I donatori di sangue in Italia sono in costante aumento. Secondo i dati preliminari relativi al 2001 del Registro Nazionale del Sangue e del Plasma dell’Istituto Superiore di Sanità, che raccoglie i dati provenienti da tutte le strutture trasfusionali italiane, le persone che donano il sangue (in totale 1.300.000 persone) sono aumentate in totale del 3%. In particolare sono cresciuti del 3,5% i donatori nuovi, mentre quelli periodici salgono del 2,6%. Sempre nel 2001 l’autosufficienza è stata raggiunta a livello nazionale grazie allo scambio interregionale di circa 79mila unità di sangue, a fronte di una raccolta complessiva di oltre 2 milioni di unità. I dati sono stati illustrati oggi all’Istituto nel corso del Convegno nazionale “Il buon uso del sangue”.
“E’ estremamente importante che ci sia un aumento delle donazioni perché contemporaneamente nel nostro Paese, soprattutto a causa dello sviluppo di terapie mediche come i trapianti e certi tipi di interventi in cardiochirurgia sempre più diffusi, è cresciuta anche la necessità di avere un maggior numero di unità di sangue disponibili – spiega Hamisa Jane Hassan, Responsabile del Reparto di Metodologie Trasfusionali – e questo limita anche la disponibilità delle regioni tradizionalmente più ricche di sangue a riequilibrare le carenze locali. Per il 2003, infatti, è previsto un fabbisogno di sangue da destinare allo scambio interregionale pari a circa 74.000 unità, mentre la disponibilità nazionale di quelle che solitamente lo cedono è stata stimata in circa 66.000 unità.
Il Registro nazionale fotografa nel 2001 la situazione nelle diverse regioni italiane piuttosto differenziata. “Il Lazio e l’Italia meridionale – spiega la Hassan - non sono ancora in grado di assicurare l’autosufficienza regionale di sangue, pur essendoci un leggero incremento del numero delle donazioni”.
Nel 2001, è aumentato del 4% anche il quantitativo di plasma inviato all’industria per la produzione di plasmaderivati ma risulta ancora inadeguato per arrivare all’autosufficienza. “L’Italia avrebbe bisogno di circa 800mila litri di plasma da inviare all’industria per soddisfare il fabbisogno nazionale per la produzione di plasmaderivati. Attualmente vengono raccolti circa 650mila litri di plasma, ma non tutto questo quantitativo viene inviato al frazionamento – afferma la Hassan – Da molti anni una percentuale eccessiva del plasma (il 23%), viene distribuito in clinica tanto che nel 2001, in Italia, è stato coperto solo il 58% del fabbisogno di plasma”. Il Registro rileva, inoltre, che nelle pratiche di autotrasfusione, solo il 70% circa del sangue predepositato è stato realmente trasfuso.
A fronte di una sempre più crescente sensibilizzazione verso le donazioni, questi dati mostrano che è necessario ottimizzare sempre più le risorse che esistono nel nostro Paese. “Il Convegno sul “Buon uso del sangue” vuole contribuire a creare linguaggio e metodi comuni tra i diversi operatori sanitari per affrontare i problemi e le emergenze relative al bisogno e all’utilizzo del sangue con l’obiettivo ultimo di creare delle linee-guida uniformi – afferma Enrico Garaci, presidente dell’ISS –. L’incontro che avviene oggi tra gli operatori sanitari, i diversi specialisti e il confronto tra le diverse linee guida esistenti mira, infatti, proprio a questo obiettivo”.