Giornata per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, un melograno simboleggia l’impegno dell’Iss a promuovere una cultura di rispetto

UFFICIO STAMPA
Giornata per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, un melograno simboleggia l’impegno dell’Iss a promuovere una cultura di rispetto
Il 4 dicembre un convegno sulle conseguenze per la salute della violenza; tra le iniziative dell’Istituto le raccomandazioni nelle linee guida sulla gravidanza e la formazione per gli operatori
Un albero di melograno. Un simbolo di vita, rinascita e resilienza, oggi 25 novembre, giornata internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, è stato piantato nel giardino monumentale dell’Istituto Superiore di Sanità. Un segno tangibile, promosso dal CUG, il Comitato Unico di Garanzia dell’ISS, dell’impegno dell’Istituto nel promuovere una cultura del rispetto, della consapevolezza e della prevenzione di ogni forma di violenza di genere.
“Come Cug – spiega Paola Fattibene, presidente del Comitato -, abbiamo voluto celebrare questa ricorrenza e ricordare le vittime di violenza di genere con un gesto simbolico. Sappiamo che si tratta “solo” di un simbolo, ma i simboli parlano, restano, uniscono. Abbiamo scelto un albero le cui radici rappresentano il fondamento per una nuova cultura della consapevolezza, del rispetto e dell’uguaglianza; le foglie, nella loro varietà, richiamano la molteplicità e la ricchezza delle identità di genere, mentre il tronco è la forza delle strutture sociali che sostengono le vittime; infine, i suoi meravigliosi fiori e frutti rossi – colore simbolo di questa giornata - parlano di rinascita e di futuro. La nostra speranza è tutti possano fermarsi davanti a quest’albero e pensare che quel tempo in cui si aveva paura è ormai alle spalle, grazie all’impegno di tutte e tutti noi.
L’impegno dell’Iss proseguirà il prossimo 4 dicembre con un convegno che approfondirà il tema delle conseguenze della violenza di genere sulla salute fisica e mentale delle vittime. La violenza di genere è un fenomeno trasversale e un problema di sanità pubblica. A livello globale, sono 243 milioni le donne e le ragazze, 1 su 3, di età compresa tra 15 e 49 anni ad aver subito una violenza fisica o sessuale da parte di un attuale o ex partner, o sconosciuto. La violenza è uno dei principali fattori di rischio di cattiva salute e di morte prematura per le donne e le ragazze, e rappresenta una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne.
L’evento, intitolato ‘Violenza di genere: prevenzione e conseguenze sulla salute’, testimonierà l’impegno dell’istituto nella prevenzione e contrasto contro ogni forma di violenza fisica e psicologica, di molestia e di discriminazione diretta e indiretta e di promozione della parità e pari opportunità nei luoghi di lavoro. Lo scopo principale dell’incontro è quello di rafforzare la cultura della parità e del rispetto, contribuendo a un ambiente di lavoro più equo e solidale. Fra i relatori e le relatrici ci saranno Valerio de Gioia, Consigliere della prima sezione penale della Corte di Appello di Roma e Consulente della Commissione di inchiesta sul Femminicidio, Anna Maria Giannini del Dipartimento di Psicologia, della Sapienza Università di Roma, Simona Lanzoni già Presidente del gruppo Grevio (Group of Experts on action against Violence against Women and Domestic Violence) del Consiglio d’Europa e Vice Presidente Pangea ETS e Antonio Tintori del CNR-IRPPS di Roma.
Alcune iniziative contro la violenza di genere, dalle nuove raccomandazioni nelle linee guida sulla gravidanza alla formazione degli operatori
Una maggiore attenzione alla violenza domestica e di genere in gravidanza è una delle novità del recente aggiornamento della seconda parte della Linea Guida “Gravidanza fisiologica” elaborato dal Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e la Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità. In particolare, nel documento, che attualizza la linea guida sviluppata nel 2010, sono state inserite raccomandazioni per favorire l’emersione e la presa in carico, e per la formazione dei professionisti del percorso nascita nell’individuazione delle situazioni critiche.
“La violenza domestica e di genere durante la gravidanza è un fenomeno in crescita, associato a gravi esiti di salute per donne e bambini”, sottolinea Serena Donati, Direttrice Reparto Salute della Donna e dell’Età Evolutiva, CNaPPS dell’ISS.
