SEIEVA - Sistema Epidemiologico Integrato dell'Epatite Virale Acuta

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Epatite E

Che cos'è l'epatite E

L’epatite E è una malattia sistemica che colpisce prevalentemente il fegato ed è causata dall’infezione da virus dell’epatite E (HEV). Sebbene non sia ancora chiaro il burden reale dell’epatite E, si stima che, a livello mondiale, circa un terzo della popolazione sia stata esposta al virus HEV [1] e che ogni anno 20 milioni di persone acquisiscano l’infezione da HEV con oltre 3 milioni di casi sintomatici e più di 40.000 decessi [2].

L’epidemiologia dell’epatite E a livello globale è diversa in base a fattori ecologici e socio-economici. Infatti nei paesi in via di sviluppo l’epatite E si presenta prevalentemente attraverso larghe epidemie diffuse attraverso acqua contaminata [2]. Viceversa nei paesi occidentali è stata tradizionalmente considerata una malattia legata ai viaggi, anche se ora questa percezione sta cambiando a causa di un crescente numero di casi autoctoni riportati negli ultimi anni nei paesi europei. Al momento quindi l’epatite E è considerata una infezione/malattia emergente ed endemica nei paesi della Comunità Europea [3]. Anche in Italia è stata dimostrata la trasmissione autoctona e la circolazione ambientale del virus HEV, congiuntamente ai casi associati a viaggi in zone endemiche [4]. L’aumento di casi autoctoni riscontrati in Europa ha spinto l’EASL (European Association for the Study of the Liver) a redigere specifiche linee guida nelle quali si raccomanda, tra l’altro, di testare per HEV tutti i pazienti con sintomi compatibili con l’epatite, come parte dei test di prima linea, indipendentemente dalla storia di viaggi [5].

Dati epidemiologici

La sorveglianza epidemiologica dell’epatite E in Italia nasce nel 2007 con l’introduzione, nel questionario epidemiologico SEIEVA, di un quesito riguardante la ricerca delle IgM anti-HEV. Nel periodo 2007-2023 tra i casi di epatite acuta segnalati al SEIEVA il 3,1% sono attribuibili al virus dell’epatite E, percentuale che sale al 10,5% se si considerano solo gli ultimi 5 anni (2019-2023).
Dall’inizio della sorveglianza specifica dell’epatite E, sono stati segnalati al SEIEVA complessivamente 598 con una distribuzione regionale mostrata nella sottostante cartina.


La maggior parte dei casi sono stati notificati al SEIEVA da regioni del Nord e del Centro e solo pochi casi sono stati notificati da regioni del Sud. Si può notare che la maggior parte delle segnalazioni provengono da 3 sole regioni, nelle quali la diagnostica per l’epatite E viene già eseguita da molti anni presso laboratori di riferimento regionali. La distribuzione dei casi notificati sembra quindi in parte riflettere la propensione ad eseguire i test specifici, più che una reale differenza di incidenza. Questo fa supporre che in Italia ci sia un forte problema di sottonotifica che limita la sorveglianza dell’epatite E.

L'andamento annuale delle segnalazioni al SEIEVA di casi di epatite E mostra come queste siano aumentate negli anni e nel 2019 si sia raggiunto il picco di 103 casi.
La maggior parte delle infezioni sono acquisite in Italia (casi autoctoni – 79%), riguardano prevalentemente maschi (78%) con un’età mediana di 52 anni (range 5-92) ed il 73% dei casi sono diagnosticati in cittadini italiani.
Per quanto riguarda i fattori di rischio, il 69% dei casi autoctoni riportava di aver consumato carne di maiale cruda o poco cotta nelle 6 settimane precedenti l’insorgenza dei sintomi.

Sorveglianza specifica dell’epatite E all’interno del SEIEVA

A partire da gennaio 2019 all’interno del SEIEVA è stata attivata una sorveglianza specifica dell’epatite E che utilizza un apposito questionario epidemiologico. Gli obiettivi della nuova sorveglianza sono i seguenti:

  • dimensionare il burden reale di malattia associato con l’HEV
  • studiare/monitorare i fattori di rischio responsabili della diffusione dell’HEV in Italia
  • aumentare la consapevolezza su questa infezione tra gli operatori sanitari, anche nell’ottica di migliorare l’attitudine ad eseguire i test specifici
  • incoraggiare le Regioni ad identificare un laboratorio di riferimento per le indagini molecolari sul virus
  • studiare quadri clinici inattesi
  • identificare/studiare fattori di rischio emergenti

Perché una nuova scheda epidemiologica?

La scelta di utilizzare una nuova scheda epidemiologica, invece del questionario SEIEVA standard finora adottato per tutti i tipi di epatite, è mutuata essenzialmente dal fatto che l’epatite E presenta caratteristiche peculiari che la differenziano dalle forme di malattia causate dai virus A, B e C, in particolare:

  • possibilità di un quadro clinico neurologico
  • possibilità di infezione cronica in pazienti immunodepressi
  • complicanze cliniche in caso di gravidanza o sottostante malattia cronica del fegato

Per approfondimenti scarica il protocollo della sorveglianza.

Approfondimenti

  1. Pérez-Gracia MT, Mateos Lindemann ML, Caridad Montalvo Villalba M. Hepatitis E: current status. Rev Med Virol. 2013;23(6):384-98.
  2. World Health Organization (WHO). Hepatitis E. Fact sheet. Geneva: WHO; 2023.
  3. Adlhoch C, Avellon A, Baylis SA, et al. Hepatitis E virus: Assessment of the epidemiological situation in humans in Europe, 2014/15. J Clin Virol. 2016;82:9-16.
  4. Alfonsi V, Romanò L, Ciccaglione AR, La Rosa G, Bruni R, Zanetti A, Della Libera S, Iaconelli M, Bagnarelli P, Capobianchi MR, Garbuglia AR, Riccardo F, Tosti ME, Collaborating Group. Hepatitis E in Italy: 5 years of national epidemiological, virological and environmental surveillance, 2012 to 2016. Euro Surveill 2018;23(41):pii=1700517.
  5. European Association for the Study of the Liver. EASL Clinical Practice Guidelines on hepatitis E virus infection. J Hepatol. 2018 Jun;68(6):1256-1271.


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