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Condizionatori d’aria: un rischio per l’infezione da legionella?
a cura di Maria Luisa Ricci*
Esattamente 30 anni fa, nell’agosto del 1976 oltre 4000 persone si riunirono al Bellevue Stratford Hotel di Filadelfia (USA) per l’annuale congresso dell’American Legion. In quella circostanza 221 soggetti si ammalarono con un quadro clinico di polmonite e 34 di essi morirono. Questo fu il primo evento epidemico che colpì un gruppo di veterani della ex legione americana (da qui il nome di Malattia del Legionario), che portò la legionella all’attenzione del pubblico e della comunità scientifica. Dall’esame batteriologico dei campioni autoptici di tessuto polmonare delle persone decedute, vennero messi in evidenza microrganismi di piccole dimensioni, non identificati in precedenza, a cui fu dato il nome di Legionella pneumophila. La fonte dell’infezione fu attribuita alle torri di raffreddamento, presenti nell’hotel, che risultarono pesantemente contaminati da legionella.
Le legionelle sono microrganismi Gram-negativi presenti prevalentemente in ambienti acquatici di acqua dolce (laghi, corsi d’acqua, etc.). In questi ambienti vivono in associazione con altra flora batterica, protozoi e all’interno di biofilm dove sono in grado di sopravvivere e di moltiplicarsi ad un intervallo di temperatura compreso tra 25 e 42 °C , con una temperatura ottimale di crescita pari a 36±1 °C. In seguito all’alterazione dell’ambiente naturale da parte dell’uomo e alla costruzione di ambienti acquatici artificiali (acque condottate, impianti idrici degli edifici), la legionella ha ampliato la propria nicchia ecologica, conquistando habitat vicini alle attività umane.
La legionella infetta l’uomo, mediante inalazione o per microaspirazione di goccioline d’acqua in forma di aerosol, che si possono formare sia spruzzando acqua (docce, fontane) che facendola gorgogliare (sistemi per la respirazione assistita,nebulizzatori) oppure per impatto dell’acqua con superfici solide (pompe ad acqua) o ancora come prodotto di emissione di vari sistemi (torri di raffreddamento, umidificatori).
Le torri di raffreddamento sono grandi sistemi centralizzati per la produzione di aria condizionata , di cui esistono diversi tipi. Quelli che, se contaminati, possono essere un rischio per la trasmissione del microrganismo, sono gli impianti in cui l’acqua viene nebulizzata e dispersa nell’ambiente come vapore. Generalmente negli edifici di grandi dimensioni la torre di raffreddamento è posta sul tetto e, in determinate condizioni atmosferiche, l’acqua umidificata e gli aerosol possono penetrare nell’edificio attraverso una finestra aperta oppure essere trasportati nell’aria a distanza (fino a circa 6 km).
Dall’epidemia di Filadelfia sono state descritte nel mondo numerose altre epidemie di Malattia del Legionario, aventi come causa torri evaporative contaminate, tra cui la più grande mai riportata, si è verificata a Murcia in Spagna nel luglio del 2001 dove furono riportati 449 casi senza alcun decesso. Tra il 2003 e il 2004 anche in Francia un’epidemia causata da una torre di raffreddamento contaminata ha causato 86 casi con 8 decessi. Allo stesso modo, una torre evaporativa presente in un edificio, sede di un ufficio postale, è stata la sorgente di infezione della recentissima epidemia , verificatasi qualche settimana fa ad Amsterdam con 27 casi confermati ed un decesso.
In Italia la prima grande epidemia , causata da tali sistemi si è verificata nell’agosto del 1995 a Sestri Ponente con 34 casi confermati. In quella occasione i casi di malattia vennero individuati in un raggio di 3 km. Successivamente nel 1998 delle torri di raffreddamento poste nelle adiacenze di un ospedale di Alessandria, trasportarono, attraverso le finestre, aria contaminata che fu inalata da diversi pazienti, alcuni dei quali ebbero l’infezione ed altri morirono. Più recentemente tra l’agosto e l’ottobre del 2003, 15 casi di Malattia del Legionario si sono verificati in un quartiere di Roma. In questa epidemia la localizzazione dell’emissione della torre evaporativa era posta, insolitamente, sul marciapiede della strada transitato da passanti.
Da quanto esposto ed ampiamente riportato nella letteratura scientifica internazionale, risulta evidente che il rischio di contrarre la Malattia del Legionario è da attribuire ai grandi impianti di condizionamento dell’aria e non a quelli di uso domestico per i quali non è stata mai dimostrata alcuna correlazione con casi di malattia.
Pertanto per ridurre la trasmissione dell’ infezione attraverso le torri di raffreddamento è importante che i proprietari degli edifici, dove esse sono presenti, effettuino procedure di controllo e manutenzione periodiche.
Oltre a ciò sarebbe auspicabile, come in altri paesi europei, l’istituzione di un registro di tutte le torri di raffreddamento presenti sul territorio nazionale per individuare ed intervenire tempestivamente, nel caso in cui si verifichi un’epidemia.
* ricercatrice del Dipartimento Malattie Infettive, Parassitarie e Immunomediate dell’ISS
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