In rilievo
Acque potabili, il punto sull’arsenico
ISS 05/04/2013
E’ scaduta il 31 dicembre 2012 la terza deroga europea che consentiva di erogare acqua con livelli di arsenico superiori a dieci microgrammi per litro. Tuttavia, in alcuni comuni della Regione Lazio l’emergenza non è cessata. E dai rubinetti di 45 comuni della provincia di Viterbo e cinque comuni della provincia di Roma, per un totale di circa 260.000 residenti interessati, escono ancora acque non conformi relativamente alla quantità di arsenico. Il quadro è decisamente migliorato rispetto all’iniziale scenario del 2009 (90 Comuni e circa 854.000 abitanti) e sono state realizzate significative opere per la risoluzione delle circostanze eccezionali della contaminazione (primo e secondo impianto più grandi in Europa per la rimozione dell’arsenico per volumi di acque trattate e primo impianto al mondo per la rimozione del boro per volumi di acque trattate e tecnologie utilizzate). Ora bisogna avviare ulteriori azioni di rientro ai valori di parametro nel più breve periodo.
Cosa fa l’Iss
Pareri tecnico-scientifici
Il Reparto di Igiene delle acque interne del Dipartimento di ambiente e prevenzione primaria, sulla base degli indirizzi del Ministero della salute – Direzione generale della prevenzione, ha presentato vari pareri tecnico-scientifici al Consiglio superiore di sanità relativamente alle azioni di valutazione e gestione del rischio a livello europeo, nazionale e locale. Prendendo atto di un mancato rientro alla scadenza delle deroghe, l’Iss, nel richiamare l’urgenza di azioni di rientro ai valori di parametro nel più breve periodo, continua a coadiuvare le Autorità territoriali nella sorveglianza e mitigazione dei rischi e l’Autorità sanitaria centrale nei rapporti con la Ce in materia.
A tal proposito, è in via di istituzione una forma di Partnership implementation agreement (Pia)
, sotto l’egida della Ce, che nel rispetto del cronoprogramma di azioni definito dalla Regione Lazio, prevede l’aggiornamento degli stati di avanzamento sui quali la popolazione deve essere adeguatamente informata.
Biomonitoraggi
Un altro, complementare, fronte di impegno dell’Iss, è riuscire ad avere un quadro attendibile dell’esposizione complessiva all’arsenico inorganico (acqua e catene alimentari) della popolazione delle aree a rischio. A tale scopo, nel novembre 2010 il Reparto di Tossicologia alimentare e veterinaria del Dipartimento di Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare ha lanciato lo Studio per valutare l’esposizione alimentare all’arsenico in popolazioni residenti nelle aree del Lazio caratterizzate dalla presenza di arsenico di origine geologica nelle acque destinate al consumo umano
. L’indagine, svolta in collaborazione con gli Ordini dei medici, mira a caratterizzare il rischio per la salute mediante l’identificazione delle fonti e dell’entità dell’esposizione alimentare, la valutazione dell’effetto della cottura degli alimenti con acque contenenti arsenico e lo studio dell’efficienza del metabolismo dell’arsenico nelle popolazioni esposte. I primi dati di questo biomonitoraggio, pubblicati su Pure and Applied Chemistry nel 2012, mostrano un’esposizione ancora marcatamente superiore a quella attesa nella popolazione generale italiana, evidenziando la necessità di misure risolutive per ridurre tale esposizione. Il completamento dello studio consentirà a breve di caratterizzare l’eventuale rischio per la popolazione, con particolare riferimento ai soggetti vulnerabili, ovvero con un metabolismo dell’arsenico meno efficiente, e fornirà uno strumento prezioso per la protezione e la prevenzione.
Studi finalizzati alla prevenzione
Le misure di gestione del rischio ad oggi adottate sono state costantemente aggiornate allo stato delle conoscenze e alle indicazioni delle agenzie internazionali, integrate con la sorveglianza della contaminazione nei territori interessati e con informazioni e valutazioni scientifiche ad hoc. E con studi interdisciplinari finalizzati alla previsione e prevenzione.
Che cos’è l’arsenico
L’arsenico è un elemento chimico presente nell’ambiente in varie forme organiche e inorganiche, di origine sia naturale (suolo e sottosuolo ne sono ricchi sia in Italia che in Europa) che antropica. Le forme inorganiche dell’arsenico - arsenico trivalente e pentavalente, denominate collettivamente arsenico inorganico
- sono assai più tossiche di quelle organiche, e pertanto, critiche per l’analisi del rischio.
I possibili effetti sulla salute
L’esposizione umana alla forma inorganica dell’arsenico presente nelle acque è associata a importanti effetti tossici nell’essere umano, tra cui gli effetti cancerogeni a carico di diversi organi. Una attenta valutazione di tali effetti ha portato l’Authority europea per la sicurezza alimentare (Efsa, 2009) e la Joint Fao/Who expert committee on food additives (Jecfa, 2010) ad abbassare le dosi di riferimento per la protezione della salute per l’arsenico inorganico: inoltre, sussistono tuttora difficoltà e incertezze nella caratterizzazione del rischio dell’arsenico nella catena alimentare e nella definizione di livelli di sicurezza nelle acque. Pertanto, per le acque destinate al consumo umano, in particolare per le aree critiche tuttora esistenti in Italia, sono adottate misure di massima precauzione anche in considerazione della durata e intensità dell'esposizione pregressa.
Sala Stampa
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