Glioblastoma
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Il glioblastoma (GBM), noto anche come glioblastoma multiforme o astrocitoma di grado IV, è una rara ma altamente aggressiva forma di tumore che colpisce il sistema nervoso centrale.
Si manifesta quasi esclusivamente nel cervello ma può, in rari casi, colpire anche il cervelletto, il tronco cerebrale e il midollo spinale.
Rappresenta il 45% circa di tutti i tumori cerebrali ed ha origine da uno specifico gruppo di cellule nervose chiamato glia, cellule che svolgono una funzione di sostegno per i neuroni.
Questa forma di tumore può colpire a qualsiasi età, anche se insorge più frequentemente nella popolazione tra i 45 e i 75 anni e più frequentemente negli uomini avendo maggior incidenza nella popolazione caucasica rispetto alle altre etnie.
Nonostante i progressi della neurochirurgia e della neuro-oncologia, la cura di questo tipo di tumore è molto difficile, infatti la sopravvivenza dei pazienti affetti da glioblastoma è breve, mediamente compresa tra i 12 e i 15 mesi dalla diagnosi. La terapia permette solo di rallentarne la progressione e ridurne i sintomi.
La cura del glioblastoma richiede un approccio multidisciplinare. Attualmente la terapia standard comprende la massima rimozione chirurgica del tumore seguita da radioterapia frazionata con somministrazione concomitante di temozolomide (TMZ), un agente chemioterapico detto alchilante orale. Successivamente, il protocollo prevede chemioterapia con temozolomide (Protocollo Stupp).
Purtroppo, la risposta alla radioterapia non è coerente per tutti i pazienti e la resistenza alla radioterapia frequentemente contribuisce a una successiva progressione o ricomparsa della malattia.
Nonostante siano numerosi gli studi sulla resistenza alla radioterapia del GBM, i suoi meccanismi sono ancora in gran parte non compresi a causa del coinvolgimento di numerosi fattori eterogenei di questo fenomeno. Infatti nel corso degli anni sono stati identificati molti fattori hanno coinvolti nella resistenza del GBM alla radioterapia: eterogeneità intra- ed inter-tumorale, plasticità tumorale, espressione aberrante di RNA non codificanti (ncRNAs), riprogrammazione epigenetica e metabolica, alterazioni nella riparazione del DNA e nel ciclo cellulare.
Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), progetto IG26515 “Studio della complessità del microambiente tumorale per sviluppare una nuova strategia terapeutica per il glioblastoma basata sugli aptameri”.
Il Glioblastoma (GBM) è il più letale tumore del cervello negli adulti a causa della sua crescita maligna e della sua invasione nel parenchima cerebrale, unita alla resistenza alla terapia. Il presente progetto mira a identificare potenziali bersagli terapeutici e agenti innovativi studiando l'interazione delle cellule tumorali con il microambiente, che si ritiene svolga un ruolo rilevante nella regolazione della crescita e della progressione del tumore. L'identificazione di nuovi agenti o strategie terapeutiche risponde al grande fabbisogno medico non soddisfatto in questa malattia mortale. In particolare questo progetto ha lo scopo di individuare nuovi biomarcatori diagnostici o prognostici, utili per nuove e, auspicabilmente, strategie terapeutiche più efficienti basate sugli aptameri, piccole molecole di DNA o RNA selezionate per legare con elevata affinità un determitato bersaglio.
Ministero della Salute, progetto PNRR—TR1-2023-12377972 “Biobanking, Biomarcatori e Big Data: B3D per il trattamento personalizzato del glioblastoma”.
Il glioblastoma multiforme (GBM) è un tumore cerebrale raro e altamente aggressivo con prognosi sfavorevole. Le caratteristiche aggressive del GBM, quali la ricorrenza e la resistenza alla terapia, sono attribuite ad una piccola frazione di cellule con caratteristiche simil-staminali, chiamate per l’appunto cellule staminali di glioblastoma simili a staminali (GSC), che si trovano preferibilmente in nicchie perivascolari. Nel nostro laboratorio da diversi anni abbiamo isolato e convalidato cellule GSC di diversi pazienti. La scoperta che il GBM contiene cellule staminali tumorigeniche offre nuove opzioni per le terapie mirate in maniera specifica a colpire il compartimento delle cellule staminali. Gli obiettivi del presente progetto sono: a) istituire un flusso di lavoro stabile per generare e archiviare le GSC derivate dal paziente; b) eseguire una caratterizzazione completa e multipla delle cellule GSC; c) generare un algoritmo basato su intelligenza artificiale in grado di prevedere la sensibilità delle linee GSC a un pannello di farmaci approvati dall'EMA sulla base di dati clinici e omici, e confrontare tale sensibilità prevista con la reale sensibilità dei GSC in vitro.
Ministero dell’Università e della Ricerca, progetto PNC0000001 D3 4 Health “Diagnosi, prognosi e terapie digitali per un’assistenza sanitaria sostenibile”
La Fondazione D3 4 HEALTH - costituita da 28 partner tra Università pubbliche e private, Istituti di ricerca e Imprese - svolge attività di potenziamento della ricerca sulle tecnologie digitali in ambito sanitario, attraverso un sofisticato processo di data mining, al fine di migliorare diagnosi, monitoraggio e cure per 5 grandi malattie: cancro metastatico del colon, cancro del fegato e delle vie biliari, cancro del sistema nervoso centrale, diabete di tipo I, sclerosi multipla.
Departments
- Biologia Cellulare e Molecolare dei Tumori
- Ruolo delle vescicole extracellulari delle cellule mesenchimali dermiche
- Regolazione della tempistica della replicazione del DNA
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