“A livello globale – aggiunge Donati - l’OMS stima che una donna su quattro subisce violenza durante la gravidanza e per quanto riguarda il nostro Paese l’ISTAT, nel 2015 ha stimato che il 12% delle donne italiane ha subito violenze mentre aspettava un bambino”.
Spesso il primo punto di contatto per le donne vittime di violenza sono i professionisti sanitari del percorso nascita, che si trovano in una posizione privilegiata per intercettare segnali di rischio e offrire quindi un supporto tempestivo alle donne. “Per questo sono state introdotte nuove raccomandazioni nell’aggiornamento della linea guida “Gravidanza fisiologica” del Sistema Nazionale Linee Guida dell’ISS, che – aggiunge Donati – in linea con gli indirizzi internazionali, prevedono che l’esposizione alla violenza domestica e di genere sia valutata dai professionisti sanitari, in occasione di ogni bilancio di salute in gravidanza e nel primo anno dopo il parto. Le raccomandazioni prevedono anche la formazione dei professionisti sanitari, e l’attivazione tempestiva dei percorsi dedicati alle donne esposte a violenza. Si tratta di una novità importante: riconoscere e nominare la violenza nei luoghi di cura significa restituire alle donne uno spazio sicuro dove essere ascoltate e accompagnate senza timori né giudizi”.
Un modello per la formazione degli operatori di salute contro la violenza. Il nuovo rapporto ISTISAN
La formazione del personale sanitario che si occupa di prevenzione e contrasto alla violenza di genere e alla violenza assistita da minori, con indicazioni su come ascoltare le donne che subiscono violenza, come accoglierle e come indirizzarle verso l’uscita da contesti violenti, è l’obiettivo del Rapporto ISTISAN ‘Prevenzione della violenza contro le donne e della violenza assistita da minori: linee di indirizzo operative per lo sviluppo di programmi di formazione’ elaborato, e recentemente pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), nell'ambito del progetto #IpaziaCCM2021, coordinato dall’Azienda USL Toscana Sud-Est.
Il Rapporto è strutturato in tre parti: la prima sulle metodologie formative; la seconda su contenuti tecnico-scientifici; la terza su tematiche specifiche e trasversali presentate come schede di approfondimento. Un glossario della terminologia legata alla violenza di genere completa il documento.https://www.iss.it/documents/20126/9975143/25-17+web.pdf/5b1f87dc-48f7-1632-8537-836afa457fc7?t=1763712046468
“L'Istituto Superiore di Sanità - spiega Alfonso Mazzaccara, responsabile del Servizio formazione dell’ISS - ha svolto un ruolo scientifico e organizzativo centrale nella messa a
punto e nella sperimentazione del modello formativo proposto nelle linee di indirizzo operative. Il modello è basato sulla metodologia del Problem Based Learning –competence oriented e ha consentito, fino a oggi, a 2.346 professionisti/e dei territori coinvolti nel Progetto #IpaziaCCM2021 di effettuare con pieno successo un percorso di formazione a distanza. A questi professioniste/i si sono aggiunti 23 operatori e operatrici dei settori disciplinari infermieristico, psicologico, sociale, medico, che hanno acquisito specifiche competenze nella facilitazione per la conduzione di corsi di formazione per la prevenzione e contrasto alla violenza”.
A loro volta i facilitatori e le facilitatrici hanno partecipato, attivamente nelle loro regioni di provenienza – Basilicata, Puglia, Lazio, Umbria, Toscana, Friuli Venezia Giulia e Lombardia - alla conduzione di 8 corsi in presenza, assicurando una formazione capillare nei territori coinvolti dal Progetto #IpaziaCCM2021 e sperimentando sul campo la metodologia del Problem Based Learning –competence oriented.
“Abbiamo potuto coinvolgere i servizi territoriali, che sono nodi cruciali della rete di prevenzione e contrasto della violenza su donne e minori – afferma Anna Colucci, responsabile dell’Unità Operativa Ricerca psico-socio -comportamentale, Comunicazione, Formazione dell’ISS, grazie al lavoro di inclusione di tutti i Pronto Soccorso italiani, in precedenti percorsi formativi affidati all’Istituto Superiore di Sanità, che hanno raggiunto oltre 18.000 professionisti e professioniste dell’area emergenza-urgenza.
La formazione può essere considerata, a tutti gli effetti, un pilastro per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere e della violenza assistita da minori”.