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Indietro Intersex, ISS ha formato 10000 operatori sanitari, la mappa dei centri pubblici con i servizi dedicati

Da oggi online, sul sito www.iss.it la pagina dedicata alle persone intersex (Infointersex.it), il risultato di un lavoro importante realizzato nell’ambito del Progetto dedicato al benessere e alla salute delle persone intersex coordinato dal Centro di Riferimento per la Medicina di Genere dell’Istituto Superiore di Sanità e finanziato dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) - Presidenza del Consiglio dei Ministri, nell’ambito del PON Inclusione con il contributo del Fondo Sociale Europeo 2014-2020.

Grazie a questo lavoro è stata resa disponibile una notevole mole di informazioni basate su evidenze scientifiche relativi alle scelte di salute di questa fascia di cittadinanza. Il nuovo portale istituzionale intende offrire una mappa dei centri clinici pubblici presenti sul territorio che offrono servizi dedicati alle persone intersex. Il sito contiene anche informazioni aggiornate riguardanti la valutazione genetica e clinica, il supporto psicologico, la terapia ormonale e le eventuali opzioni chirurgiche, questioni giuridiche oltre a informazioni su associazioni di settore e una sezione dedicata a falsi miti e bufale. InfotIntersex contiene infine una sezione contenente buone pratiche dedicate ai professionisti che lavorano in ambiti diversi.

E’ stato inoltre realizzato un corso FAD ECM, al quale si sono iscritti circa 10.000 per la maggior parte medici, in particolare medici di medicina generale, e psicologi.

 

Chi sono le persone intersex

Le persone intersex sono quelle che presentano variazioni congenite cromosomiche, gonadiche e/o anatomiche dello sviluppo del sesso (Variazioni delle Caratteristiche del Sesso (VSC)/Differenze dello Sviluppo del Sesso (DSD) e che necessitano di un supporto individualizzato e multidisciplinare in ambito sanitario. Come riportato da alcune delle principali istituzioni internazionali (Nazioni Unite, Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali, Consiglio d’Europa), le persone con VSC/DSD sono esposte a numerose forme di violenza e discriminazione in ogni aspetto della vita quotidiana incluso l’accesso ai servizi sanitari. Le raccomandazioni Europee vanno quindi nella direzione di una “presa in carico” delle persone con VSC/DSD, attraverso azioni positive per una loro piena inclusione sociale.


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