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Back In un libro la storia degli interferoni, l’arma che ha rivoluzionato la terapia di infezioni e tumori

Da sostanze ‘inafferrabili’, la cui scoperta è stata accolta con lo scetticismo che sempre accompagna le teorie innovative, a farmaci capaci di rivoluzionare la terapia delle infezioni e dei tumori, oltre a gettare una luce completamente nuova sulla genesi delle malattie autoimmuni. La storia degli interferoni, molecole prodotte dalle cellule e in grado di regolare i meccanismi di difesa dell’organismo, è anche un racconto perfetto che fa capire come si fa ricerca, quali sono le difficoltà, le speranze e i fallimenti. A tracciarla è Filippo Belardelli, Ricercatore Senior Associato dell’Istituto di Farmacologia Traslazionale, già Direttore del Dipartimento di Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare, che per decenni ha studiato gli interferoni nei laboratori dell’Istituto, nel suo libro ‘Gli Interferoni nei Tumori e nelle Malattie Autoimmuni. Il loro ruolo nella cura e nella ricerca per la salute globale’, presentato oggi nella sede dell’Iss.

“Questo libro parte dai primi studi sui virus animali degli anni Cinquanta – spiega Belardelli - e percorre un lungo viaggio di ricerca nella strada per comprendere la natura, la funzione e il possibile utilizzo nell’essere umano di alcuni fattori prodotti dalle cellule in risposta all’infezione virale. Un cammino lungo e faticoso, caratterizzato da intense discussioni, speranze, irrealistici sogni e continue nuove scoperte che, in alcuni casi, hanno rappresentato vere rivoluzioni nella visione del ruolo a essi assegnato. Un percorso durato circa sessantacinque anni e non ancora concluso, segnato da intuizioni, dubbi, evidenze sperimentali, contrasti, mitizzazioni generate da pressioni economico-sociali e successiva evoluzione delle conoscenze, basata oggi sui più recenti sviluppi della ricerca”.

L’importanza degli interferoni è delineata nei quattro capitoli che compongono il libro. Nel primo c’è una ricostruzione sulla scoperta dei mediatori dell’interferenza virale e dell’evoluzione della ricerca sugli interferoni, che ha portato a continue e sostanziali revisioni del ruolo stesso e dell’attività di questi fattori, poi divenuti parte del grande universo delle citochine.  Nella seconda parte del libro viene presentato un quadro delle recenti conoscenze sul ruolo biologico degli interferoni nel controllo delle malattie virali, neoplastiche ed autoimmuni e delle possibilità di applicazioni cliniche mirate, concentrandosi soprattutto sull’interferoni alfa e beta, quelli che hanno incontrato un maggior impiego clinico nell’uomo. Nella terza parte del libro si fa ampio riferimento a tematiche di particolare rilevanza per la salute pubblica, dalle ricerche per lo sviluppo di vaccini (sia antivirali che contro il cancro) e di strategie di prevenzione contro il rischio di nuovi virus pandemici, alle più recenti sfide per una “medicina personalizzata”, in grado di identificare il miglior trattamento per il paziente. Partendo dall’analisi dei rapporti tra virus e interferoni e del loro ruolo nel controllo dei tumori e delle malattie autoimmuni, il libro nell’ultima parte espone le sfide di oggi della ricerca biomedica, che portano a ipotizzare modalità innovative di utilizzo delle conoscenze per la salute pubblica. “Questa parte – spiega Belardelli - contiene riflessioni personali sul significato stesso della ricerca, con implicazioni etiche, filosofiche e sociali, che impongono al ricercatore ed al lettore stesso di confrontarsi con le criticità crescenti del mondo di oggi (degrado ambientale, perdita di biodiversità e crisi di natura socio-economica e geopolitica), evidenziando la necessità di tendere al reale raggiungimento di una salute globale, obiettivo essenziale per garantire il futuro dell’uomo sulla Terra”.


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