Header image

National centres and Reference centres

National centre for Addiction and doping

Back UK Allarme nelle scuole: cresce il fenomeno delle e-cig addizionate con sostanze psicotrope sintetiche

Un recente studio scientifico condotto presso l'Università di Bath ha evidenziato un fenomeno allarmante, legato all'uso di dispositivi per il vaping tra gli studenti delle scuole secondarie in Inghilterra: una quota significativa di questi prodotti contiene sostanze sintetiche estremamente pericolose, comunemente note come "Spice" (un gruppo di cannabinoidi sintetici o semisintetici che possono essere presenti singolarmente o in differenti miscele).

La ricerca, guidata dal professore Chris Pudney del Dipartimento “Life Sciences”, ha esaminato un campione di 1.923 dispositivi e liquidi per sigarette elettroniche sequestrati in 114 istituti scolastici distribuiti in sette aree geografiche del Paese.

I risultati mostrano che il 13% dei campioni analizzati contengono appunto Spice, con picchi del 25% in zone specifiche come Londra e Lancashire.

Le sostanze non sono  da confondere con il tetraidrocannabinolo (THC), il principio attivo naturale della cannabis.

Nonostante le somiglianze superficiali nell'effetto o nel marketing, le Spice sono chimicamente diverse, molto più economiche da produrre e notevolmente più rischiose per la salute.

I loro effetti acuti possono includere allucinazioni, crisi epilettiche, tachicardia, episodi psicotici e, in casi estremi, arresto cardiaco.

A lungo termine, determinano una dipendenza fisica e psicologica paragonabile a quella dell'eroina, con sintomi di astinenza descritti come particolarmente devastanti dai consumatori stessi.

Uno degli aspetti più preoccupanti emersi dallo studio riguarda la facilità con cui questi prodotti contaminati sono reperibili online, in particolare attraverso piattaforme social come TikTok, Instagram e Facebook.

I ricercatori hanno condotto un'analisi approfondita tra giugno e agosto 2025, monitorando centinaia di profili che pubblicizzavano liquidi per sigarette elettroniche “al THC”.

Tuttavia, un'analisi laboratoristica incrociata con metodi di riconoscimento de visu (basata su caratteristiche fisiche e visive dei liquidi e dei dispositivi) ha permesso di stabilire, con il 96% precisione, che la maggior parte di questi prodotti non conteneva affatto THC, ma Spice.

In particolare, il 68% degli account su TikTok e il 12% su Facebook che si presentavano come venditori di THC erano in realtà coinvolti nella commercializzazione di Spice.

Questo fenomeno è aggravato dal fatto che i giovani, spesso in cerca di esperienze legate alla cannabis, vengono ingannati da un marketing fuorviante.

I prodotti sono presentati con termini come “vapes” al THC o “effetto cannabis”, pur essendo basato su sostanze sintetiche illegali e molto più pericolose.

Secondo il professor Pudney, questa pratica non solo sfrutta la scarsa consapevolezza dei consumatori, ma espone i giovani a rischi sanitari gravi e potenzialmente irreversibili.

Nonostante le segnalazioni formali inviate nel marzo 2025 alle aziende proprietarie delle piattaforme social, tramite il gruppo di lavoro Drugs on Social Media, coordinato dalla britannica “DSM Foundation”, la maggior parte degli account identificati come veicoli di vendita illegale è rimasta attiva al 1° settembre 2025.

Circa il 70% di questi profili era ancora facilmente accessibile attraverso semplici ricerche con parole chiave; evidenziando una risposta assolutamente inadeguata nella descrizione, in questo caso di contenuti illegali.

La ricerca sottolinea inoltre il ruolo cruciale dell'Online Safety Act, la legge varata dal governo inglese per regolamentare la sicurezza digitale.

Tale normativa attribuisce all'Ofcom, l'autorità indipendente per la comunicazione ei media, il potere di intervenire contro le piattaforme online che consentono la diffusione di contenuti illegali, compresa la vendita di sostanze stupefacenti.

L'ente può imporre sanzioni pecuniarie fino a 18 milioni di sterline o fino al 10% del fatturato globale annuo delle aziende coinvolte.

Tuttavia, secondo gli autori dello studio, l'applicazione di questi poteri è ancora insufficiente e necessita di un impegno più strutturato.

Emerge l'urgenza di attivare un programma specifico di monitoraggio continuo da parte di Ofcom, che sia finalizzato ad individuare e bloccare i canali che promuovono o vendono droghe sintetiche ai minori.

Inoltre, i consumatori di cannabinoidi sintetici spesso sono vittime di sfruttamento da parte degli spacciatori, esposti a coercizione economica e psicologica; il che rende il fenomeno non solo un problema di salute pubblica, ma anche di sicurezza sociale.

Essendo un campanello d'allarme anche per gli altri del vecchio continente, questa ricerca impone un'azione immediata da parte delle piattaforme digitali e delle autorità di regolamentazione EU, poiché i giovani sono particolarmente vulnerabili quando si trovano esposti messaggi fuorvianti su sostanze potenzialmente letali.

In sintesi, lo studio rivela un fenomeno in crescita e largamente sottovalutato: la diffusione di droghe sintetiche attraverso canali digitali facilmente accessibili, con conseguenze potenzialmente devastanti per la salute mentale e fisica degli adolescenti. La combinazione di marketing ingannevole, regolamentazione insufficiente e scarsa vigilanza da parte delle piattaforme sociali rende necessaria un'azione coordinata tra istituzioni, scuole, autorità sanitarie e tecnologiche per contrastare questa emergenza.