ha un BMI superiore a 25, quindi classificabile come sovrappeso, con una forbice che va dal 50% della Spagna al 78% dell’Italia.
La maggior parte (53%) vive in famiglia e per il 40% vivono da soli, tuttavia vi sono grandi differenze nelle diverse realtà territoriali: in Italia, così come in Polonia e Spagna la maggior parte vive in famiglia (70% circa), mentre in Austria e Lituania per il 54% vivono da soli. In Italia, Polonia e Spagna un un ambiente sociale meno disgregato ha favorito il mantenimento dell’anziano in un tessuto connettivo relazionale che potenzialmente potrebbe permettere una più agevole compensazione della mancanza di autosufficienza ed un migliore reinserimento sociale.
Il livello di scolarità è risultato assai disomogeneo: mediamente alto in Lituania e Polonia (35% e 17% rispettivamente è laureato) mentre in Italia quasi la metà ha solo il diploma di scuola elementare.
Il campione di anziani italiani, nel complesso, si è mostrato più pigro
degli altri. Infatti, al di là della percentuale di soggetti sovrappeso più elevata di tutti e del BMI medio più elevato, gli italiani sembravano essere anche quelli meno interessati a tenere uno stile di vita più attivo e dinamico.
Il modello formativo promosso dal progetto CHANGE da un lato ha promosso un potenziamento delle competenze dei mediatori sanitari, dall’altro ha attivato un processo virtuoso in alcuni comportamenti negli anziani o, perlomeno, è nata o si è rafforzata in loro la volontà di intraprenderli –ribadisce il dott. Giustini, responsabile scientifico del progetto- il camminare, per esempio, oltre ad essere un’occasione frequente per fare un po’ di attività fisica, sembra anche essere l’attività maggiormente implementabile sia in termini di frequenza settimanale, sia in termini di durata. In alcune realtà, ed è il caso proprio dell’Italia, il ballo, attività per eccellenza socializzante, ha mostrato in seguito all’intervento del mediatore sanitario un incremento significativo in termini di frequenza
.
Prendendo, infatti, una serie di attività fisiche praticabili in concreto anche dagli anziani, è risultato che il camminare sia l’unica effettivamente svolta dalla maggior parte dei soggetti. Gli stili alimentari risentono abbastanza delle tradizioni nazionali: tra l’80% e il 95% ha dichiarato di consumare pane, pasta, riso e cereali 3 volte a settimana o più.
Un po’ ovunque il consumo giornaliero di frutta, verdure e legumi si presenta elevato, specialmente in Italia e Spagna per quanto riguarda la frutta fresca (rispettivamente 66% e 75%) e Polonia e Italia nel caso di verdure e legumi (47% e 39% circa). Appena il 15% del campione italiano si è dichiarato abbastanza o molto soddisfatto della propria vita attuale, contro il 21% dei lituani, il 42% degli spagnoli, il 48% dei polacchi e il 72% degli austriaci.
Il testo completo con i dati si può leggere sul Rapporto ISTISAN 09/49 scaricabile dal sito
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