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Studio ISS, identificato il legame tra sistema nervoso e sistema immunitario
ISS 09/06/2014
Il neuropeptide Y (NPY), neuromediatore abbondantemente espresso nel nostro sistema nervoso centrale e periferico, è in grado di influenzare il decorso dei processi infiammatori e l’organizzazione della risposta immunitaria. E’ quanto hanno osservato Rachele Riganò e Brigitta Buttari, ricercatrici del Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie e Immunomediate dell’Istituto Superiore di Sanità, in uno
I ricercatori hanno esaminato l’effetto di NPY sulle cellule dendritiche, le cellule del sistema immunitario in grado di iniziare e controllare la qualità e l’intensità delle risposte immuni e del processo infiammatorio, e l’interazione di tali cellule con i linfociti T, le cellule responsabili dell’immunità adattativa.
Lo studio in vitro - spiega Rachele Riganò, coordinatrice della ricerca - si basa sull’evidenza che in condizioni di stress acuto intenso, psicologico cronico o termico da freddo, le terminazioni del sistema nervoso simpatico rilasciano aumentate quantità di NPY sia in circolo che localmente, negli organi linfoidi e periferici e nei siti infiammatori. In questo contesto, siamo riusciti ad identificare, per la prima volta, NPY come potente segnale pro-infiammatorio in grado di indurre la migrazione delle cellule dendritiche e il loro transito attraverso una barriera di cellule endoteliali. Abbiamo perciò potuto osservare come il sistema nervoso, in risposta a condizioni di stress diversi, attraverso NPY, sia in grado di conversare con le cellule immuni e di influenzare l’andamento e il decorso dei processi infiammatori
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Lo studio ha inoltre fornito evidenze - afferma Brigitta Buttari, coautrice dell’indagine - sulla capacità di NPY di avviare una serie di segnali all’interno della cellula dendritica tali da influenzare l’organizzazione della risposta immunitaria promuovendo la polarizzazione dei linfociti T helper in senso anti-infiammatorio. Quest’ultimo aspetto può essere interpretato come parte di un importante meccanismo di feedback che si è evoluto per proteggere l’organismo, in caso di un’eccessiva risposta infiammatoria, dal potenziale patogenetico delle componenti infiammatorie molecolari e cellulari. Al tempo stesso lo studio sottolinea la capacità dello stress di influenzare l’immunità in maniera poliedrica, inducendo effetti pro- e anti-infiammatori. Resta da chiarire quali fattori determinano il prevalere degli uni sugli altri e perché in alcuni casi gli aspetti locali pro-infiammatori possono diventare dominanti
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L’interazione di NPY con le cellule dendritiche - concludono le ricercatrici - può avere implicazioni cliniche nella esacerbazione da stress di alcune malattie allergiche, reumatiche e autoimmuni e nell’aggravamento di eventi cardiovascolari in condizioni di stress termico da freddo. I risultati ottenuti aprono nuove prospettive di ricerca sul potenziale utilizzo di NPY come bersaglio terapeutico o come marcatore diagnostico e prognostico
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Sala Stampa
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