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Rapporto ISS COVID-19 n. 1/2021 - Il case fatality rate dell’infezione SARS-CoV-2 a livello regionale e attraverso le differenti fasi dell’epidemia in Italia. Versione del 20 gennaio 2021
Istituto Superiore di Sanità
Il case fatality rate dell’infezione SARS-CoV-2 a livello regionale e attraverso le differenti fasi dell’epidemia in Italia. Versione del 20 gennaio 2021.
Massimo Fabiani, Graziano Onder, Stefano Boros, Matteo Spuri, Giada Minelli, Alberto Mateo Urdiales, Xanthi Andrianou, Flavia Riccardo, Martina Del Manso, Daniele Petrone, Luigi Palmieri, Maria Fenicia Vescio, Antonino Bella, Patrizio Pezzotti
2021, ii, 51 p. Rapporto ISS COVID-19 n. 1/2021
Diversi rapporti hanno valutato la letalità calcolata utilizzando dati aggregati cumulati riferiti ai casi e decessi notificati a una certa data. Questa misura può però risentire di due principali distorsioni. In primo luogo, le stime puntuali e il loro confronto nello spazio e nel tempo possono essere distorte da differenze e modificazioni nell’accessibilità ai test diagnostici, e quindi dalla capacità di tracciare e conteggiare tutti i casi reali di infezione. In secondo luogo, l’utilizzo di dati aggregati cumulati a una certa data non tiene conto dell’intervallo di tempo tra la diagnosi e l’eventuale decesso. Infine, per confrontare le stime tra diverse popolazioni è importante tener conto della differente struttura demografica delle popolazioni utilizzando tassi standardizzati per età e sesso. L’obiettivo di questo rapporto è fornire stime standardizzate per sesso ed età del case fatality rate (CFR) del COVID-19 a livello regionale e in riferimento a diverse fasi dell’epidemia utilizzando i dati individuali estratti dal sistema di sorveglianza integrata coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità. Tra i casi confermati notificati fino a ottobre 2020, il CFR standardizzato per sesso ed età è stato complessivamente del 4,3%; 6,6% durante la prima fase epidemica (febbraio-maggio), 1,5% nella seconda fase (giugno-settembre) e 2,4% tra i casi diagnosticati nel mese di ottobre. L’elevato CFR osservato durante la prima ondata epidemica è verosimilmente spiegato dalla limitata capacità diagnostica in questo periodo che non ha permesso l’identificazione di molti casi asintomatici e meno gravi.
Istituto Superiore di Sanità
Case fatality rate of SARS-CoV-2 infection at regional level and across different phases of the epidemic in Italy. Version of January 20, 2021.
Massimo Fabiani, Graziano Onder, Stefano Boros, Matteo Spuri, Giada Minelli, Alberto Mateo Urdiales, Xanthi Andrianou, Flavia Riccardo, Martina Del Manso, Daniele Petrone, Luigi Palmieri, Maria Fenicia Vescio, Antonino Bella, Patrizio Pezzotti
2021, ii, 51 p. Rapporto ISS COVID-19 n. 1/2021 (in Italian)
Several reports have assessed lethality by using cumulative aggregated data at a time point. However, this measure may suffer from two types of bias. First, point-estimates and their comparison over space and time are affected by differences and changes in accessibility to diagnostic testing, hence by the capability to track and count all the real infected cases. Second, using cumulative aggregated data at a given time point does not account for the time interval between diagnosis and possible death. Finally, in order to compare estimates among different populations it is important to account for differences in the demographic structure of the populations using rates standardized by age and sex. This report aims to estimate the COVID-19 Case Fatality Rate (CFR) standardized by sex and age at regional level and across different phases of the epidemic using individual data from the Italian integrated surveillance system coordinated by the Italian Institute of Health. Among confirmed cases notified until October 2020, the CFR standardized by age and sex was 4.3%; 6.6% during the first epidemic phase (February-May), 1.5% during the second phase (June-September), and 2.4% among cases diagnosed in October. The high CFR observed during the first wave is likely explained by the limited diagnostic capability in this period that did not allow to identify many asymptomatic and less severe cases.