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Anziani: il rischio contagio da Covid ha ridotto anche il loro sostegno in famiglia
Iss 30 settembre 2021 - Due anziani su 10 vivono in una condizione di isolamento sociale e soltanto uno su quattro nel 2020 è riuscito a dare un contributo in famiglia o nella società. Sono questi i dati raccolti dalla sorveglianza PASSI d’Argento, dedicata alla popolazione generale con più di 65 anni e diffusi in occasione della Giornata Internazionale delle persone anziane, l’1 ottobre dedicata quest’anno proprio all’isolamento sociale e all’anziano risorsa, i temi della giornata. L’aggiornamento dei dati al 2020 offre anche l’opportunità di valutare l’impatto che l’emergenza sanitaria legata al COVID-19 può aver avuto proprio su queste dimensioni, ovvero sul rischio di isolamento, sulla partecipazione alla vita sociale, sulla possibilità di continuare ad essere una risorsa per la famiglia e la collettività, e più in generale sulla salute e qualità di vita di questa fascia della popolazione e suoi bisogni di cura e assistenza.
I dati su Isolamento sociale
I dati del quadriennio 2017-2020 mostrano che circa 2 ultra 65enni su 10 vivono in una condizione di isolamento sociale; in particolare, il 20% dichiara che, nel corso di una settimana “normale”, non ha avuto contatti, neppure telefonici, con altre persone e il 71% di non aver frequentato nessun punto di aggregazione o incontro.
Questa condizione di isolamento sociale è più frequente con l’avanzare dell’età (40% fra gli ultra 85 enni) fra chi ha maggiori difficoltà economiche (30%) o un basso livello di istruzione (26%) ed è più frequente nel Centro-Sud del Paese; sale al 56% fra le persone con disabilità.
L’analisi temporale mostra dal 2016 una lenta ma costante riduzione di questa condizione, che però sembra arrestarsi proprio nel 2020: la quota di persone a rischio di isolamento sociale passa dal 22% del 2016 al 17% nel 2019 ma non si riduce ulteriormente nel 2020.
È chiaro che le restrizioni imposte dalla pandemia di COVID-19 con la chiusura dei locali e dei punti di ritrovo e aggregazione, e presumibilmente anche il timore del contagio, hanno ridotto significativamente le occasioni di socializzazione (così importanti in questa fascia della popolazione) e se il rischio di isolamento sociale non è aumentato, perché le persone hanno continuato a mantenere un contatto a distanza con gli altri, non ha continuato a ridursi, come invece si andava osservando negli anni precedenti .
I dati su Partecipazione sociale e “Anziano Risorsa”
I dati del quadriennio 2017-2020 mostrano che il 29% rappresenta una risorsa per i propri familiari o per la collettività: il 19% si prende cura di congiunti, il 14% di familiari o amici con cui non vive e il 5% partecipa ad attività di volontariato.
Inoltre circa il 20% degli ultra65enni partecipa a eventi sociali (come gite e soggiorni organizzati) e il 5% frequenta corsi di formazione (come corsi di lingua straniera, di cucina, per l’uso del computer o percorsi presso università della terza età).
Con la pandemia si riduce significativamente e trasversalmente la partecipazione alla vita sociale (gite e soggiorni organizzati e altri eventi sociali in presenza vengono di fatto annullati dalle misure di contenimento del contagio), ma si riduce significativamente anche l’opportunità per gli ultra 65enni di rappresentare una risorsa per la propria famiglia e/o per la società: la quota di “anziano risorsa” passa dal 30% del 2019 (dopo un lento e constante aumento osservato negli anni precedenti) al 25% del 2020, ed è possibile che su questo risultato abbia agito anche la volontà di tutelare i propri cari più anziani dal rischio contagio.