Il TAR si esprime sull'Ayahuasca

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L'Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha svolto un ruolo centrale - seppur indiretto - nella recente decisione del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Tar Lazio) che ha negato l'autorizzazione all'uso rituale della bevanda nota come “Santo Daime” da parte di una comunità spirituale.
Nonostante l'associazione religiosa abbia invocato pareri tecnici e soglie tossicologiche elaborate proprio dall'ISS per sostenere la sicurezza del preparato diluito, il tribunale ha ritenuto che tali elementi non fossero sufficienti a escludere la classificazione della sostanza come psicotropa ai sensi della normativa vigente.
Nel ricorso contro il Ministero della Salute, l'associazione aveva fatto riferimento a studi e linee guida dell'ISS per sostenere che la versione sacramentale diluita del Santo Daime (utilizzata durante le cerimonie) contiene concentrazioni di alcaloidi psicoattivi (in particolare DMT) talmente basse da non superare le soglie di rischio tossicologico indicate dall'Istituto.
Secondo il ricorrente, ciò avrebbe dovuto escludere la qualificazione della bevanda come “stupefacente”, aprendo la strada a un'eccezione legale per motivi religiosi.
Tuttavia, il Tar ha chiarito che l'ISS (pur essendo l'ente di riferimento per la valutazione scientifica dei rischi sanitari) non ha mai prodotto documenti ufficiali che autorizzino o legittimino l'uso umano di ayahuasca o suoi derivati, nemmeno in forma diluita o in contesti rituali.
Al contrario, i rapporti tecnici disponibili (tra cui il “Rapporto ISS 2020 sugli allucinogeni vegetali” e le “Linee guida per la valutazione tossicologica delle sostanze psicoattive”) evidenziano che:
- La DMT, principio attivo dell'ayahuasca, è una sostanza psicotropa controllata a livello internazionale (inclusa nelle tabelle della Convenzione ONU del 1971) e in Italia è regolata dal Testo Unico sugli stupefacenti (DPR 309/1990), indipendentemente dalla concentrazione.
- Non esistono studi epidemiologici nazionali che attestano la sicurezza a lungo termine del consumo anche occasionale o rituale di preparati a base di ayahuasca, soprattutto in popolazioni non selezionate o in contesti non medici.
- L'effetto psicoattivo non dipende solo dalla dose, ma anche dal contesto di assunzione, dalle interazioni farmacologiche e dalla debolezza individuale, aspetti che non possono essere garantiti in ambito religioso senza un monitoraggio sanitario strutturato.
In sostanza, l'ISS non ha mai certificato la “non pericolosità” del Santo Daime, né ha mai stabilito una “soglia di sicurezza” al di sotto della quale la sostanza può essere considerata giuridicamente innocua. I riferimenti citati in tribunale riguardano piuttosto valutazioni tossicologiche generiche, utili per la ricerca o per la classificazione di laboratorio, ma non sufficienti a fondare un'autorizzazione all'uso umano.
Il Tar ha quindi sottolineato che l'ISS svolge un ruolo consultivo e scientifico, non normativo: le sue valutazioni possono informare le decisioni delle autorità competenti (come il Ministero della Salute), ma non possono sostituirsi al giudizio amministrativo o giuridico. In altre parole, anche se una sostanza presenta concentrazioni “sotto soglia” in termini tossicologici, ciò non ne esclude automaticamente la pericolosità sociale, psicologica o la sua classificazione legale come stupefacente.
Inoltre, il tribunale ha richiamato un principio fondamentale ribadito più volte dall'ISS nei suoi documenti istituzionali: la salute pubblica si fonda sulla prevenzione del rischio, non solo sulla dimostrazione del danno conclamato. Poiché non esistono protocolli validati per l'uso controllato di ayahuasca in Italia — né studi longitudinali che ne attestano la sicurezza in contesti rituali (il principio di precauzione prevale su qualsiasi richiesta di deroga, anche se motivata da libertà religiosa).
Va anche notato che l'ISS, in collaborazione con l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e il Ministero della Salute, sta attualmente monitorando l'uso crescente di sostanze psichedeliche a scopo terapeutico (come la psilocibina o la ketamina), ma nessun progetto ufficiale include l'ayahuasca o il Santo Daime, proprio per la complessità della sua composizione chimica e per la mancanza di standardizzazione del preparato.
In conclusione, il ruolo dell'Istituto Superiore di Sanità in questa vicenda è stato cruciale non per aver “vietato” qualcosa, ma per aver fornito il quadro scientifico entro cui le autorità amministrative e giudiziarie hanno operato. La sua funzione non è quella di autorizzare o negare pratiche religiose, ma di valutare i rischi sanitari sulla base delle prove disponibili. E in assenza di dati sufficienti a garantire la sicurezza dei partecipanti, il Tar ha ritenuto valido il diniego del Ministero della Salute, ribadendo che nessuna libertà, neppure quella religiosa, può prevalere sull'incolumità fisica e psichica delle persone, quando il rischio (anche solo potenziale) è scientificamente documentato.
Fonti:
- Istituto Superiore di Sanità – Rapporto 2020 “Sostanze psicoattive di origine vegetale: ayahuasca, iboga, peyote”
- ISS – Linee guida per la valutazione del rischio tossicologico delle sostanze psicotrope (aggiornamento 2022)
- ISS – Documento tecnico “Principio di precauzione e salute pubblica” (2021)
- Ministero della Salute – Circolare n. 15444 del 2023: “Valutazione del rischio sanitario di sostanze psicoattive non medicalizzate”
- ISS – Scheda informativa su DMT e ayahuasca (pubblicata sul portale ufficiale www.iss.it )
- Convegno ISS 2023: “Psichedelici e salute mentale: stato dell'arte e prospettive in Italia”
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