Indietro Valutazione e riabilitazione dell'afasia nel paziente con ictus e nel paziente con afasia progressiva

Pubblicata: 19/12/2023 - ultimo aggiornamento: 19/12/2023 

Produttore

SINP - Società Italiana di Neuropsicologia, in collaborazione con: A.L.I.Ce. Italia ODV, AIP, AISN, AITA, AITO, FLI, FNOPI, GIRN, SIMFER, SIN, SINC, SINdem, SIPF, SIRN, SPAN

Abstract

Background
I deficit afasici del linguaggio rappresentano una delle principali conseguenze di un ictus, che compromettono in maniera cruciale la qualità della vita della persona colpita e della sua famiglia. La prevalenza mediana dell’afasia in fase acuta è pari a circa il 30% dei pazienti con ictus di qualunque origine; nei singoli studi la frequenza varia dal 9% (Caeiro et al., 2005) in pazienti con emorragia subaracnoidea, fino al 62% in pazienti con ictus ischemico a 3 ore dall’esordio dei sintomi (Jauss et al., 2007). La prevalenza aumenta quando si considerano solo i pazienti con lesione emisferica sinistra (69%) (Miceli et al., 1981). In fase cronica la frequenza di afasia è pari a circa il 34% dei pazienti con pregresso ictus. La seconda condizione in cui compaiono disturbi afasici è rappresentata dalle Afasie Primarie Progressive (PPA). In questo caso il disturbo del linguaggio è conseguente a un processo neurodegenerativo a carico delle regioni cerebrali critiche per il linguaggio. Un recente studio multicentrico, condotto in nove nazioni europee, ha documentato un’incidenza di PPA pari a 0.61 casi/100000 persone/anno, con una lieve prevalenza per il sesso maschile (Logroscino et al., 2023). La riabilitazione della persona con disturbi del linguaggio pone al professionista scelte complesse che riguardano aspetti fondamentali, come il tipo di trattamento, l’integrazione fra trattamenti, la modalità, la durata e l’intensità del trattamento. Di fronte a queste scelte il riabilitatore non ha punti di riferimento chiari. A livello clinico, una delle implicazioni negative di questo è l’estrema diversità della gestione del trattamento della persona afasica nel nostro Paese, tale che in alcune aree la riabilitazione è fornita in modo non dissimile da altre realtà europee, mentre in altre non è di fatto possibile accedervi all'interno del Sistema Sanitario Nazionale, come segnalato anche dalle organizzazioni dei pazienti e delle loro famiglie. Per iniziare ad ovviare a queste problematiche ci è sembrato necessario analizzare la letteratura per cercare di dare una risposta complessiva ad alcune domande critiche, tenendo conto dei risultati che emergono dall’insieme degli studi che hanno affrontato alcune dimensioni della riabilitazione della persona afasica. Un’indicazione più puntuale sul trattamento riabilitativo consentirebbe non solo di avere una guida da seguire nella pratica clinica ma anche di effettuare un’analisi dei costi di gestione sanitaria. Per gli operatori del settore (logopedisti, psicologi, neuropsicologi, medici neurologi e fisiatri), che insieme alle persone con afasia, ai loro caregiver e ai loro familiari ne saranno i fruitori, ma anche per le aziende sanitarie, sarebbe pertanto di estrema utilità poter sistematizzare queste conoscenze ed avere a disposizione delle linee guida che possano aiutare a compiere scelte terapeutiche appropriate, riducendo al minimo la variabilità delle decisioni cliniche legata alla mancanza di conoscenze e alla soggettività nella selezione dei trattamenti riabilitativi.

Obiettivi
Gli obiettivi primari di queste linee guida sono definire quale debba essere la scelta appropriata degli operatori coinvolti nell’erogazione dell’intervento logopedico e individuare le tipologie di interventi da raccomandare in base alla loro efficacia nei pazienti adulti affetti da stroke e da afasia primaria progressiva. Inoltre, nel caso dei pazienti con afasia conseguente a ictus, è importante stabilire se un intervento logopedico offra anche in fase cronica vantaggi significativi rispetto alle opportunità offerte dalla vita di tutti i giorni. Infine, di recente si sono sviluppate tecniche di neurostimolazione come integrazione al trattamento logopedico. Attualmente questi trattamenti combinati sono erogati solo a livello sperimentale: un obiettivo è stabilire se essi mostrano una maggior efficacia rispetto al solo trattamento logopedico tale da suggerire una loro applicazione a livello di pratica clinica, sia nel caso dell’afasia post-stroke sia nelle afasie primarie progressive. Chiarire questi aspetti, comporterà benefici anche per i caregiver e per il sistema sanitario, rendendo più mirati gli interventi.

Metodi
Il processo di sviluppo delle raccomandazioni della presente LG ha seguito il Manuale Metodologico per la produzione di LG di pratica clinica sviluppato dal Centro Nazionale per l’Eccellenza Clinica, la Qualità e la sicurezza delle cure (CNEC), il metodo GRADE (Guyatt et al., 2011) per la valutazione della qualità delle prove e la produzione delle tabelle di evidenza e di sintesi “Summary of Findings” (SoF) e la checklist AGREE per il reporting della LG (Brouwers et al., 2016).

Risultati
I risultati ottenuti hanno permesso di elaborare quattro raccomandazioni, di cui tre per il paziente con ictus e una per il paziente con afasia progressiva. Nel paziente con ictus è raccomandato il trattamento logopedico da parte di professionisti in fase sia acuta che cronica, in questo secondo caso specie combinato con la stimolazione non invasiva. Nel paziente con afasia progressiva, si suggerisce il trattamento con neuromodulazione non invasiva in combinazione con il trattamento logopedico o il solo trattamento logopedico.

Numero di raccomandazioni elaborate: 4