Acqua, accesso e sicurezza
Con l'entrata in vigore del D.lgs. 18/2023, che recepisce la Direttiva (UE) 2020/2184 sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, l'Italia introduce una serie di norme stringenti per migliorare ulteriormente la sicurezza dell’acqua potabile anche all’interno degli edifici.
Anzitutto il nuovo quadro legislativo mira ad un potenziamento dei livelli di sicurezza sanitaria relativa ai materiali e ai prodotti chimici da utilizzare per i nuovi impianti idrici introducendo una serie di rigorose norme standard, un sistema di certificazione di parte terza ed un marchio di idoneità per i nuovi materiali. Parallelamente si pone l'accento sulla prevenzione e il controllo dei rischi derivanti da una manutenzione inadeguata delle reti idriche già esistenti interne agli edifici, che possono causare l'accumulo di sedimenti e la proliferazione di biofilm, così come alla presenza di materiali che rilasciano elementi tossici come il piombo e alla diffusione di Legionella, un batterio che, attraverso l’inalazione o aspirazione di aerosol rilasciato da acque contaminate può causare infezioni polmonari anche gravi, in particolare su individui fragili.
La nuova normativa, integrata dal Rapporto ISTISAN 22/32 collegato al citato decreto nazionale, fornisce un manuale pratico per l'attuazione delle nuove disposizioni legislative definendo specifici obblighi e raccomandazioni per i sistemi di distribuzione interni agli edifici, distinguendo chiaramente tra edifici prioritari e non prioritari ed assegnando prescrizioni differenziate in base al tipo di utenza e all'uso delle strutture.
Gli edifici prioritari comprendono ospedali, case di cura, centri riabilitativi, ambulatori, studi dentistici, alberghi, stazioni, aeroporti, carceri, ristoranti, mense aziendali e scolastiche. Questi edifici possono ospitare individui vulnerabili e alta densità di popolazione, essendo anche soggetti a eventi pericolosi quali complessità e lunghezza delle reti e possibili stagnazioni delle acque. Viene quindi richiesta una gestione scrupolosa delle reti per il mantenimento della qualità dell’acqua potabile attraverso una valutazione dettagliata di tutte le potenziali fonti di contaminazione interna e la concomitante gestione dei rischi correlati.
Ogni edificio prioritario deve avere un responsabile per la distribuzione interna dell'acqua, noto come il GIDI. Questa figura, incaricata di garantire la qualità dell'acqua distribuita all'interno dell'edificio, richiede competenze specifiche e una formazione adeguata, inclusa la partecipazione a corsi di aggiornamento periodici per rimanere al passo con le evoluzioni normative e tecniche. Il responsabile esercita le proprie funzioni attraverso l’implementazione dei piani di sicurezza dell’acqua per ospedali e case di cura, dei piani di autocontrollo igienico per centri riabilitativi, ambulatori, dentisti, alberghi, stazioni, aeroporti, carceri, ristoranti, mense aziendali e scolastiche o dei piani di verifica igienico-sanitaria per tutti gli altri edifici prioritari, incluse le carceri nel periodo transitorio.
Tutti i piani richiedono il monitoraggio continuo e sistematico della qualità dell’acqua, la manutenzione delle reti idriche e la gestione del rischio almeno per contaminanti come piombo e Legionella.
Gli edifici non prioritari per i quali non sussiste alcun obbligo ai sensi della nuova normativa, includono le abitazioni private, le aree condominiali, gli uffici e gli edifici pubblici non classificati come prioritari. Nel caso in cui gli edifici sono adibiti a luoghi di lavoro la normativa sulle acque destinate al consumo umano deve comunque integrarsi con le norme sulla sicurezza sul lavoro (che, tra l’altro prevedono il controllo di Legionella per i lavoratori e visitatori esposti).
Per gli edifici non prioritari, anche in termini di dovuta diligenza, le figure cui compete la gestione dell’impianto idrico, ad esempio amministratori di condominio e responsabili di edifici pubblici non prioritari, sono responsabili di garantire che l’acqua di buona qualità con cui la rete idrica è alimentata non venga peggiorata al punto di non rispettare gli standard sanitari definiti dalla legge, e pertanto possono utilmente operare periodiche verifiche e manutenzioni delle reti idriche di loro competenza.
Per le abitazioni private, sebbene non sussista alcun obbligo né sanzione specifica, soprattutto nel caso in cui i residenti siano particolarmente fragili, è opportuna una sensibilizzazione rispetto alla conoscenza delle pratiche di manutenzione delle tubature e alla corretta gestione dei dispositivi di affinamento del sapore e dell’odore eventualmente connessi al rubinetto o al contatore. Allo stesso tempo la manutenzione di bottiglie e borracce riempite con acqua potabile è essenziale per garantire la sicurezza dell’acqua consumata. Quest’ultime devono essere pulite e disinfettate regolarmente per evitare contaminazioni secondarie e garantire che l’acqua rimanga potabile.
La collaborazione tra responsabili degli edifici, amministratori e cittadini è fondamentale per assicurare che tutte le misure descritte nella nuova normativa siano efficaci e che l’acqua potabile rimanga sicura per tutti.