Nel Progetto rescEU CBRN entrano nuovi partner per formazione e difesa

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Il progetto europeo, guidato dall’Italia, dedicato all'intervento in scenari di prevenzione e risposta ad eventi chimici, biologici, radiologici e nucleari vede l’ingresso di nuovi partner, RI Group e ARPAV, e primi traguardi in ambito tecnologico, con la consegna del primo veicolo a supporto della capacità addestrativa in Realtà Virtuale
Nuovi importanti passi per il progetto rescEU CBRN-DSIM-IT, programma ideato da un consorzio di eccellenze Italiane tra istituzioni e privati e finanziato dall’Unione Europea attraverso lo strumento finanziario Next Generation EU, mirato a migliorare i meccanismi internazionali di risposta nei confronti di scenari che vedono coinvolti agenti di tipo chimico, biologico, radiologico e nucleare (da qui l’acronimo CBRN) e quindi in grado di minacciare la sicurezza pubblica, ambientale e infrastrutturale.
Il consorzio tutto italiano a cui è stato assegnato il progetto prevede una collaborazione intersettoriale di partner provenienti dal settore pubblico e privato: Regione del Veneto, Policlinico Universitario Gemelli, Fondazione SAFE, Società Nucleco spa, Azienda socio-sanitaria Fatebenefratelli Sacco, Istituto Superiore di Sanità, Tomassini Style, con il coordinamento amministrativo di ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) e quello operativo tecnico del CNVVF (Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco).
Recentemente, nuovi partner sono entrati a potenziare le capacità del consorzio. Il primo dei nuovi partner è RI Group, azienda italiana specializzata nella progettazione e produzione di shelter speciali, tramite l’integrazione di diversi sistemi innovativi ad alto contenuto tecnologico, indirizzati principalmente al settore della difesa e della medicina d’emergenza, la cui esperienza sarà importante in particolare nello sviluppo e la realizzazione dei 4 laboratori speciali mobili, Biologico, Chimico e Radiologico/Nucleare, che rappresentano la parte nodale della flotta. Nel progetto entra anche ARPAV, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione Ambientale del Veneto, che porterà al progetto la sua esperienza tecnica nel settore delle analisi ambientali, contribuendo alla definizione delle specifiche tecniche degli strumenti di laboratorio e alla docenza dei corsi di formazione previsti.
La fase di implementazione prevede tre aspetti fondamentali di realizzazione: quello tecnologico, riguardante lo sviluppo di una flotta di veicoli di soccorso equipaggiati con attrezzature e dispositivi per monitorare, individuare e reagire in maniera tempestiva a potenziali rischi; quello formativo, focalizzato sulla preparazione e sull’addestramento di una squadra di circa 120 operatori, specializzati nella gestione di eventi CBRN; quello organizzativo, necessario alla pronta mobilitazione di tale dispositivo di emergenza in Italia o nel mondo, comprendente la definizione dei piani di sicurezza, l’organizzazione logistica e il coordinamento delle operazioni di intervento.
Tra gli obiettivi del progetto vi è quello di garantire un approccio innovativo per la formazione degli operatori, supportato da strumenti avanzati come scenari formativi basati su repliche digitali (Digital Twins) degli strumenti utilizzati e le possibilità offerte dalla realtà estesa (XR).
Il progetto fa ora un passo importante nel settore tecnologico con il lancio del veicolo dedicato al supporto dell’addestramento in realtà virtuale, il primo della serie di mezzi specializzati previsti all’interno dell’iniziativa. Il mezzo in questione è un vero e proprio ufficio mobile, con spazi interni ottimizzati per supportare il personale incaricato di allestire i moduli dedicati alle sessioni di addestramento.
Con l’introduzione del primo veicolo a supporto dell’addestramento immersivo e l’ingresso di nuove competenze nel consorzio, rescEU CBRN-DSIM-IT consolida il suo ruolo strategico nella costruzione di un sistema europeo di risposta integrata alle emergenze. Un’iniziativa che dimostra come l’innovazione tecnologica, la collaborazione tra enti pubblici e privati e l’investimento nella formazione siano strumenti chiave per rafforzare la resilienza collettiva di fronte alle minacce CBRN.